La Shell rimborserà 111 milioni di dollari alle comunità del sudovest della Nigeria per gli sversamenti di greggio avvenuti tra il 1967 e il 1970.
Profit e no profit, quando il pubblico chiede aiuto al privato. Il caso Ikea
Partiamo dalla fine, dall’ultimo intervento (fuori programma) dell’incontro nel negozio di Ancona per presentare i primi dieci anni del report di sostenibilità Ikea. Prende la parola Loredana Valentini, responsabile del Centro Servizi Immigrati del Comune di Ancona. Dapprima ha ringraziato Ikea per “la capacità di affiancamento e di fare gioco di squadra”, riferendosi in particolare al progetto “un
Partiamo dalla fine, dall’ultimo intervento (fuori programma) dell’incontro nel negozio di Ancona per presentare i primi dieci anni del report di sostenibilità Ikea. Prende la parola Loredana Valentini, responsabile del Centro Servizi Immigrati del Comune di Ancona. Dapprima ha ringraziato Ikea per “la capacità di affiancamento e di fare gioco di squadra”, riferendosi in particolare al progetto “un tetto per tutti” (punto di accoglienza temporanea di persone senza dimora, arredato da Ikea), per poi lanciare una richiesta all’azienda svedese: quella di aiutarli a sensibilizzare l’opinione pubblica al tema dell’accoglienza dei migranti.
Silenzio. C’è una sorta di momento di riflessione da parte dei rappresentanti Ikea presenti. È possibile che un’azienda privata sia diventata così importante e così stimata dal punto di vista della responsabilità sociale, che un’istituzione pubblica come il Comune di Ancona le si rivolga per una richiesta d’aiuto?
https://youtu.be/PoodwgVgpmI
Oltretutto, subito prima di lei aveva parlato il sindaco di Camerano, Massimo Piergiacomi, sul cui territorio sorge il negozio di riferimento per Ancona. Ikea, insediandosi lì, ha risolto alcune problematiche al Comune. Prima, c’erano 30mila metri quadri di una fabbrica chiusa da anni, quella della Farfisa, leggendario produttore di fisarmoniche ed organi elettrici (prima di essere spazzati via dai giapponesi). Il tetto era di eternit (rimosso in sicurezza a spese di Ikea).
Ikea ha inoltre finanziato a proprie spese la ristrutturazione e la riapertura della piccola stazione ferroviaria del paese, che ora affaccia direttamente sull’area del negozio; che di fatto è diventata anche parcheggio di scambio per i pendolari.
Il sindaco di Camerano, nel suo intervento, ha fatto anche un’altra richiesta ad Ikea: contribuire alla realizzazione di parte della ciclovia che proprio dalla stazione ferroviaria potrebbe connettersi ad altri itinerari ciclistici nel Conero.
I progetti sociali di Ikea Ancona
Ciò che Ikea sa far meglio, naturalmente, è arredare. E anche ad Ancona sono stati diversi i progetti sociali che si sono sviluppati così. Ne ha parlato con nella voce un filo di commozione, e di sincera riconoscenza, Cinzia Andreoni, responsabile del centro Papa Giovanni XXIII del capoluogo marchigiano. Hanno due residenze e un centro diurno per persone con disabilità intellettive. Ikea è arrivata ed ha arredato da cima a fondo (quadri compresi) 250 metri quadri di appartamento, anticipandone così enormemente la data di apertura. Cinzia Andreoni ha sottolineato la serietà e la responsabilità dei dipendenti Ikea, e la loro attenzione alle esigenze degli utenti.
Una cosa simile è stata fatta a Casa Sabrina, in cui la Fondazione Salesi ospita i familiari dei bambini ricoverati nell’omonimo ospedale.
Pure Samir Al-Atrash, giovane responsabile della onlus Servizio di Strada ha avuto occhi sinceri nel raccontare come sia importante la collaborazione che da alcuni anni vede protagonisti i clienti Ikea, che volontariamente donano le loro coperte usate ai senza fissa dimora; un’esigenza che d’inverno è vitale, nel senso letterale del termine. L’iniziativa si chiama Riscalda la Notte ed è solo una di quelle che li ha visti collaborare con Ikea, come ad esempio questa.
Ikea Ancona, lo smaltimento dei rifiuti e i progetti con Legambiente
Con l’88% dei rifiuti differenziati correttamente, Ikea Ancona è ormai vicina all’obiettivo del 90% che l’azienda si era data, e che alcuni negozi hanno superato. A fare questo lavoro in Ikea è un’azienda marchigiana, la Italmaceri, ormai parte del gruppo britannico DS Smith.
Diversi progetti di educazione ambientale hanno inoltre visto protagonista Legambiente Marche, ospite più volte dello store di Camerano. Tra questi il Festival Ambiente.
