Giovedì 22 ottobre la Corte costituzionale della Polonia ha decretato che l’aborto viola la Costituzione anche quando è legato a malformazioni del feto gravi e incurabili. La legislazione del Paese era già tra le più restrittive d’Europa, ma con questa sentenza – che non prevede la possibilità di fare ricorso in appello – sancisce un divieto pressoché totale.
La Polonia verso un divieto di aborto quasi totale
Permettere l’interruzione di gravidanza quando il feto evidenzia problemi genetici equivarrebbe a legalizzare “pratiche eugenetiche su un bambino non ancora nato, negandogli così il rispetto e la tutela della dignità umana”. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza, a firma della giudice Julia Przylebska. Una pratica che, continua, risulterebbe discriminatoria nei confronti del feto stesso, dal momento che la Costituzione garantisce il diritto alla vita.
Per le donne polacche, così, abortire diventa virtualmente impossibile. O meglio, resta formalmente lecito solo in caso di incesto, violenza sessuale o serie minacce per la loro salute. Casistiche che ad oggi vengono chiamate in causa estremamente di rado: secondo i dati riportati dal New York Times, le malformazioni del feto erano la causa di 1.074 interruzioni di gravidanza sulle 1.100 che sono state praticate legalmente lo scorso anno.
Il rischio degli aborti clandestini o all’estero
È “un giorno triste per i diritti delle donne”, scrive su Twitter la politica e attivista bosniaca Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa. Ora, sostiene, coloro che se lo potranno permettere faranno ricorso all’aborto clandestino. Oppure si sposteranno all’estero, come già fanno tra le 80 e le 120mila persone ogni anno, secondo alcune stime diffuse dalle organizzazioni di attivisti. Per tutte le altre, conclude Mijatovic, “sarà un calvario ancora peggiore”.
Removing the basis for almost all legal abortions in #Poland amounts to a ban & violates #HumanRights. Today’s ruling of the Constitutional Court means underground/abroad abortions for those who can afford & even greater ordeal for all others. A sad day for #WomensRights.
— Commissioner for Human Rights (@CommissionerHR) October 22, 2020
Positiva invece la reazione del presidente della Repubblica Andrzej Duda, esponente di un partito conservatore di ispirazione clericale. Le sue opinioni sull’aborto “sono ben note, ma non sono cambiate”, ha dichiarato il suo portavoce Blazej Spychalski all’agenzia di stampa Polska Agencja Prasowa. “Esprimiamo soddisfazione per il fatto che il Tribunale costituzionale si sia schierato dalla parte della vita”.
Le donne polacche scendono in piazza
A poche ore dall’annuncio della sentenza, migliaia di donne si sono riversate nelle piazze di Varsavia, Cracovia, Łódź e Stettino. Hanno marciato portando con sé candele o cartelli che parlavano esplicitamente di “tortura”. A Varsavia sono arrivate fino all’abitazione del vicepremier Jarosław Kaczyński, dove si è venuto a creare uno scontro con le forze dell’ordine, che hanno usato lo spray al peperoncino contro le manifestanti. Quindici di loro sarebbero state trattenute.
L’Aia accusa ufficialmente Netanyahu e Gallant di crimini di guerra a Gaza. Per la prima volta nella storia della Corte si chiede l’arresto di leader occidentali.
Il paese del Caucaso punta su eolico, solare e idroelettrico. Ma il legame con il petrolio è ancora forte. Quali progetti ci sono nel cassetto e che ruolo gioca l’Europa.
Israele a Gaza sta attuando politiche che privano deliberatamente la popolazione delle risorse per vivere. Per il Comitato speciale dell’Onu è genocidio.
La società di contractor accusata di aver torturato i detenuti del carcere di Abu Ghraib è stata condannata a pagare un risarcimento danni di 42 milioni