Sette idee per vivere l’atmosfera natalizia tra lo shopping nei mercatini, passeggiate in borghi vestiti a festa e mirabili opere d’arte.
I podcast italiani dell’autunno 2023 da ascoltare
La nostra selezione di sette nuovi podcast in italiano per conoscere meglio la nostra società e ritrovare un po’ di calma in un periodo molto caotico.
Tra le varie figure mediatiche i podcaster sono quelle di cui si fida la più alta percentuale di persone. Lo dice uno studio di Acast condotto negli Stati Uniti, ma i podcaster in generale godono di un ottimo seguito anche nel nostro Paese. I podcast per molti rappresentano un rifugio sicuro. Uno spazio dove informarsi con calma, al riparo dal continuo flusso di notizie e non notizie. Uno strumento attraverso cui scoprire il mondo e andare in profondità nelle questioni, spesso attraverso la lente delle grandi e piccole storie umane.
Qui di seguito trovate – in ordine alfabetico – i sette podcast italiani, o in italiano, di questo autunno 2023 che, secondo noi, ci aiutano a conoscere meglio la società in cui viviamo e a orientarci nel caos in cui siamo immersi.
1. Caffaro, l’ultima barriera
Brescia è la città dove Nuri Fatolahzadeh e Laura Fasani sono nate e quella che ogni giorno raccontano come giornaliste del Giornale di Brescia. Brescia è anche la città al centro di uno dei peggiori disastri ambientali d’Italia: il disastro della Caffaro, azienda chimica che per decenni riversò nelle acque e nei campi della zona una sostanza altamente tossica, il policlorobifenile. Sebbene molti sapessero da tempo, la gravità della situazione emerse soltanto nell’agosto 2001 con un’inchiesta de La Repubblica. Le autorità sequestrarono terreni, animali, cibi. Era avvelenato tutto, incluso il sangue di migliaia di persone. Fatolahzadeh e Fasani hanno scavato in questa storia per mesi, una storia che rappresenta una ferita ancora aperta nella loro città; anche perché durante questi vent’anni le istituzioni non hanno fatto nulla. Il risultato è una serie audio in otto puntate in cui le voci delle vittime della Caffaro si intrecciano a coloro che nella fabbrica ci lavoravano. Il podcast ha esordito nei giorni in cui è iniziato un procedimento penale che finalmente potrebbe delineare la portata del disastro ambientale e chiarire di chi fu la responsabilità. istituzioni, che hanno deciso di non costituirsi come parte civile nel procedimento penale in cui la città e i suoi abitanti sono la prima parte lesa.
Il podcast è di Nuri Fatolahzadeh e Laura Fasani con Irpi Media e Il Giornale di Brescia, editing di Christian Elia e Giulio Rubino, montaggio e sound design di Riccardo Cocozza.
2. Disobbedisco – Sibilla Barbieri, l’ultimo viaggio per la libertà
La donna dal meraviglioso sorriso che vedete sulla copertina del podcast non esiste più. È morta il 31 ottobre 2023. Si chiamava Sibilla Barbieri, era nata nel 1965 a Roma, aveva due figli ed era una sceneggiatrice e produttrice. Era anche una malata oncologica, nonché consigliera dell’associazione Luca Coscioni. Quando i medici le hanno comunicato che non c’era più niente da fare, Sibilla Barbieri ha iniziato l’iter per ottenere il suicidio medicalmente assistito e morire a casa sua, a Roma. Non ci è riuscita: l’autorizzazione non è arrivata e per poter morire come avrebbe voluto è stata costretta a disobbedire, ad andare in una clinica in Svizzera. È però riuscita a trasformare la sua fine in un atto politico, con l’obiettivo di denunciare che cosa significa affrontare l’agonia di un tumore senza il supporto delle istituzioni. La giornalista Valentina Petrini ha trascorso con Sibilla parecchie ore nei suoi ultimi mesi di vita. Con questo podcast ha fatto da megafono alla sua storia, ma anche a quella di molte altre persone che attraverso la disobbedienza civile si sono battute per una legge sul fine vita. Perché, come dice Petrini, “nel tipo di morte che le è toccata ci sono tutte le contraddizioni del nostro tempo, le ingiustizie, le distorsioni, le cicatrici dei diritti negati”. Sullo stesso tema consigliamo anche Ti scorderai di me, di Giovanni Savarese con Sergio Ramazzotti per Audio Tales.
Il podcast è di Valentina Petrini con la collaborazione di Irene Noli per One Podcast, supervisione editoriale di Anna Silvia Zippel, produzione di Paolo Prosperini, editing di Giacomo Aloisi.
