I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.
- I polpi, insieme a diverse specie di pesce, creano dei gruppi per agevolare la caccia
- Chi non aiuta abbastanza, o si approfitta del lavoro altrui, viene individuato e colpito
- Ancora non è chiaro se i polpi si ricordano quali sono i pesci che li hanno aiutati
Come dice il proverbio l’unione fa la forza e i polpi, tra gli animali più affascinanti presenti sulla terra lo sanno bene. In questa vicenda il protagonista è il polpo indopacifico che si allea con diverse specie di pesci per catturare più facilmente le prede, facendo però molta attenzione ai furbetti. Infatti, chi cerca di intrufolarsi e approfittare del lavoro del gruppo si prende un bel colpo di tentacolo.
Polpi e pesci compagni di caccia
Nonostante siano animali generalmente solitari possono lavorare insieme a diverse specie di pesci per trovare le prede e riconoscere i membri del gruppo che non aiutano nella caccia. Questa è la conclusione di uno studio focalizzato sui branchi di caccia caratterizzati dalla presenza di un polpo indopacifico (Octopus cyanea) e alcune specie di pesci come la triglia blu (Parupeneus cyclostomus) e la cernia indopacifica (Epinephelus fasciatus). I gruppi di caccia, con questa composizione, erano già stati descritti per la prima volta negli anni 90, ma si presumeva che i pesci seguissero il polpo con la speranza di mangiare qualche avanzo o qualche preda sfuggita dalle sue grinfie.
Oggi, come afferma Eduardo Sampaio, ricercatore del Max Planck institute per il comportamento animale in Germania, sappiamo perché lo fanno: “i pesci esplorano il fondale cercando potenziali prede e poi chiamano il polpo per stanarle dalle fessure. Inoltre, i polpi colpiscono quei pesci che si aggirano intorno al branco senza aiutare, poiché hanno capito che stanno sfruttando il loro lavoro”.
I pesci cercano le prede, il polpo le stana
Il polpo indopacifico, come suggerisce il nome, è molto comune in questa regione biogeografica, infatti lo si trova ovunque dal mar Rosso alle Hawaii. Il suo modo di cacciare viene definito web-over. In pratica si avvolge intorno a oggetti, come le rocce, formando una sorta di sacca con la membrana presente tra i suoi tentacoli riuscendo così a intrappolare piccoli animali. Quando un polpo caccia in solitaria fa molti web-over in rapida successione, al contrario, quando è in compagnia dei pesci ne fa meno, ma più lunghi, a volte anche per più di un minuto (secondo uno studio parallelo: quando un web-over dura per così tanto tempo è perché il polpo ha catturato qualcosa). Durante 120 ore di immersioni nel mar Rosso, Sampaio e il suo gruppo di ricerca, ha registrato 13 di queste cacce di gruppo. Sono poi stati registrati manualmente i movimenti tridimensionali di ogni membro del gruppo in modo da poter essere analizzati statisticamente. Le immagini, e i dati, hanno rivelato che non sono solo i pesci a seguire il polpo ma anche il polpo segue i pesci. Hanno anche notato che se un pesce si muove diritto e veloce verso una posizione è un chiaro segnale che c’è qualcosa di interessante. Non solo, se il polpo ignora questo movimento, il pesce continua a nuotare avanti e indietro finché non attira la sua attenzione.
Una punizione per chi sfrutta il lavoro degli altri
Come anticipato, la triglia e la cernia sono gli “amici” più stretti del polpo, ma i ricercatori hanno individuato circa sei specie di pesci che fanno comunella con i polpi. Ciascuno di essi ha le sue abilità e astuzie: il pesce triglia si è rivelato essere quello più propenso alla caccia, cercando attivamente la preda e richiamando più spesso l’attenzione del polpo, mentre la cernia più furbetta non ha faticato molto. Tuttavia, il polpo – animale molto intelligente – difficilmente si inganna. Nelle varie registrazioni è stato osservato il polpo colpire a suon di botte di tentacoli in ben 27 occasioni le cernie, colpevoli di non averli aiutati e aver sfruttato il lavoro del gruppo. Al contrario, le triglie sono state colpite solamente 3 volte. Questo, a detta dei ricercatori, è un possibile segnale di una sorta di riconoscimento a livello di specie: tu sei una specie buona e utile per cacciare puoi rimanere nel gruppo. Ancora non è chiaro se il polpo si ricorda quale pesce in precedenza è stato utile o meno, è un aspetto molto difficile da studiare soprattutto perché è quasi impossibile riconoscere un polpo da un altro senza nessun segno di riconoscimento.
La morale quindi è che non è importante che tu sei una triglia o una cernia, l’importante è che non fai arrabbiare il polpo!
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