La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
In Australia è stato osservato un comportamento particolare tra i polpi: il lancio di oggetti da parte delle femmine verso i maschi che le infastidivano.
Nel mondo animale può capitare di osservare alcune specie lanciare oggetti di vario tipo. Le motivazioni possono essere varie: difendersi da un predatore, da una minaccia, o cacciare una preda. Il lancio degli oggetti è una pratica generalmente considerata umana e che probabilmente ha contribuito all’evoluzione dei nostri antenati, ma negli animali troviamo alcuni esempi nei primati, scimpanzé e scimmie cappuccine, negli elefanti e negli uccelli. Un comportamento molto studiato di questo tipo è anche la predazione del pesce arciere che, con uno spruzzo d’acqua molto preciso, colpisce e fa cadere in acqua le sue prede. Tutti comportamenti e interazioni che, quindi, di solito si verificano tra specie diverse.
Al largo della costa orientale australiana, tra il 2015 e il 2016, un gruppo di ricercatori ha posizionato delle telecamere subacquee in un’area molto ristretta, di circa otto metri quadrati, dove inusualmente, nel periodo di studio, si riuniva un grandissimo numero di polpi selvatici, i polpi tetri o di Sidney (Octopus tetricus). Le riprese avevano l’obiettivo di osservare le numerose interazioni tra i polpi, come le lotte, a diversi livelli di intensità, e gli accoppiamenti. Ma il comportamento più interessante che è stato osservato è stato un movimento coordinato delle braccia e del sifone: un lancio di materiale, limo soprattutto.
Da questa strana osservazione è nato lo studio, ancora in pre-print, intitolato In the line of fire: debris throwing by wild octopuses. I ricercatori, analizzando i filmati, hanno constatato che la maggior parte di questi lanci veniva effettuata dalle femmine, con un bersaglio preciso, i maschi. Molto probabilmente questi lanci erano in risposta ai continui tentativi di accoppiamento da parte del maschio, così la femmina infastidita, raccoglieva del limo e lo lanciava. A differenza dei lanci tipicamente umani, quindi con la forza esercitata dal braccio, il polpo utilizza la sua rete di braccia per raccogliere a sé gli oggetti da lanciare, dopodiché con la forte pressione del getto generata dal sifone lancia il materiale.
Un comportamento molto interessante osservato non è stato solamente il lancio della femmina, ma anche la reazione del maschio: infatti, cercava di schivare i lanci. In alcuni casi si abbassava nel momento della preparazione al tiro, in altri subito dopo il lancio. Inoltre, sono stati osservati dei polpi alzare le braccia in direzione del lanciatore senza abbassarsi. Tuttavia, il maschio, in nessun caso ha “risposto al fuoco”. Per questo motivo, gli autori hanno ipotizzato che i lanci abbiano principalmente un ruolo sociale, poiché non sono state osservate delle situazioni come una reazione da parte del bersaglio, una lotta iniziale che abbia scaturito il lancio o una lotta successiva.
Con questo studio, una volta pubblicato, si potrà quindi inserire il polpo nella corta lista di animali lanciatori di oggetti. Ma, in particolare, se questi lanci avessero veramente un ruolo sociale e quindi diretti ad individui della stessa specie, sarebbe una delle forme più insolite di lanci, non umani, nel mondo animale.
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