Pink Floyd psichedelici all’UFO Club di Londra

Londra, 10 marzo 1967. Come ogni venerdì, dalla fine dell’anno scorso, c’è la serata all’UFO Club. E stavolta di scena al 31 di Tottenham Court Road c’è un gruppo ancora in una fase iniziale, psichedelica e sperimentale: i Pink Floyd.     Syd Barrett e soci stasera non propongono un semplice concerto, ma hanno costruito

Londra, 10 marzo 1967. Come ogni venerdì, dalla fine dell’anno scorso, c’è la serata all’UFO Club. E stavolta di scena al 31 di Tottenham Court Road c’è un gruppo ancora in una fase iniziale, psichedelica e sperimentale: i Pink Floyd.

 

 

Syd Barrett e soci stasera non propongono un semplice concerto, ma hanno costruito uno spettacolo a tutti gli effetti complesso e innovativo grazie a giochi di luci, proiezioni di diapositive e di filmati. I Pink Floyd in tale fase forniscono infatti il loro contributo artistico attraverso una musica declinata anche con l’ausilio di queste nuove idee sceniche. Astronomy Domine, See Emily Play, Interstellar Overdrive sono solo alcuni dei brani in scaletta che saranno contenuti in A Piper at the Gates of Dawn, disco d’esordio in uscita ad agosto dello stesso anno.

 

Le luci dell’UFO Club diventano sempre più particolari con le diapositive liquide ottenute tramite inchiostri dai colori vivaci e grazie ad altre tecniche innovative per illuminare i componenti della band o per far apparire le ombre degli stessi musicisti su uno schermo posto alle loro spalle. Ma il locale diventa sempre più piccolo per contenere il grande pubblico che inizia a seguire i Pink Floyd. E molti altri saranno i gruppi che si esibiranno lì, come i Procol Harum, i Move e i Soft Machine.

Qualche anno dopo, poi, i Pink Floyd diventeranno un gruppo di punta del progressive rock (e non solo), ma questa è un’altra storia (o quasi).

 

Leonardo Follieri

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