![Stati Uniti. Biden ha firmato una delle leggi più restrittive di sempre contro l’immigrazione dal Messico](https://cdn.lifegate.it/er2Q6PUVRUmMwbYvvP7hZA9IO_4=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/06/gettyimages-2155437061-e1717671493845.jpg, https://cdn.lifegate.it/2n9pBmQsCHqOTCiobA1RoTmKcOQ=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/06/gettyimages-2155437061-e1717671493845.jpg 2x)
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C’è stato un vincitore del primo dibattito tra i candidati alle elezioni presidenziali 2024 degli Stati Uniti d’America? Un commento a caldo.
Una disfatta. Joe Biden non è solo andato male nel corso del dibattito tra candidati di ieri notte. È andato malissimo.
E il suo essere andato male è stato tanto peggiore, quanto più semplice era il compito che aveva da svolgere: doveva parlare, doveva mettere a tacere i dubbi sulla sua età e sulla sua lucidità. E non ci è riuscito.
O meglio, sì. Ci è riuscito perché nessuno può oggettivamente dire che non sia stato “lucido e orientato” nella sua esposizione di dati, numeri e fatti.
Ma non è questo il punto. Un po’ perché il fatto che uno che vuole fare il presidente degli Stati Uniti sia “lucido e orientato” è il minimo sindacale, un po’ perché non era questo quello che, ieri notte, Joe Biden, avrebbe dovuto fare.
Non avrebbe dovuto limitarsi a essere lucido e orientato, ma avrebbe dovuto mostrarsi efficace, ficcante, energico, “sul pezzo”. E invece non solo non lo è stato, ma al contrario, ascoltarlo è stato un supplizio.
La voce ridotta a un rantolo, il ritmo di eloquio lentissimo, l’incertezza sempre più pronunciata: cose che rendevano quasi impossibile ascoltare quello che diceva il presidente, più simile a un ectoplasma che a un commander in chief.
E le cose, se possibile, peggioravano nei momenti in cui Biden taceva e non era il suo turno parlare. In quei momenti di silenzio, lo sguardo del presidente vagava nel vuoto, con un’espressione confusa e frastornata.
L’obiettivo di questo dibattito (che tra l’altro è stato proposto e richiesto dai democratici) era solo mettere a tacere le perplessità sull’età di Biden e mostrare che Donald Trump era fuori di testa. E questo obiettivo non solo non è stato centrato, ma se possibile è stato ribaltato.
Perché l’esposizione di Biden è stata così pessima da far fare un figurone persino a Trump, cioè al personaggio più improbabile e bugiardo della politica di oggi.
Trump, infatti, ha mentito per un’ora, inventato cose, fatto iperboli a caso sul fatto che la sua sia stata la miglior presidenza di tutti i tempi, eppure, nonostante questo è risultato più efficace nell’esposizione, nell’oratoria, nel tono e persino nel volume di voce.
Biden invece no. Biden, no. Biden è stato un supplizio.
Certo, Trump mentiva e Biden no. Trump è un criminale conclamato e Biden no. Ma non è questo di cui stiamo parlando oggi, e di cui parleremo nei prossimi mesi. E non è nemmeno questo quello che si deciderà alle elezioni.
Al contrario a decidere le elezioni sarà il fatto che le persone pensino, o meno, che Biden sia o non sia abbastanza in forma per poter guidare il Paese per altri quattro anni. Il che porta queste elezioni a un livello successivo.
Perché Biden (o meglio, il partito democratico) potrebbero essere riusciti, senza volerlo, a legittimare Trump che, questa sera, per la prima volta nella sua vita, pur nel nugolo di bugie e invenzioni che stava sparando a caso, è sembrato il candidato meno improbabile dei due.
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