3. Mai annoiata – La vita e la lotta di Marcella Di Folco
Un giorno i due autori di questo podcast hanno notato, in un piazzale a Bologna, una targa che indicava che quel piazzale dal 2021 era intitolato a Marcella Di Folco. “Ma chi è Marcella Di Folco?”, si sono chiesti. Da quella domanda è nato un grandissimo lavoro, realizzato in modo del tutto indipendente, che ricostruisce la storia di colei che – dopo essere stata lanciata come attore da Federico Fellini – diventò la prima donna trans al mondo a essere eletta a una carica pubblica. Ma il podcast non è soltanto il racconto di una singola storia personale. È soprattutto un tentativo (ben riuscito) di spiegare cosa volesse dire essere una persona trans nell’Italia del secondo novecento e com’è stato possibile che degli individui ai margini della società riuscissero a costruire una comunità coesa nella lotta per i propri diritti. Nelle otto puntate di “Mai annoiata la vita e il percorso di Marcella Di Folco” verso la transizione sono messi in parallelo con il progressivo cambiamento della condizione delle persone trans, le rivendicazioni crescenti del movimento lgbqtia+ in Italia e l’iter della legge per la rettificazione di attribuzione del sesso anagrafico. Quando è morta, nel 2010, Marcella Di Folco rappresentava già da tempo il megafono di tutte le trans italiane. Nel 1988 era diventata presidente del Movimento Identità Trans e aveva creato a Bologna il consultorio sull’identità di genere. Questo podcast è un testamento delle sue battaglie, tutte mosse dalla speranza che le nuove generazioni non dovessero passare attraverso i pregiudizi e le negazioni dei diritti che aveva dovuto subire lei.
Un altro podcast molto interessante sul mondo lgbtqia+ è Pride Divas di Federica Monterisi e Mycah, sulle storie delle icone della comunità lgbtqia+.
Di Federico Fabiani e Francesca Sciacca, con la consulenza di Deborah Sannia, musiche originali e sound design di Francesco Bogini, Emanuel Garay e Riccardo Sanviti, direttore di produzione audio Sebastiano Rossi.
4. Oslo 30. L’illusione della pace
Il 13 settembre del 1993t Yitzhak Rabin e Yasser Arafat vennero immortalati mentre si stringevano la mano nel cortile della Casa Bianca di fronte all’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. Rabin era il primo ministro israeliano e Yasser Arafat il capo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Per la prima volta i due leader si davano la mano in pubblico. Qualche settimana prima, in Norvegia, avevano firmato i cosiddetti Accordi di Oslo, che avrebbero dovuto avviare un processo per mettere fine al conflitto tra israeliani e palestinesi. Gli accordi prevedevano anche che entro cinque anni i palestinesi avrebbero dovuto autogovernare la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Questo podcast a metà tra documentario e reportage, lanciato appena un mese prima dello scoppio della nuova guerra tra Israele e Palestina, ricostruisce attraverso le voci di testimoni ed esperti che cosa successe esattamente durante i negoziati segreti in Norvegia, perché le cose dopo non andarono come accordato e qual è oggi la situazione tra Israele e Palestina. Eccellente, tra le altre cose, il lavoro di indicazione delle fonti che trovate nella descrizione degli episodi. Una puntata extra, la nona, si concentra sui fatti successivi agli attacchi terroristici di Hamas in Israele del 7 ottobre. Per approfondire il contesto attuale e le sue radici consigliamo anche le ultime puntate di Racconti da Gaza del giornalista Valerio Nicolosi (che peraltro è tra i doppiatori dell’ultima puntata di Oslo 30): un podcast che compensa la scarsa qualità dell’audio con l’altissimo livello giornalistico e l’immenso spessore umano. E ascoltate anche Le ali di Vik di Samuele Sciarrillo, sulla storia dell’attivista e giornalista Vittorio Arrigoni, rapito e ucciso nella Striscia di Gaza nel 2011.
Di Anna Maria Selini per Altreconomia, sound design di Luca Bozzoli.
5. Out Now – La finanza etica contro l’Apartheid
Nell’ottobre del 1986 il Senato statunitense approvò, nonostante l’opposizione del presidente Ronald Reagan, una proposta di legge che prevedeva diverse sanzioni economiche contro il Sudafrica, tra cui il divieto per tutte le aziende Usa di fare investimenti nel Paese. L’obiettivo era spingere il governo sudafricano a mettere fine all’Apartheid. Il cosiddetto Comprehensive Anti-Apartheid Act era il culmine di una lotta che associazioni e gruppi di attivisti conducevano negli Usa sin dai tempi del massacro di Sharpeville del 21 marzo 1960, quando la polizia uccise 69 persone che manifestavano pacificamente nella township sudafricana contro le politiche razziste del governo bianco. Ed era anche l’emblema di un nuovo paradigma della finanza, grazie a cui gli investimenti diventano un’arma per portare avanti idee, battaglie e valori. La nuova serie audio del magico team di Bank Station racconta proprio in che modo il movimento anti-Apartheid statunitense contribuì, attraverso la leva della finanza etica, a mettere fine al regime di segregazione razziale iniziato in Sudafrica nel 1948. Un lavoro coinvolgente e molto istruttivo, che delinea con chiarezza come il potere può essere indirizzato a fin di bene.
