Il Portogallo la scorsa settimana ha prodotto più energia rinnovabile del suo fabbisogno elettrico per 149 ore di fila: è record.
Il paese lusitano vanta condizioni geografiche e climatiche perfette per le rinnovabili, e da tempo ha messo in campo politiche per sfruttarle.
L’Italia avrebbe potenzialità simili, ma nel 2022 ha importato il 79,7 per cento dell’energia usata, ed è ancora legata al fossile.
Il Portogallo ha raggiunto un nuovo grande traguardo nella produzione di energia verde. Nel periodo compreso tra il 31 ottobre e il 6 novembre, il paese lusitano ha prodotto infatti più energia rinnovabile di quella necessaria per il suo fabbisogno elettrico per ben 149 ore consecutive, generando 1.102 gigawattora di elettricità rispetto agli 840 consumati nello stesso periodo. Ciò significa che la produzione di energia rinnovabile del Portogallo ha superato i bisogni energetici delle famiglie e dell’industria, risparmiando energia equivalente a 262 gigawattora. Dati che confermano il Portogallo come uno dei paesi leader in Europa nello sviluppo delle energie rinnovabili, con risultati eccezionali nella produzione e nel consumo di elettricità da fonti pulite.
Il Portogallo già nel 2019 aveva stabilito il record di 131 ore consecutive in cui l’offerta di energia verde aveva superato la domanda. Durante l’ultima settimana, il paese ha ancora una volta sorpassato se stesso, stabilendo altri due record significativi. Ancora per 131 ore, l’energia rinnovabile ha superato i bisogni dell’intero Sistema elettrico nazionale del Portogallo, comprese le esigenze di pompaggio nei bacini idroelettrici, senza il bisogno di utilizzare fonti di generazione termica convenzionali come le centrali a ciclo combinato a gas naturale. Inoltre, per 95 ore consecutive, la produzione rinnovabile ha superato il consumo senza l’utilizzo di centrali a ciclo combinato a gas naturale, permettendo addirittura al Portogallo di esportare elettricità alla Spagna.
I record raggiunti certificano una volta di più che il Portogallo sta percorrendo rapidamente una strada sostenibile nell’incorporazione progressiva delle fonti rinnovabili native, garantedosi allo stesso tempo sicurezza nell’approvvigionamento e qualità del servizio. Un esempio che potrebbe e dovrebbe essere seguito dall’Italia, che a dispetto di ottime potenzialità continua a investire sul gas.
Gli obiettivi di transizione energetica
Il Portogallo ha anche obiettivi ambiziosi per la transizione energetica: mira a generare l’85 per cento della sua elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030, dismettere tutte le centrali elettriche a gas naturale entro il 2040 e diventare carbon neutral entro il 2045.
Il Portogallo può contare su notevoli risorse naturali per le fonti rinnovabili, come l’eolico, il fotovoltaico, l’idroelettrico e l’energia geotermica. L’ubicazione del paese, con una bassa latitudine e un affaccio sull’Atlantico, crea condizioni favorevoli sia per l’insolazione solare che per i venti, rendendo l’eolico ed il fotovoltaico fonti di energia promettenti. Inoltre, il Portogallo ha un grande potenziale per l’energia marina, in particolare dalle onde, grazie alle sue famose spiagge costiere.
A ottobre 2023, le energie rinnovabili hanno generato il 67 per cento dei bisogni energetici del paese, principalmente grazie alle condizioni favorevoli per l’idroelettrico e l’eolico. Solo l’eolico ha raggiunto un nuovo massimo storico, battendo il record giornaliero di produzione di energia.
Il paragone impietoso con l’Italia
Le fonti rinnovabili hanno già soddisfatto il 56 per cento dei bisogni energetici del Portogallo dall’inizio dell’anno, con l’eolico al 24 per cento, l’idroelettrico al 18 per cento, il fotovoltaico all’8 per cento e la biomassa al 6 per cento. Il gas naturale e le fonti fossili hanno rappresentato il 21 per cento, mentre solamente il restante 23 per cento è stato importato da altri paesi. Nonostante sia uno dei paesi che attraversa una congiuntura economica più complicata, il Portogallo sta dunque dimostrando che è comunque possibile raggiungere traguardi significativi nella produzione di energia rinnovabile.
Il Portogallo ha deciso di chiudere i ponti con le energie fossili riuscendo a produrre nel mese di marzo tutta l'energia di cui hanno bisogno soltanto da fonti rinnovabili. Il solare galleggiante è solo uno dei sitemi con i quali c'è riuscito
Per fare un parallelo con l’Italia, che potrebbe vantare condizioni di partenza analoghe a quelle del Portogallo per l’utilizzo di rinnovabili (a parte l’affaccio sull’Atlantico) nel 2022 secondo i dati del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica il nostro Paese ha importato il 79,7 per cento dell’energia, e il mix utilizzato è stato composto da un 37,6 per cento di gas naturale, un 35,7 per cento di petrolio e prodotti petroliferi, e solo un 18,5 per cento da fonti rinnovabili.
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