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In Italia i prodotti veg sono in crescita, ma il governo vuole ostacolarli
I prodotti veg sono sempre più amati dai consumatori italiani. Una recente proposta di legge però vuole censurare questi alimenti.
In Italia il mercato di prodotti a base vegetale è in crescita e diventa sempre più rilevante anche a livello economico. A rivelarlo il nuovo report di Good food institute Europe, realizzato con dati di NielsenIq. Secondo le analisi il mercato italiano è il terzo più grande in Europa per vendita al dettaglio (quindi supermercati, negozi alimentari e così via) e i numeri sono destinati a crescere sempre di più. Solo tra il 2020 e il 2022, le vendite sono cresciute del 21 per cento. Nel complesso, l’anno scorso il mercato di questi prodotto è arrivato a valere ben 680,9 milioni di euro.
Alternative veg alla carne e al latte in crescita
Il latte vegetale è la categoria di mercato più sviluppata — che peraltro ha risentito meno dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi nel 2022 rispetto a quello vaccino. Il più amato dalle consumatrici e dai consumatori italiani è quello a base di soia, seguito da avena e mandorla – tutti prodotti che hanno un’impronta ambientale nettamente inferiore rispetto a quelli di origine animale. Ottimi anche i dati relativi ai sostituti della carne, le cui vendite sono aumentate del quaranta per cento tra il 2020 e il 2022. Per questi prodotti l’Italia è al quarto posto per vendite in Europa, preceduta soltanto da Germania, Regno Unito e Paesi Bassi, mentre è al settimo posto per spesa media pro capite – con Paesi Bassi e Germania in testa.
Il governo vuole mettere un freno a questo mercato
Quello delle alternative alla carne è un mercato forte, che può favorire la transizione dal consumo di proteine animali a quelle vegetali – necessaria per ridurre l’impatto ambientale del nostro sistema alimentare. Peccato che una recente proposta di legge voglia frenarne l’espansione, per favorire gli allevamenti intensivi. A dicembre dell’anno scorso infatti il governo ha presentato una proposta di legge che vuole censurare i prodotti vegetali, impedendo ai produttori di alternative veg di usare in etichetta termini come “cotolette”, “würstel”, “salsicce” o “bistecche”. Una proposta che già nel primo articolo annuncia la finalità esplicita di “tutelare il patrimonio zootecnico nazionale”, decidendo di ignorare le preferenze di una sempre più grande fetta di consumatori e del lavoro fatto da moltissime aziende made in Italy che producono alimenti vegetali.
Una presa di posizione ideologica
Le motivazioni principali con cui viene proposta questa legge sono tre, vediamo perché sono sbagliate:
- Il consumatore “è portato a credere che il prodotto a base vegetale abbia un esatto equivalente nutrizionale (…) del prodotto a base di carne”. Sappiamo che i consumatori non sono così ingenui da pensarlo e se il mercato delle alternative vegetali è in continua crescita è proprio perché cercano qualità nutrizionali diverse e spesso anche migliori: zero colesterolo, meno grassi e nessun antibiotico per esempio.
- I prodotti veg prevedono “l’impiego di numerosi additivi, aromatizzanti e coadiuvanti”. Anche in questo caso si tratta solo di propaganda, anche sulle etichette di moltissimi prodotti a base di carne — come i würstel, gli insaccati o le cotolette pronte — si può notare la presenza di additivi, aromatizzanti e conservanti.
- La legge punta “al giusto riconoscimento e al rispetto del lavoro delle nostre aziende”. Ciò che vuole in realtà difendere è solo un certo made in Italy, creando al contempo gravi problemi economici a numerose aziende italiane che producono vegetale, costrette a spendere grosse somme in marketing, comunicazione e rifacimento delle confezioni.
Qualche anno fa l’Unione Europea ha rigettato una legge simile, ma l’Italia vorrebbe fare dei passi indietro a livello nazionale — il recente disegno di legge contro la carne coltivata è un altro passo in questa direzione. Per fermare questa proposta di legge abbiamo lanciato una petizione e promosso una lettera, sostenuta anche dalla European alliance for plant-based foods, nella quale insieme a 34 associazioni della società civile europea e realtà che rappresentano consumatori e aziende impegnate nella produzione di proteine a base vegetale chiediamo un confronto a commissione Agricoltura e gruppi parlamentari.
Per fermare la censura dei prodotti veg aiutaci firmando la petizione.
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