Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Product (red): il rosso
(PRODUCT) RED è uno strano esperimento di marketing etico o di consumismo partecipativo, scopriamo di cosa si tratta.
Nell’immaginario comune il colore rosso ha diverse valenze
simboliche. Possiamo associarlo a valori positivi, come l’amore
romantico o la passione per le proprie idee, per l’impegno
politico. Ma altre volte ci fa pensare immediatamente al sangue e,
di conseguenza, a malattia e morte.
Proprio per il suo duplice significato, Bono e Bobby Shriver (a
capo della DATA, l’organizzazione fondata dai due nel 2002 per
esercitare pressioni politiche sui governi mondiali al fine di
migliorare le condizioni della popolazione africana) l’hanno scelto
come segno distintivo del loro ultimo progetto: (PRODUCT) RED.
.
Una ONG? Il lancio di un nuovo brand? Entrambe le cose, e
nessuna di esse.
(PRODUCT) RED è uno strano esperimento di
marketing etico o di consumismo partecipativo: i due
fondatori, infatti, hanno fatto realizzare una serie di prodotti –
contrassegnati dal marchio RED, per l’appunto – da alcune delle
aziende più famose e di tendenza del momento.
I prodotti finora commercializzati sono: cellulari Motorola,
carta di credito American Express, T-shirt della Gap, orologi e
abbigliamento Emporio Armani, sneakers della Converse e I-pod della
Apple.
Tutti rossi, naturalmente.
Il meccanismo è semplice: chi compra uno di questi
oggetti (solo quelli targati RED, però!),
devolve automaticamente una parte del prezzo
d’acquisto ad alcuni programmi di assistenza dei malati di AIDS in
Africa gestiti dalla Global Fund (associazione nata nel 2002 con
l’appoggio di Kofi Annan).
Ma è una donazione in beneficenza, come le varie raccolte
fondi o vendite devolute?
Nel manifesto della RED si legge, invece, che “non è
carità. È semplicemente un
modello di business“. E, come tale, l’acquirente
può addirittura monitorare attraverso un programmino che
percentuale del prezzo d’acquisto viene effettivamente data al
Global Fund.
Forte di una serie di eventi mondani e mediatici, di campagne
comunicative alternative , di guest-star di fama mondiale (Christy
Turlington, Leonardo Di Caprio, ecc), RED? sembra tracciare il
futuro del marketing, sempre più attento alla
coscienza dei consumatori ma pure ad assecondarne i desideri.
Iniziativa intelligente, anche perché molte altre
corporation preferiscono ignorare totalmente certe tematiche. E
straordinaria operazione d’immagine per le aziende che aderiscono
al progetto.
Del resto, secondo quanto recita ironicamente uno dei refrain
pubblicitari di RED, “quale strada migliore per diventare un buon
samaritano di bell’aspetto”? Ma siamo davvero già pronti per
questa perfetta connection fra etica e business?
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