
Questo hummus preparato con carote, curry e menta è una variante della classica ricetta con i ceci, altrettanto fresca e gustosa!
I pomodori si sono evoluti nel tempo, trasformandosi da piante medicinali e ornamentali fino a divenire gli ortaggi più diffusi nel mondo. Le varietà censite sono più di 10mila con caratteristiche che ne differenziano l’uso in cucina. Tra i componenti del pomodoro spicca il licopene, il pigmento che dona il coloro rosso e che è
Pomo d’oro, o pomidoro. Piace chiamarlo anche così il pomodoro, come un tempo, riferendosi forse ai pomi d’oro del giardino delle Esperidi. E, in effetti, i pomodori nella storia hanno cambiato colore, ma anche nome e soprattutto usi e favori. Pietro Andrea Mattioli diventa tra i primi testimoni di questi cambiamenti, nel 1584, quando in un commento del suo “Discorsi sul de materia medica di Dioscoride” osserva: “Portansi à tempi nostri d’un’altra spetie [di frutti] in Italia schiacciate come le mela rose, e fatte à spichi, di colore prima verdi, e come sono mature, di colore d’oro, le quali pur si mangiano nel medesimo modo”.
In alcun piante rosse come il sangue, in altre color giallo d’oro
Ma oltre al loro colore, anche il loro nome può confonderci. L’origine latina “pomum”, infatti, significa “frutto”, mentre siamo abituati a conoscerli come ortaggi. In realtà i pomodori sono proprio i frutti della pianta del pomodoro, la Lycopersicon esculentum o Solanum lycopersicum, in quanto ne contengono i semi e si sviluppano dai suoi fiori. Lo spiega chiaramente un articolo di Eufic, il Consiglio europeo di informazione alimentare – organizzazione orientata a rendere più comprensibile al consumatore la scienza dell’alimentazione e della salute -, chiarendo la distinzione tra classificazione botanica (frutto) e quella culinaria (ortaggio): “Frutti botanici che dal punto di vista culinario sono considerati come verdure”.
La pianta del pomodoro è un’erbacea, con il fusto rampicante che può arrivare fino a 2 m di altezza e piccoli fiori gialli a grappolo da cui si sviluppano i frutti, i pomodori appunto, con buccia rossa, ma talvolta anche arancio, giallastra o con venature verdastre, più o meno scure. Appartiene alla famiglia delle solanacee ed è originaria del Perù, in America, dove gli Indios ne consumavo i frutti per uso alimentare principalmente nelle salse (in azteco “molli”, da cui il tipico “mole” messicano). È da lì che la specie con dimensioni “a ciliegia” di colore dorato venne importata in Europa nella prima metà del ’500, prima in Spagna, poi in Italia. Si è diffusa quindi nelle zone a clima temperato, con innumerevoli varietà. Fin quando, nell’‘800, nasce la conservazione alimentare in scatola e l’uso del pomodoro si diffonde in tutto il mondo, indipendentemente dalla zona di produzione e dalla stagionalità. In Italia rappresenta l’ortaggio maggiormente coltivato.
Gialli, verdi, neri: i pomodori non sono solo rossi, anche se in questi è maggiore la concentrazione di licopene (da qui il nome della pianta Solanum lycopersicum), un carotenoide importante nella prevenzione dei tumori. E poi tondi, allungati, lisci o costoluti, piccoli o grossi: forme diverse, alle volte bizzarre, e ricche di sorprese. La varietà censite sono oltre 10mila con caratteristiche che rendono ogni tipo di pomodoro adatto ad un particolare uso in cucina. Insalatona? Sughetto per la pasta? Contorno saporito? Succo o essiccazione? Abbiamo selezionato le varietà più diffuse per capire come orientarsi quando si fa la spesa.
Oggi i pomodori sono considerati frutta botanicamente e verdura culinariamente parlando. Dal punto di vista nutrizionale, possono far parte delle porzioni di frutta e verdura consigliate 5 volte al giorno. Sono ricchi di acqua, vitamina A e C (nella dieta mediterranea ne sono la seconda fonte dopo le arance), di sali minerali anti radicali liberi come zinco e selenio, sono diuretici e hanno un leggero effetto lassativo. Grazie alla presenza di acidi che agiscono sul Ph dello stomaco, stimolano la secrezione gastrica, facilitando la digestione. Il loro scarso apporto di calorie, 18 per 100 g di pomodori, li rende ben accetti anche in una dieta ipocalorica. Ma soprattutto, come accennavamo, nei pomodori è presente un alta concentrazione di licopene, un antiossidante importante nella prevenzione dei tumori, che gli dona il tipico colore rosso a cui siamo tanto abituati. Curioso è il fatto che la cottura del pomodoro, indebolendo le fibre di cellulosa, renda il licopene più facilmente utilizzabile dal nostro organismo. Per questo sughi e concentrati di pomodoro sono buoni alleati della salute.
