Secondo Greenpeace la plastica britannica spedita in Turchia per essere riciclata finisce bruciata

Secondo un report di Greenpeace i rifiuti di plastica inviati in Turchia, anziché essere riciclati, sono gettati nei campi, nei corsi d’acqua o bruciati.

Nel 2020 circa il 40 per cento dei rifiuti di plastica che il Regno Unito ha smaltito all’estero è stato inviato in Turchia. Qui però, anziché essere trattata per essere riciclata, la plastica è stata gettata lungo le strade, nei campi, nei corsi d’acqua o è stata bruciata. A rivelarlo è un rapporto dell’associazione Greenpeace, intitolato Trashed: how the Uk is still dumping plastic waste on the rest of the world, che dimostra come la Turchia sia diventata la destinazione per eccellenza dei rifiuti di plastica britannici.

Inquinamento
Una bottiglia di plastica © Christopher Furlong/Getty Images

Cosa dice il rapporto di Greenpeace sulla plastica del Regno Unito

Nella sua ultima indagine Greenpeace ha monitorato dieci siti di raccolta di rifiuti situati nel sud della Turchia, dove è stata registrata la presenza di sacchetti e imballaggi di plastica provenienti da supermercati e rivenditori del Regno Unito. Tra gli scarti esaminati è stato anche trovato il contenitore di un test antigenico per la Covid-19, a dimostrazione del fatto che i carichi di rifiuti indagati avevano meno di un anno di vita. Secondo il rapporto, più della metà della plastica prodotta in Gran Bretagna viene inviata all’estero, spesso in paesi senza le infrastrutture necessarie per riciclarla in modo corretto.

Nel 2020 il Regno Unito ha esportato 688mila tonnellate di imballaggi in plastica, per una media giornaliera di 1,8 milioni di chili. A essere riciclate “in casa” sono state solo 486mila tonnellate. Uno dei partner favoriti dagli inglesi per lo smaltimento di questo tipo di materiale era la Cina, ma da quando questa ha vietato l’importazione di molti tipi di scarti di plastica, nel 2017, la Turchia ha preso il suo posto come principale destinatario. Motivo per cui le esportazioni del Regno Unito nel paese sono passate da 12mila tonnellate nel 2016 a più di 209mila nel 2020. Ma ciò che gli attivisti di Greenpeace hanno trovato in Turchia è uno scenario agghiacciante: i rifiuti di plastica dei principali supermercati erano stati scaricati, bruciati, ammucchiati in cumuli e lasciati a riversarsi nei fiumi e nel mare.

Plastica
Rifiuti di plastica © China Photos/Getty Images

I rifiuti sono “una minaccia ambientale, non un’opportunità economica”

Molti paesi ricchi – Italia compresa – sono soliti inviare rifiuti riciclabili all’estero perché è più economico che smaltirli in casa propria e contribuisce a raggiungere gli obiettivi di riciclo. Ogni giorno, si stima che circa 241 camion di rifiuti di plastica arrivino in Turchia da tutta Europa, cioè 20 volte di più rispetto a quelli importati nel 2016. Nel 2020 i paesi che hanno ricevuto le maggiori esportazioni di rifiuti di plastica dal Regno Unito sono Turchia, Malesia e Polonia. Ma ora Greenpeace ha chiesto al governo britannico di emanare una legge sull’ambiente e di vietare tutte le esportazioni di rifiuti di plastica verso paesi che non siano membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Anche perché, oltre all’impatto sull’ambiente, secondo l’Interpol, si sta verificando un’esplosione del commercio illegale di rifiuti.

“Come mostrano queste nuove prove – ha affermato Nihan Temiz Ataş di Greenpeace –, i rifiuti di plastica provenienti dal Regno Unito alla Turchia rappresentano una minaccia ambientale, non un’opportunità economica. Le importazioni incontrollate non fanno altro che aumentare i problemi che esistono nel sistema di riciclo della Turchia”. Secondo le norme del Regno Unito e dell’Unione europea, i rifiuti di plastica non dovrebbero essere esportati in altri paesi a meno che non vi sia la possibilità che vengano riciclati. Purtroppo, invece, il tasso di riciclo della Turchia sia pari al 12 per cento, il più basso di qualsiasi altro membro dell’Ocse.

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