Di Chiara Castellana e Luca Dann, prodotto da Bank Station con Etica Sgr, voci narranti di Francesco Namari, Luca Dann e Chiara Castellana, sound design di Andrea Roccabella.
6. Quella notte senza luna
Lo scorso 3 ottobre era il decimo anniversario della strage di Lampedusa. Ricordate? Nella notte senza luna del 3 ottobre del 2013 un peschereccio in avaria partito dal porto di Misurata naufragò al largo dell’isola siciliana con il suo carico umano: cinquecento uomini, donne e bambini in maggioranza eritrei. Qualcuno a bordo aveva dato fuoco a un telo intriso di benzina per attirare l’attenzione. Le fiamme si propagarono sul ponte, i passeggeri nel panico si spostarono sull’altro lato dell’imbarcazione e il peschereccio si ribaltò. Morirono 368 persone. Fu una delle più gravi catastrofi avvenute nel Mediterraneo. Dal 2013 a oggi di tragedie simili ce ne sono state molte altre, con i soliti rimpalli di responsabilità e le promesse non mantenute. Questo podcast lo fa emergere in modo molto chiaro. La narrazione prende le mosse da quel 3 ottobre, attraverso le voci di chi ne fu coinvolto. La commozione per le morti spinse il Governo italiano a dare il via all’Operazione Mare Nostrum per intercettare i barconi e salvare vite. Il Parlamento decretò il 3 ottobre come la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”. Ma nel giro di poco tempo sia l’Italia sia l’Europa riniziarono la loro lotta contro i migranti e le ong che si adoperano per salvarli. E oggi qual é la situazione? Cos’è cambiato in questi dieci anni? Nel quinto e ultimo episodio l’autore e voce del podcast, Dario Paladini, si concentra sul naufragio verificatosi a Cutro il 26 febbraio 2023, con la testimonianza potentissima del giornalista afghano Alidad Shiri che a Cutro andò a cercare il cugino e finì per fare l’interprete per sopravvissuti e familiari delle vittime. Per chiarirvi ancora di più le idee sul tema dell’immigrazione ascoltate 10 risposte sui migranti, de Il Post.
Il podcast è di Dario Paladini per Intreccimedia con Terre di mezzo Editore e Irpimedia, supervisione editoriale di Lorenzo Bagnoli, sound design, musiche originali e post produzione di Angelo Miotto.
7. Se domani non torno
Ricordando il femminicidio della sorella, Elena Cecchettin ha usato le parole dell’attivista e artista peruviana Cristina Torre Cáceres simbolo della lotta contro la violenza sulle donne: «Per Giulia non fate un minuto di silenzio. Per Giulia bruciate tutto». Bruciate tutto: la frase, diventata virale sui social, è stata scritta sugli striscioni e urlata nelle strade. Le parole di Cristina Torre Cáceres risalgono al 2011. Da allora in Italia sono morte per femminicidio quasi duemila donne. Ma cos’è davvero un femminicidio? Come va descritto? Quali sono le cause? In questo podcast in cinque puntate Silvia Boccardi e Camilla Ferrario lo spiegano con l’aiuto di esperte ed esperti: Donata Columbro, Chiara Saraceno, Maura Gancitano Davide Mezzanotte, Fabio Roia, Caterina Crapanzano, Jennifer Guerra, Lorenzo Gasparrini, Stefania Prandi e Marta Giuliani. “Perché se è vero chi muore di femminicidio muore sola, è vero anche che solo insieme possiamo far sì che se domani tocca a me, se domani non torno, io possa essere l’ultima”.
Di Silvia Boccardi e Camilla Ferrario per Will Media, supervisione editoriale di Francesco Zaffarano e Paolo Bovio, produzione è di Stefano Mangone, post produzione è di Chora Media.
Bonus track, altri podcast italiani se vi rimane tempo
- A domani – La scomparsa di Giacomo, di Niccolò Agliardi per Vois e Il Corriere della Sera, un’indagine sui motivi che hanno portato Giacomo Sartori a togliersi la vita e sulle fragilità umane;
- Vajont 1963. L’Onda, di Carla Manzocchi per Rai Radio 1, un racconto sul disastro del Vajont e sulle domande che ci costringe a farci ancora oggi;
- L’ultimo cristallo, di Enrico Brizzi per Chora Media con il Gruppo Hera, un viaggio da Milano alla cima della Marmolada per conoscere meglio l’impatto ambientale e socio-economico dei cambiamenti climatici;
- La prima miniserie di Scomplicalo, di Francesco Oggiano per Will Media con Assolombarda, una guida per affrontare con consapevolezza la rivoluzione dell’intelligenza artificiale;
- Una mattina a Fiumicino, di Michela Chimenti per Storytel, documentario che ricostruisce la strage dimenticata avvenuta il 17 dicembre 1973 nell’aeroporto romano.
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