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Report di sostenibilità, trasparenza e rigore per evitare il greenwashing. Premiate Pizzoli e LifeGate Impact
Nel report del VII Index Future Respect tutte le ombre e le luci dei report di sostenibilità. Ma tra i migliori spicca quello realizzato per Pizzoli.
Da quasi due anni ormai, l’entrata in vigore della Corporate sustainability reporting directive (Csrd), che ha espanso in maniera significativa la platea delle aziende obbligate a garantire una accountability legata alla sostenibilità imponendo standard rigorosi di accuratezza e neutralità, sta progressivamente ridisegnando il panorama dell’imprenditoria europea, lasciando poco spazio a narrazioni personalizzate e storytelling fuorvianti e a rischio greenwashing. Tuttavia, emerge chiaramente l’esigenza di affiancare ai report di sostenibilità obbligatori anche una comunicazione volontaria e trasparente, rivolta agli stakeholder non finanziari, per mantenere un dialogo efficace e coerente con la propria identità aziendale. Il VII Index Future Respect, promosso da ConsumerLab e presentato qualche settimana fa, fornisce in questo senso risposte rilevanti alla domanda fatidica: quali sono le caratteristiche fondamentali di un report di sostenibilità completo e affidabile?
Uno studio su migliaia di report di sostenibilità
Il VII Index Future Respect ha esaminato ben 3.814 report di sostenibilità pubblicati da aziende italiane, offrendo una panoramica dettagliata sui punti di forza e di debolezza. E il primo dato che emerge è che solo l’11,4 per cento delle imprese di medie dimensioni (50-250 dipendenti) e l’1,1 per cento delle piccole (10-49 dipendenti) pubblica un report di sostenibilità. Anche perché redigere un report di sostenibilità conforme richiede non solo una conoscenza tecnica degli standard di rendicontazione, ma anche competenze in comunicazione per tradurre concetti complessi in informazioni accessibili. Al contempo è fondamentale il coinvolgimento delle funzioni interne all’azienda per integrare esperienze dirette e garantire che il percorso di sostenibilità sia raccontato in modo autentico e valorizzato al meglio.
Nel report vengono approfonditi i punti di forza e le criticità più comuni nei bilanci esaminati. Tra le debolezze più frequenti spicca una certa tendenza all’autoreferenzialità e mancanza di identità: molti bilanci appaiono generici, senza elementi distintivi che riflettano l’identità dell’azienda. Ma manca anche il coinvolgimento degli stakeholder, un fattore che limita la credibilità e l’efficacia delle priorità individuate. Inoltre, spesso la mancanza di indicatori chiave di prestazione molto chiari rende difficile misurare i progressi dell’azienda. Infine, il report segnala molto spesso strategie di miglioramento vaghe o inesistenti.
Un piano di sostenibilità è un investimento nella competitività e nella reputazione dell’impresa
Al contrario, i bilanci più apprezzati si caratterizzano soprattutto per una narrazione semplice e accessibile, con documenti chiari e sintetici, comprensibili anche per un pubblico non esperto. E poi attraverso l’uso efficace di infografiche, che semplificano la comprensione dei processi e dei risultati. E infine, appunto, il coinvolgimento di stakeholder e comunità locali: azioni concrete che rafforzano il legame con il territorio e migliorano la reputazione aziendale.
Per superare le trappole più comuni, il report suggerisce alcune linee guida pratiche. Tra queste spicca quella di dotarsi di un piano di sostenibilità chiaro: fissare obiettivi misurabili, corredati da key performance indicators (Kpi) trasparenti, per dimostrare l’impatto concreto delle azioni intraprese. Ma anche di utilizzare una comunicazione quanto più possibile accessibile: bilanci di sostenibilità sintetici, privi di ridondanze e linguaggio tecnico eccessivo, per coinvolgere un pubblico più ampio e diversificato.
Nonostante i costi iniziali associati alla transizione sostenibile, una rendicontazione che segua gli spunti segnalati dall’Index Future Respect rifuggendo invece dagli errori più comuni rappresenta un investimento strategico per il futuro di un’azienda. Come evidenziato nel report, infatti, la capacità di rispondere alle crescenti richieste di trasparenza del mercato, dei consumatori e degli investitori costituisce una leva competitiva fondamentale. Le imprese che integrano la sostenibilità nelle loro strategie ottengono indubbi vantaggi reputazionali e si posizionano meglio per affrontare le sfide future, trasformando obblighi normativi in opportunità di crescita e innovazione. Un percorso di sostenibilità serio e rigoroso passa non solo dalla rendicontazione ma anche dallo step successivo, l’adozione di una strategia con un piano di sostenibilità a breve e medio termine. E non va inteso solo come una sfida, ma anche e soprattutto come un modo per comunicare e dimostrare l’impegno di ogni impresa verso un futuro sostenibile.
Il bilancio di sostenibilità di LifeGate Impact per Pizzoli è “High performer”
Tra i bilanci di sostenibilità High performer del VII Index Future Respect 2024 figura il bilancio di sostenibilità di Pizzoli Spa, redatto in collaborazione con LifeGate Impact. Il report, intitolato “Un impegno con radici profonde”, si è classificato tra i tredici premiati dai consumatori come High performer, grazie alla sua capacità di coniugare trasparenza, concretezza e innovazione nel raccontare il percorso di sostenibilità dell’azienda.
Dal 2022 LifeGate Impact supporta Pizzoli nella definizione e comunicazione del suo impegno per una crescita responsabile, e il bilancio 2023 ripercorre il viaggio della sostenibilità lungo tutta la catena del valore dell’azienda, dalla coltivazione del seme fino alla tavola. Inoltre, mette in evidenza proprio quelle collaborazioni strategiche con partner e stakeholder volte a creare valore condiviso. Secondo il report, è proprio questo che fa la differenza tra un bilancio ben riuscito e uno manchevole. Per esempio, nel caso di Pizzoli, tramite l’assistenza ai produttori agricoli e la raccolta degli oli vegetali esausti da inviare a recupero e trasformazione in biocarburanti da reimmettere sul mercato.
Secondo Francesco Tamburella, coordinatore del Centro studi ConsumerLab, “la grande partecipazione di pubblico ha dimostrato, ancora una volta, come un bilancio di sostenibilità chiaro e ordinato, comunicato in maniera mirata e corretta, influenzi l’opinione dei consumatori al pari di pubblicità e testimonial”. Il bilancio realizzato da Pizzoli e LifeGate, insieme agli altri dodici premiati, dimostra invece che un approccio integrato e collaborativo, oltre che possibile, è un supporto per affrontare le sfide legate alla sostenibilità e valorizzare le pratiche virtuose.
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