
Secondo uno studio, le antocianine che donano ai vegetali i colori rosso, viola e blu si distinguono per il loro effetto protettivo contro i danni da microplastiche all’apparato riproduttivo.
Il maggior produttore al mondo di cacao annuncia un aumento del costo del prodotto, sempre più minacciato dal clima.
La Costa d’Avorio ha annunciato che aumenterà del 50 per cento i prezzo del cacao. Il Paese africano è il primo produttore al mondo di cacao il cui costo passerà dagli attuali 1.000 franchi CFA a 1.500 franchi CFA al chilo (ovvero da 1,52 euro a 2,27 euro) secondo quanto affermato dal presidente ivoriano Alassane Ouattara.
L’aumento si deve alle crescenti difficoltà che devono affrontare i produttori di cacao a causa dei cambiamenti climatici e delle malattie che compromettono le coltivazioni e che negli ultimi tre anni hanno causato una diminuzione del raccolto. Lunghi periodi di siccità si alternano a giorni di pioggia torrenziale impedendo il corretto sviluppo delle piante, mentre un virus che si trasmette attraverso le cocciniglie infetta gli alberi e li uccide.
Le stime dell’Ipcc prevedono che entro il 2050, il clima avrà un impatto significativo sulla produzioni di cacao in Costa d’Avorio e Ghana, i due paesi che insieme rappresentano più della metà della produzione mondiale, spostando le aree di coltivazione ad altitudini più elevate, verso le zone collinari. Questo potrebbe comportare altra deforestazione: come riporta un caso studio, dal 1950 a oggi la Costa d’Avorio ha perso il 90 per cento della copertura forestale. Dal duemila in avanti il cacao sarebbe responsabile di quasi il 37,4 per cento di questa perdita.
In generale, secondo l’Organizzazione internazionale del cacao, si prevede che l’offerta globale di cacao nel 2023/2024 diminuirà di quasi l’11 per cento (sarà di 4,449 milioni di tonnellate) rispetto al 2022/2023. Il calo della produzione comporterà un aumento di prezzi della materia prima che potrebbe riflettersi sui prodotti trasformati. Già nel 2022, Costa d’avorio e Ghana avevano boicottato un summit della World cocoa foundation a Bruxelles, che aveva riunito un centinaio di aziende del cioccolato, come segno di protesta contro le politiche delle multinazionali che non garantiscono prezzi equi per i produttori.
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