Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Secondo il Living Planet report 2024 del Wwf le popolazioni di vertebrati sulla terra sono diminuite del 50 per cento negli ultimi cinquant’anni. Si tratta di un dato terrificante che riflette quanto ci sia stata una perdita di biodiversità negli ultimi decenni. Il problema principale è la distruzione degli habitat naturali che mette a repentaglio l’esistenza di molte specie in diverse aree del pianeta. A Porto Rico, però, si è deciso di fare diversamente. Lo stato caraibico ha recentemente annunciato la creazione di una nuova area marina protetta chiamata “I giardini sottomarini di Vega Baja e Manatí”. Si tratta di un’area molto importante dal punto di vista della biodiversità che ospita circa 14 specie a rischio di estinzione tra cui il trichecus manatus, noto come il lamantino dei caraibi.
Di che animale stiamo parlando?
Lungo circa 3 metri e pesante tra i 400 e i 600 chili, il lamantino dei caraibi è considerato uno dei mammiferi marini più caratteristici dell’America centrale. L’esemplare fa parte della famiglia dei trichecus che comprende tre sottocategorie: il lamantino africano, caraibico e delle amazzoni. Il suo corpo si è adattato completamente alla vita acquatica e non presenta pinne posteriori. È un gigante erbivoro che mangia molto (fino a 100 chili di piante acquatiche al giorno) e non ama molto la socialità. È raro, infatti, vedere questi animali interagire tra loro e spesso si muovono insieme soltanto alla ricerca di cibo. Nonostante questo, è da sempre considerato un mammifero “amico” dell’uomo e viene chiamato scherzosamente “mucca di mare”.
Le aree protette a Porto Rico
Lo stato di Porto Rico non è nuovo a iniziative simili ai Giardini sottomarini. In totale nell’isola si trovano circa 30 aree marine protette pari al 27 per cento del totale delle acque territoriali. Considerando che l’obiettivo delle Nazioni Unite è di proteggere il 30 per cento delle acque internazionali entro il 2030, possiamo dire che Porto Rico si sta portando avanti. “Ci sono voluti 16 anni di duro lavoro per arrivare qui. -spiega a Wcs news Ricardo Laureano, membro di Vidas (gli abitanti di Vega Baja per la promozione dello sviluppo ambientale), uno dei gruppi locali che si sono organizzati per istituire l’area marina di Vega Baja e Manatí – Nel corso degli anni, abbiamo bussato alle porte delle persone e abbiamo coinvolto leader locali e nazionali per evidenziare la necessità critica di proteggere questa riserva”.
Un hotspot di biodiversità
L’area marina protetta di Vega Baja e Manatí è parte di un progetto ambizioso, il Corridoio biologico dei caraibi, un’area che va da Porto Rico a Cuba creata per consentire una migrazione sicura tra gli habitat presenti sul territorio. La zona dei Caraibi è da sempre considerata un hotspot di biodiversità sia vegetale, vista la grande presenza di barriere coralline e foreste di mangrovie su tutta l’area che animale data la grande quantità di tartarughe marine, razze squali e altri animali tropicali. Porto Rico sta cercando di fare la differenza investendo nelle aree marine protette, il nostro paese deve prendere esempio.
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