Preraffaelliti, amore e desiderio. La grazia della pittura inglese in mostra a Milano

Un viaggio nell’arte inglese di fine Ottocento a Palazzo Reale a Milano dove fino al 16 ottobre sono esposti 80 capolavori dei Preraffaelliti provenienti dalla Tate Britain di Londra.

Capolavori iconici, che parlano non solo di arte, ma anche di letteratura e storia dell’Inghilterra: la mostra Preraffaelliti. Amore e desiderio è il racconto di un’epoca di enormi cambiamenti che nel mondo pittorico ha dato vita a una vera e propria associazione alla fine dell’Ottocento grazie a John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti e William Hunt, i suoi maggiori esponenti. A Palazzo Reale di Milano fino al 16 ottobre un viaggio nell’Inghilterra vittoriana.

Dalla Tate di Londra a Palazzo Reale di Milano 80 opere preraffaellite

Un allestimento essenziale e sale poco illuminate mettono paradossalmente in risalto la maestria degli artisti preraffaelliti le cui opere sono giunte a Palazzo Reale per Preraffaelliti. Amore e desiderio, una mostra che ben racconta una corrente pittorica – ma non solo – che segnò profondamente l’arte di fine Ottocento in Inghilterra. Sono 80 e arrivano tutte dalla Tate Britain di Londra dove solitamente sono custodite: una carrellata divisa in sale tematiche per far esplorare meglio agli spettatori gli obiettivi e gli ideali di quel movimento, gli stili dei vari artisti, l’importanza dell’elemento grafico e lo spirito di collaborazione che, nelle forme d’arte di quell’epoca, fu un elemento fondamentale del
preraffaellitismo.

Ma che cosa cambia in quei giorni nel modo di fare e vedere l’arte? Come è chiaro, i Preraffaeliti si chiamano così facendo riferimento all’arte esistita prima di Raffaello Sanzio, il pittore che secondo la confraternita di Millais, Rossetti e Hunt ha peccato di accademismo e idealizzazione dei soggetti. Ciò che invece questi nuovi artisti bramano è il ritorno ai costumi di un passato immaginario e nostalgico dove i temi da dipingere sono quelli biblici, letterari (tra tutti, gli autori prediletti sono certamente William Shakespeare e Dante Alighieri), fiabeschi, storici e sociali. Per qualcuno queste tele e i soggetti dipinti dai Preraffaelliti sono troppo affettati; quel che emerge è però, soprattutto, una grazia, talvolta una perfezione di riproduzione, che incanta e certo non infastidisce. Panneggi delicati, figure elaborate, luminose, ispirate all’arte neoromantica, tutto a delineare spesso soggetti femminili, sensuali ed eleganti: i Preraffaelliti sono delicati e leggiadri ma non leggeri, nelle loro opere non mancano infatti continui rimandi a problemi reali e sociali, quali l’emigrazione. Un periodo complesso quello in cui vissero, che anche se non in maniera sempre manifesta e chiara, non viene mai dimenticato.

È una mostra che può stupire, se visitata con attenzione, e certamente piacerà a chi ama le pennellate precise.

Preraffaelliti Milano Palazzo Reale mostra
Ford Madox Brown (1821-1893) Gesù lava i piedi di Pietro, 1852-56 Olio su tela, cm 116,2 x 132,7 Tate: Presented by subscribers 1893 ©Tate, London 2019

Due capolavori in mostra: Ophelia e The Lady of Shalott

I dipinti più noti esposti nella mostra allestita a Palazzo Reale di Milano sono senza dubbio: Ophelia di John Everett Millais e The Lady of Shalott di John William Waterhouse. Non potrete non soffermarvi ad ammirarli e a fotografarli, hanno qualcosa di magnetico che ci attrae, forse la storia – a molti nota – che raccontano grazie a precise pennellate e colori armoniosi. Ophelia è la sfortunata protagonista – una dei tanti – descritta nell’Amleto di Shakespeare che qui sulla tela appare soprattutto come una splendida ragazza, una dea quasi, dai lineamenti perfetti, e non una fanciulla senza vita affogata in acqua. Il volto sembra un ritratto fotografico e i particolari dell’abito fanno capire quanto la tecnica e l’attenzione per i dettagli per i preraffaelliti fossero importanti. La modella che si prestò per la realizzazione del quadro è Elizabeth Siddal, futura moglie dell’amico Dante Gabriel Rossetti che, raccontano le cronache, dopo essersi immersa in acqua per meglio adempiere al suo ruolo, si ammalò gravemente. L’ambiente naturale riprodotto magistralmente è stato fatto en plein air, si tratta di un paesaggio del Surrey: se lo si guarda con attenzione si possono distinguere chiaramente diverse specie di fiori e piante, ognuna con un preciso significato e un preciso rimando all’opera e alle scene della tragedia shakesperiana. Della morte fangosa di cui scrive il Bardo, qui è rimasto in realtà poco: ciò che colpisce e incanta è la grazia, suprema, tipica del periodo preraffaellita.

Preraffaelliti
La sala di Palazzo Reale di Milano dedicata al dipinto iconico di Ophelia di John Everett Millais ©Carlotta Coppo

The Lady of Shalott ritrae invece la protagonista del poemetto di Alfred Tennynson con l’omonimo titolo: un’altra giovane donna sfortunata, innamorata, che proprio per via del suo amore, perderà la vita. Qui Waterhouse immortala il momento in cui la lady decide comunque di andare incontro al suo destino: sa che abbandonando la sua prigione dorata verrà punita ma affronta comunque il viaggio. Chi guarda il dipinto sa già quale sarà la fine di Elaine: infatti solo una delle tre candele non è ancora consumata, dunque è poco il tempo rimasto. Lei appare quasi stoicamente consapevole e già abbigliata come se dovesse dirigersi verso una dimensione altra. Il setting è dettagliato e lussureggiante come vuole la tradizione preraffaellita. L’autore ne dipinse ben tre versioni e non fu l’unico a raccontare con le pennellate questa leggenda medievale che racchiude molti dei temi cari a quell’epoca: primo fra tutti quello dell’amore contrastato, dal fato o dalle famiglie.

“Preraffaelliti. Amore e desiderio” a Palazzo Reale di Milano è aperta fino al 6 ottobre 2019 con i seguenti orari: lunedì dalle 14:30 alle 19:30, martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 9:30 alle 19:30, giovedì e sabato dalle 9:30 alle 22:30. Il biglietto costa 14 euro.

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