Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
Pink Floyd, reunion per 13 attiviste filo-palestinesi
I Pink Floyd hanno annunciato a sorpresa, con un messaggio pubblicato sulla loro pagina Facebook ufficiale, la propria “reunion” per sostenere la causa di un gruppo di attiviste della Freedom Flotilla Coalition, un’organizzazione filo-palestinese che da anni si batte per porre fine all’assedio di Gaza. Nel post si legge che i membri della band “David
I Pink Floyd hanno annunciato a sorpresa, con un messaggio pubblicato sulla loro pagina Facebook ufficiale, la propria “reunion” per sostenere la causa di un gruppo di attiviste della Freedom Flotilla Coalition, un’organizzazione filo-palestinese che da anni si batte per porre fine all’assedio di Gaza.
Nel post si legge che i membri della band “David Gilmour, Nick Mason e Roger Waters sono uniti nel supportare le donne della Gaza Freedom Flotilla e deplorano il loro arresto illegale e la loro detenzione in acque internazionali da parte dell’esercito israeliano“.
Una “reunion” dei Pink Floyd?
Non è chiaro se si tratti di una “reunion” virtuale per veicolare solo un messaggio politico, o se invece preannunci qualcosa di più importante a livello musicale, come un concerto in Palestina o un ritorno – seppur improbabile – alla storica formazione. Rogers Waters ha infatti lasciato il gruppo nel 1985, anno in cui David Gilmour spiegò chiaramente che i Pink Floyd erano giunti al capolinea. Almeno fino all’uscita di Endless River nel 2014.
Le attiviste della Gaza Freedom Flotilla
La Gaza Freedom Flotilla a cui si riferisce il messaggio dei Pink Floyd è un’iniziativa di 13 donne di varia provenienza – tra le quali c’è anche il premio Nobel per la pace Mairead Maguire – imbarcatesi da Barcellona in direzione Gaza per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul blocco navale imposto da Israele sulla Striscia di Gaza dal 2007. L’imbarcazione è stata intercettata dall’esercito israeliano e presa in custodia. Nei giorni scorsi Roger Waters – da lungo tempo sostenitore della causa palestinese – aveva già espresso il suo supporto all’iniziativa attraverso un videomessaggio da Città del Messico.
La mostra The Pink Floyd Exhibition
Per quanto remota sia tuttora la riappacificazione artistica tra Waters e Gilmour, l’ipotesi di una “reunion” è corroborata dall’imminente festeggiamento dei 50 anni di attività della band, che esordì nel 1967 con il primo singolo Arnold Layne e l’album The Piper at the Gates of Dawn. Per celebrare il cinquantennale è in arrivo la mostra The Pink Floyd Exhibition, dal 13 maggio 2017 al Victoria and Albert Museum di Londra, con fotografie, scenografie, strumenti, abiti e rarità.
La raccolta The Early Years 1965-1972
La celebrazione in realtà è già iniziata lo scorso 23 settembre, quando la Pink Floyd Records ha pubblicato tre vinili rimasterizzati di Atom Heart Mother, Meddle e Obscured By Clouds, rispettivamente del 1970, 1971 e 1972.
A novembre, invece, uscirà The Early Years 1965-1972, una raccolta di ventisette dischi con materiale inedito, tra cui anche una versione remixata di Childhood’s End dall’album Obscured By Clouds (1972), ad opera di Andy Jackson e Damon Iddins.
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