Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha firmato il secondo decreto End of waste sui pneumatici. Ma le ong temono che il coronavirus rallenti il processo.
La campagna Pfu Zero combatte l’abbandono degli pneumatici fuori uso
I vecchi pneumatici fuori uso, se abbandonati in natura costituiscono una grave minaccia ambientale. Grazie al progetto Pfu Zero è possibile recuperarli e riciclarli.
Sono una delle piaghe del secolo: gli pneumatici fuori uso abbandonati in natura costituiscono uno dei fattori d’inquinamento più deleteri per l’ecosistema. Una minaccia equiparabile ai sacchetti di plastica dispersi in mare, per contrastare la quale si muovono tanto le istituzioni quanto le associazioni di categoria condividendo l’obiettivo di rimuovere questi rifiuti speciali e, soprattutto, di sensibilizzare bambini e adulti sulla necessità di una corretta gestione delle gomme dismesse. La prevenzione e la maturazione di una salda coscienza ambientale possono più di qualsiasi campagna di riparazione dei danni compiuti: un concetto cardine attorno al quale è imperniata la campagna Pfu Zero.
Gli pneumatici fuori uso sono riciclabili
Pfu, vale a dire “pneumatici fuori uso”: ecco l’avversario da battere. Un avversario permanente – se lasciato in mare o in natura necessita di centinaia d’anni per degradarsi – ma che se gestito correttamente è integralmente riciclabile. La maggioranza delle coperture esauste può infatti essere triturata dando origine al granulato di gomma; un materiale riutilizzabile nella pavimentazione stradale e delle superfici sportive, oltre che per l’isolamento e l’arredo urbano. Proprio l’obiettivo di trasformare una minaccia per l’ambiente in una risorsa destinabile a nuovi utilizzi ha spinto l’associazione Marevivo e il Consorzio Ecotyre – forte di oltre quattrocento soci produttori e importatori di coperture per autotrazione – a dare vita all’Isola d’Elba, in Toscana, al progetto Pfu Zero nelle Isole Minori”, volto alla raccolta straordinaria delle coperture dimesse abbandonate. Un’iniziativa patrocinata dal ministero dell’Ambiente, da Federparchi-Europarc Italia e dal Corpo forestale dello Stato in collaborazione con l’Ancim (Associazione nazionale comuni isole minori) e la Guardia costiera.
C’è un sito per denunciare gli abbandoni
Dopo l’Isola d’Elba, interventi analoghi sono previsti a Lampedusa e Linosa, a Ustica e a Pantelleria. L’iniziativa rientra nel più ampio progetto del Consorzio EcoTyre, denominato “Pfu Zero”, per la mappatura delle situazioni d’abbandono degli pneumatici fuori uso segnalate da enti locali, associazioni e cittadini, così da dare vita a interventi di rimozione straordinaria gratuiti, senza alcun costo per le amministrazioni locali. Nello specifico, è possibile denunciare un deposito abbandonato di Pfu collegandosi semplicemente al sito internet www.pfuzero.ecotyre.it.
Il gommista è tenuto (gratis) al ritiro
“È fondamentale che i cittadini siano consapevoli della risorse a loro disposizione: gli Pfu sono rifiuti che non devono assolutamente essere abbandonati in natura – ha affermato Enrico Ambrogio, presidente di EcoTyre – ma vanno piuttosto portati da un gommista, tenuto a ritirarli gratuitamente. Saranno, poi, organismi come il Consorzio Ecotyre a provvedere al corretto recupero delle coperture fuori uso”. La legge è dalla parte dell’ambiente.
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