Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
Potatura delle piante da frutto, 7 cose da sapere
Informazioni e consigli tratti da “Potatura facile”, un nuovo manuale illustrato che spiega come potare le piante da frutto.
- La potatura è spesso percepita come un argomento tecnico riservato a giardinieri e agronomi.
- Invece, con consapevolezza e osservando la pianta, tutti possono approcciarsi a questa pratica.
- Dal momento in cui potare a come valorizzare le ramaglie, abbiamo raccolto dal manuale “Potatura facile” 7 cose da sapere per iniziare.
Pubblicato da Gribaudo e da qualche settimana disponibile nelle librerie, il manuale illustrato “Potatura facile” ha la missione di spiegare in modo semplice come potare le piante da frutto. Il libro è nato da un’idea di Matteo Cereda, appassionato di coltivazione e fondatore di Orto Da Coltivare, e Pietro Isolan, perito agrario, esperto di potatura, con 25 anni di esperienza in azienda agricola.
“Non è facile insegnare la potatura con un libro, perché è una pratica che si impara facendo. Non per niente è arrivata ai nostri giorni tramandata dai contadini sul campo, di padre in figlio”, spiega Matteo. “Oggi stiamo perdendo questo passaparola generazionale, in compenso abbiamo accesso a una mole incredibile di informazioni, tra libri, siti web e video tutorial. Capita però che questa abbondanza di fonti generi anche un po’ di confusione. Abbiamo scritto questo libro cercando di dare a chi inizia un punto di riferimento solido”.
Un manuale semplice sulla potatura delle piante da frutto
Il manuale è strutturato in 12 capitoli che spiegano le basi della potatura a cui seguono alcune pillole pratiche, le schede specifiche per i diversi tipi di piante da frutto e il glossario. Alle spiegazioni, si affiancano alcuni aneddoti autobiografici di Pietro e le illustrazioni artistiche di Giada Ungredda che mostrano in modo chiaro e dettagliato rami, gemme e interventi di taglio.
“Quando abbiamo presentato il libro per la prima volta attraverso una web conference c’erano 600 persone collegate, agricoltori ma anche persone che avevano semplicemente un agrume in vaso sul terrazzo”, continua Matteo. “
Per noi è stata la conferma, come già intuito dalla community di Orto Da Coltivare, che c’è molto interesse su questo tema, ma soprattutto molte domande. La potatura è percepita come argomento difficile, tecnico, riservato ad agronomi e giardinieri e quello che spaventa nel potare è che, tagliando, si possa fare un’azione violenta sulla pianta. In effetti, c’è il rischio di rovinare la struttura della pianta e di privare l’albero delle sue parti produttive, quindi il primo consiglio è quello di avvicinarsi gradualmente e con consapevolezza alla potatura e di osservare prima di tutto le piante. Il libro cerca di dare in modo chiaro e semplice qualche consiglio utile per orientarsi e anche per evitare una serie di errori comuni”.
7 cose da sapere sulla potatura delle piante da frutto
Scorrendo il libro abbiamo individuato 7 informazioni sulla potatura delle piante da frutto che ci sembra utile e curioso evidenziare, tra principi base e consigli utili.
1. Potare sì o no?
La potatura non è obbligatoria, si può scegliere di non farla, ma in questo caso le piante vanno lasciate sviluppare in autonomia fin dall’inizio. Se invece si pota una volta, allora poi si dovrà farlo sempre con costanza. La potatura serve a indurre la pianta a svilupparsi con l’ottenimento di alcuni vantaggi: un albero potato farà frutti in quantità e qualità maggiori, sarà contenuto nelle dimensioni, si manterrà sano e longevo.
2. Quando potare?
Esistono due tipi di potatura, quella secca e quella verde. La prima si effettua in inverno quando la pianta è in fase di dormienza, soffre meno i tagli e può sopportare anche interventi importanti. La seconda si fa in primavera- estate, principalmente per evitare che la pianta sprechi risorse, sviluppando parti non produttive. È meglio non potare in prossimità di piogge o vento perché queste condizioni meteo favoriscono l’introduzione di funghi e batteri nella pianta attraverso la ferita da taglio. Si deve seguire il calendario lunare? Per i contadini, le piante vanno potate con la luna calante, quando si ritiene che la circolazione della linfa sia ridotta, ma i vantaggi di questa scelta non sono dimostrati scientificamente, dunque si può scegliere di crederci o no.
3. Cosa tagliare?
In generale conviene eliminare rami secchi, polloni (che crescono alla base del tronco) e buona parte dei succhioni (rami a portamento verticale). Si dirada la chioma togliendo incroci (rami che si toccano) e doppioni (rami che occupano lo stesso spazio).
Poi altri tagli sono da decidere pianta per pianta, perché ogni specie ha caratteristiche proprie.
4. Dove tagliare?
Il punto in cui si può tagliare un ramo è in prossimità del colletto di corteccia, ovvero il punto in cui un ramo si origina e che è caratterizzato da un anello con un corrugamento. Non bisogna tagliare troppo rasente, né lasciare un moncone di ramo. Le piante sono essere viventi e i tagli sono ferite che a volte occorre disinfettare. In questo caso meglio evitare il tradizionale mastice, perché se l’umidità passa sotto lo strato sigillante forma muffe. Una spennellata di propoli, sostanza naturale disinfettante e impermeabilizzante, è un’ottima alternativa.
5. I tagli di ritorno
La pianta si sviluppa naturalmente verso l’alto. Quando si vuole abbassare una pianta non si devono tagliare indistintamente tutti i rami più alti perché la pianta sarà stimolata a ricostruire la vegetazione e si otterrà l’effetto contrario, con un’esplosione di vegetazione. Si devono, invece, praticare dei tagli di ritorno, ovvero dei tagli in cui si torna indietro lungo il ramo, individuando una diramazione secondaria che possa fare da nuova cima.
6. Ogni pianta da frutto è diversa
Ogni albero da frutto ha caratteristiche differenti. Potare un ciliegio, particolarmente delicato, non è la stessa cosa che potare un olivo, più resistente, e nemmeno la stessa cosa di potare un kiwi o una vite che sono piante rampicanti.
7. Valorizzare le ramaglie
La pratica di bruciare i rami potati è altamente inquinante (un falò contribuisce ad aumentare i livelli di pm10 e altre sostanze nocive nell’aria) ed è pericolosa perché può provocare incendi. Le ramaglie possono essere utilizzate per ricavare legna da ardere o legno per oggetti fai da te, per fare cumuli di fascine che favoriscono la biodiversità fungendo da riparo a piccoli animali e insetti, per ricavarne cippato da utilizzare per il compost o per pratiche come la pacciamatura.
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