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La polizia uccide tre persone al giorno negli Stati Uniti
Di questo passo, entro la fine del 2015 la polizia americana ucciderà oltre 1.100 persone in un anno raggiungendo la media assurda di tre morti al giorno. La stima è stata fatta da un’indagine del Guardian che da tempo ha deciso di seguire da vicino la questione attivando un contatore (The counted) che tiene traccia, anche
Di questo passo, entro la fine del 2015 la polizia americana ucciderà oltre 1.100 persone in un anno raggiungendo la media assurda di tre morti al giorno. La stima è stata fatta da un’indagine del Guardian che da tempo ha deciso di seguire da vicino la questione attivando un contatore (The counted) che tiene traccia, anche grazie alle segnalazioni dei lettori, delle persone che ogni giorno vengono uccise negli Stati Uniti per mano di un agente locale o delle forze dell’ordine federali.
A pochi giorni dalla fine del 2015 il conteggio è di 1.115 morti. Lo scopo del contatore è colmare il vuoto d’informazione, ma soprattutto di consapevolezza dimostrato dalle autorità e dall’amministrazione americana in seguito all’episodio spartiacque che si è verificato l’8 agosto 2014 quando Michael Brown, un ragazzo nero di 18 anni, è stato ucciso dalla polizia locale nonostante fosse disarmato. Un fatto che ha provocato scontri e tensioni da tempo dimenticate per le strade di Ferguson, nello stato del Missouri. Proteste che nel giro di poche settimane si sono allargate a macchia d’olio in tutto il paese.
I dati del Guardian mostrano una proporzione inquietante, con un tasso di cittadini neri uccisi doppio rispetto ai bianchi e ai latini e agli ispanici (6,56 neri uccisi ogni milione di abitanti, contro 2,72 bianchi e 3,08 latini). In termini assoluti, i bianchi uccisi finora sono 538, i neri sono 276 e 171 gli ispanici.
Anche se è sempre difficile fare paragoni con altri paesi, va detto che – sempre secondo il Guardian – negli Stati Uniti, con una popolazione di 316 milioni di abitanti, sono state uccise 59 persone in 24 giorni dalle forze dell’ordine nel 2015, mentre in Inghilterra e Galles, che contano quasi 57 milioni di abitanti, la polizia ha ucciso 55 persone in 24 anni.
Un altro paragone è quello che vede gli Stati Uniti messi a confronto con la Germania (80,7 milioni di abitanti). Nel primo sono stati uccisi 19 neri disarmati nei primi cinque mesi del 2015. In Germania sono stati uccisi 15 cittadini armati o disarmati di qualsiasi colore o etnia in due anni, dal 2010 al 2011.
Uno degli ultimi episodi di violenza ingiustificata si è verificato a Baltimore County, dove un agente di polizia di nome David Earomirski ha sparato a un ragazzo nero di 19 anni di nome Keith Harrison McLeod, reo di aver fatto il gesto della pistola con le mani, e di averla puntata contro l’agente gridando “Ti uccido”.
Poco importa se la diffusione delle armi negli Stati Uniti è unica al mondo, poco importa se il culto della pistola è sacro e nemmeno il presidente Barack Obama è riuscito a scalfirlo per non “infastidire” la lobby delle armi ben descritta da Michael Moore nel documentario Bowling a Columbine. Quello che importa è sapere che esiste un’alternativa. In Norvegia gli agenti hanno sparato solo due colpi di pistola senza uccidere, né ferire nessuno nel 2014. Eppure nel 2011 un uomo di nome Anders Breivik ha causato una strage senza precedenti uccidendo 69 ragazzi colpevoli di far parte della nuova generazione liberale e progressista del paese scandinavo. Una strage che, purtroppo, non ha nulla da invidiare a quella di Columbine del 1999.
Ultimo aggiornamento: 28 ottobre
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