Tullio Gregory nel suo articolo “Il pomodoro nella storia” ricorda le parole del medico e naturalista Costanzo Felici che in una lettera a Ulisse Aldrovandi del 10 marzo 1572 indicava così le qualità dei pomodori:
Pomo d’oro, cosiddetto volgarmente dal suo intenso colore, overo pomo del Perù, quale o è giallo intenso overo è rosso gagliardamente […] ancora lui da ghiotti et avidi de cose nove è desiderato […] ma al mio gusto è più presto bello che buono.
Non proprio una leccornia quindi, ma piuttosto una curiosa stravaganza per giardini. È infatti solo dal ‘700 che si sviluppa il suo uso più strettamente alimentare e culinario.
In cucina i pomodori sono davvero molto generosi. Sceglieteli sempre ben sodi, e possibilmente rossi e maturi, perché quelli acerbi potrebbero contenere maggiori quantità di licopersicina (un alcaloide blandamente tossico che si disperde appunto con la maturazione). La loro stagione di raccolta è l’estate, ma grazie alla conservazione in scatola, in vetro, tramite essiccazione o in pasta in tubetto possiamo goderne praticamente tutto l’anno. Quando infatti sono al culmine della loro maturazione, la tradizione italiana vuole che si trasformino in salsa, da conservare in bottiglie o barattoli per lungo tempo (intorno ai 10-11 mesi), una base ideale per sughi appetitosi di paste e pasticci, pizze e perfino cocktails, come il celebre Bloody Mary. Anche in concentrato è ideale per insaporire e donare il gusto e un tocco di colore a zuppe, primi piatti e intingoli vari. Essiccarli al sole ben maturi è un altro metodo straordinariamente goloso per conservarli.
Una volta secchi, i pomodori sono infatti pronti per essere conservati sott’olio di oliva extravergine per circa 3 mesi (anche 18 se custoditi in frigorifero). E i pomodori freschi? Si prestano a ricette infinite. Crudi o cotti, riescono ad amalgamare con il loro tocco dolce acidulo svariate preparazioni. Tagliati a minuscoli dadini e conditi a piacere con i sapori del Mediterraneo (olive, capperi, cipolla, basilico,…), creano sfiziose bruschette o panzanelle. Frullati freschissimi e crudi sono i protagonisti del gazpacho andaluso. Affettati, un filo d’olio e basilico accompagnano la mozzarella nella più classica delle capresi.
Ma a maggior ragione, visto che la cottura ne potenzia l’attività antiossidante, gustiamoli saltati in padella con olio, aglio e qualche foglia di basilico: in un attimo rendono ghiotto qualsiasi formato di pasta. Ripieni e cotti al forno possono essere consumati anche il giorno dopo. Poi cotti, quasi “stracotti”, si possono trasformare in pappa al pomodoro, un classico della cucina toscana. Quando invece sono ancora sodi e verdi, si prestano ad essere fritti. A dimostrazione di come la versatilità sia davvero uno dei punto di forza di questo meraviglioso dono dell’orto estivo.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Questo hummus preparato con carote, curry e menta è una variante della classica ricetta con i ceci, altrettanto fresca e gustosa!
Un’insalata a base di patate e sapori mediterranei in cui il profumo dei capperi e dell’origano di Pantelleria fanno la differenza.
Diffuso nella cucina mediterranea e mediorientale, il bulgur è grano duro integrale spezzato, che viene cotto al vapore, essiccato e macinato.
Tra i legumi più conosciuti ci sono i fagioli, apprezzati in cucina e utili per una dieta equilibrata. Scopriamo come valorizzarli.
I piselli, sazianti e ipocalorici sono il cibo giusto per la dieta disintossicante di primavera. Benefici, consigli e ricette.
Fagioli, lenticchie, ceci, fave, piselli, soia: tra gli alimenti vegetali i legumi sono i più nutrienti, ricchi in fibre e proteine di qualità.
La specie originaria è la capsicum, coltivata poi in tantissime varietà. I peperoni sono classificati in base alla forma (tondi, quadrati, allungati) e alla piccantezza (dolci o piccanti). Sono fonte di vitamina C e betacarotene. A crudo nelle insalate, alla griglia, ripieni o fritti, i peperoni sono senza dubbio i più aperitivi, rinfrescanti e accattivanti
Dai terroir italiani d’eccellenza a una ricetta esclusiva. L’avventura di uno chef stellato alla ricerca di ingredienti unici.
Calda, avvolgente, dolce e gustosa, la ricetta della zuppa di cavolo nero, zucca e cannellini è un toccasana per affrontare il freddo dell’inverno.