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Oltre – per non tornare indietro. La storia del podcast
Un racconto dei contenuti di Oltre – per non tornare indietro, un podcast per riflettere su come superare l’emergenza sanitaria e climatica.
La sensazione che si ha in questo periodo è un po’ quella di essere usciti da un tunnel lunghissimo, come una di quelle gallerie in montagna che sembrano non finire più. Abbiamo fatto i piani per le vacanze, abbiamo ricominciato a vedere gli amici a cena, abbiamo smesso di cucinare pizze e litigare con sconosciuti per il lievito. Le piante che avevamo cresciuto durante il primo lockdown sono lì a fissarci e noi imperterriti continuiamo a dimenticarci di annaffiarle. Persino le palestre hanno riaperto e adesso non abbiamo proprio più scuse per non andarci. Comincia così Oltre – per non tornare indietro, il nuovo podcast LifeGate disponibile su Spotify, Spreaker e Apple podcast da martedì 20 luglio.
Oltre non è l’ennesimo podcast sul coronavirus. Non parla di dati, di polemiche, di vaccini e nemmeno di polemiche sui vaccini. Al contrario vuole essere uno strumento concreto per superare il periodo di emergenza e per non tornarci in futuro.
Di cosa parla Oltre
Quando ho iniziato a scrivere Oltre, c’era una domanda alla quale volevo assolutamente rispondere: possiamo considerarci liberi? Le restrizioni sono state sollevate, la campagna vaccinale procede, ma il peggio è davvero passato? Per rispondere, ho chiesto il contributo di quattro persone che nell’ultimo anno e mezzo si sono distinte per il loro approccio a questi temi: David Quammen, l’autore del libro più citato degli ultimi due anni, Spillover; Sabrina Giannini, giornalista di inchiesta e autrice del programma Indovina chi viene a cena; Angelo Vaira, divulgatore scientifico e insegnante di meditazione; e Richard Louv, giornalista e autore del libro L’anima animale.
Nel corso delle quattro puntate sono stati analizzati alcuni aspetti della pandemia che non possono essere ignorati. Nella prima puntata si parte dallo spillover, il salto di specie, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) avrebbe trasmesso il Sars-Cov-2 da un animale all’essere umano. Da lì, si fa un passo indietro, cercando di capire cosa abbia portato a quel momento.
“La vera causa? È il contatto con gli animali selvatici. E quello da cosa è causato? […] Da tutte le relazioni malate che noi, come esseri umani, abbiamo con gli animali”, ha spiegato Quammen. “Cosa mangiamo, cosa indossiamo, cosa compriamo, quanto viaggiamo, quanti figli abbiamo, se ne abbiamo. Tutte queste scelte danno a ognuno di noi un certo grado di responsabilità per il fatto che i virus si diffondano e causino pandemie”.
Cibo e pandemie
Parlando con gli ospiti, è stato chiaro fin da subito il ruolo che il sistema alimentare moderno sta giocando nella diffusione di nuovi virus e come questo sia legato anche alla crisi climatica. Il 70 per cento delle malattie che si sono diffuse negli ultimi anni è di origine zoonotica, questo significa che derivano dagli animali. La maggior parte proviene dalla fauna selvatica, ma anche il bestiame rappresenta una potenziale grave minaccia per la salute pubblica, come hanno già dimostrato i virus dell’influenza suina e aviaria. “Il punto è cosa scelgo di mangiare giorno per giorno. Il problema è non occuparci di questa cosa, non sollevare la questione”, racconta Vaira nella seconda puntata.
“I suini sono molto simili all’uomo, ad esempio nei recettori respiratori”, spiega Giannini. “È chiaro che questa pandemia era prevista e prevedibile. Si pensava passasse attraverso un suino perché è l’unico animale che può fare da ponte e sono molto diffusi. In Danimarca un noto microbiologo ha detto che era incredibile che non si fossero fatti tamponi ai suini”.
Come non far scoppiare la prossima pandemia
C’è un altro aspetto che è emerso in modo inequivocabile durante questa pandemia: la solitudine. Gli esseri umani si sentono soli, tra di loro e nel mondo, perché hanno dimenticato come si vive in armonia con altri esseri viventi. Richard Louv affronta questo tema nel suo libro L’anima animale e in Oltre spiega come il lockdown abbia peggiorato questa cosa.
Nella terza puntata, si parla del rischio di nuove pandemie e di due concetti introdotti da David Quammen, che sono comuni anche alla crisi climatica: la mancanza di immaginazione e di attenzione. “La mancanza di immaginazione è anche più nociva nel caso della crisi climatica perché si tratta di una crisi al rallentatore, a differenza della Covid-19 che è degenerata rapidamente. Il risultato delle nostre scelte di oggi ricadrà sulle prossime generazioni, su persone che – se ci pensate – non sono neanche ancora nate”, ha spiegato.
Andare Oltre
Nella quarta e ultima puntata si cercano, infine, le soluzioni a lungo termine per uscire sia dalla crisi sanitaria che da quella climatica. “Abbiamo un problema che è più serio e a lunga scadenza della Covid-19: il rifiuto della scienza, il negazionismo verso la scienza, la paura della scienza”, racconta Quammen. “Eppure la scienza, l’educazione dei bambini sono un’altra forma di vaccino. Sono un vaccino contro l’ignoranza”.
Giannini si interroga poi sulla protezione degli ecosistemi, mentre Louv e Vaira analizzano i benefeci che il contatto con la natura genera per la salute umana. Il finale è tutto da scoprire, godetevelo.
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