Chieti, la novità si vede dai numeri
Quello di Chieti (in realtà siamo a San Giovanni Teatino, proprio a metà strada tra Chieti e Pescara) è il penultimo negozio Ikea aperto in Italia. L’esser nuovo si vede anche dai numeri della sostenibilità e da quelli delle risorse umane. Dal primo punto di vista Ikea Chieti vanta il primato come negozio più efficiente di Italia, l’unico sotto i 100 kWh/m2 di assorbimento energetico, piazzandosi a 99. Tra i primi anche per numero di pannelli fotovoltaici (11.291, per un impianto da 650 kW) a coprire un quarto del fabbisogno (e comunque il resto viene quasi interamente soddisfatto con energia idroelettrica prodotta da un consorzio avviato da Ikea in Valle d’Aosta).
La giovane età del negozio abruzzese si riscontra guardando i numeri del personale: il 77% dei dipendenti è assunta a tempo indeterminato, una percentuale alta in assoluto, ma bassa per Ikea; segno che le posizioni sono ancora molto mobili (nel negozio di Rimini, aperto da soli sette anni, gli assunti a tempo indeterminato sono il 99%). I 180 collaboratori diretti però stanno facendo rapidi passi in avanti, nell’ultimo anno fiscale gli avanzamenti di carriera sono stati 52: significa che una persona su quattro ha migliorato la propria posizione nell’organigramma aziendale (a Rimini, con un organico di 151 dipendenti, le promozioni sono state solo sei).
È infine il dato sulla raccolta differenziata a testimoniare la giovane età dello store chietino. Si è fermata infatti al 78% (poco per Ikea). La spiegazione sono stati i numerosi cantieri e riallestimenti che ci sono stati all’interno del negozio, e in questi casi la percentuale di rifiuti riciclabili si abbassa (le macerie non si possono riutilizzare).
I prodotti Wwf nel ristorante Ikea
La collaborazione tra la multinazionale svedese e l’organizzazione ambientalista conta molti anni alle spalle, ed è stata declinata in progetti internazionali, italiani e locali. Una partnership nazionale è quella che ha creato i menù bimbi, o la presenza dei prodotti Terre dell’Oasi, volto a unire agricoltura e conservazione della natura.
Le case accoglienza arredate da Ikea a Pescara
Sono due, entrambe del locale centro di solidarietà, accolgono bambini e ragazzi allontanati da situazioni familiari particolarmente problematiche. Sono case grandi, composte ognuna da soggiorno, sala polifunzionale, uffici, camere per gli ospiti e stanze apposite per i neonati. Tutte arredate gratuitamente da Ikea.
I lavoratori Ikea in visita ai progetti sociali
Ce ne ha parlato Luana Mosca, che nel negozio di Chieti lavora al self service (dove i clienti prendono i pacchi che poi porteranno alla cassa). Lei è stata scelta nell’ambito di Iwitness, un programma per tutti i coworker Ikea nel mondo, che li manda a vedere di persona alcuni dei progetti sociali seguiti dall’azienda. Luana è andata a visitare Civico Zero, un’iniziativa di Save The Children per accogliere i minori non accompagnati arrivati in Italia come migranti.
Ikea ha arredato alcuni di questi punti, in particolare a Torino e a Roma, dove è andata Luana, rimasta colpita dai ragazzi presenti, da come si stiano costruendo un inizio di nuova vita dopo aver lasciato i paesi d’origine, e da come lascino testimonianza del loro passaggio, anche con una semplice foto appesa sulle pareti del centro dopo che hanno preso la loro strada.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Persone con disabilità, disturbi neurologici, appartenenti alla terza età, detenuti. La danza può diventare per tutti l’arte della condivisione. Un dono di questi tempi.
Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ci racconta il suo ultimo libro, dedicato al mondo dopo il pil. Ne abbiamo approfittato per parlare degli scioperi per il clima e dello studio del riscaldamento globale nelle scuole.
L’amministratore delegato di Aboca, Massimo Mercati, ha un’idea ben precisa di cosa significhi fare impresa. Ce lo racconta in attesa del festival A seminar la buona pianta, che sarà a Milano dal 28 al 30 settembre.
Per i ragazzi che studiano economia e management, la Csr è importante. Addirittura più importante di un aumento di stipendio. Un dato che fa ben sperare, visto che stiamo parlando delle stesse persone che, nell’arco di qualche anno, guideranno le grandi aziende. Le aspirazioni degli studenti Questa notizia arriva da uno studio che ha sottoposto
In tutto il mondo, la sostenibilità sta entrando a far parte a pieno titolo delle scelte di business. E le aziende italiane, seppure con un po’ di ritardo, non fanno eccezione. È quanto emerge dallo studio “Seize the change”, condotto da Dnv Gl e Ey con il supporto di Gfk Eurisko. Le aziende italiane credono
Infografiche, video, tweet, addirittura canzoni rap: i report di sostenibilità delle aziende sono sempre più ricchi e fantasiosi.
Da un lato, famiglie e aziende schiacciate dai debiti, che li mettono profondamente in difficoltà a livello finanziario, umano e psicologico. Dall’altro lato i loro creditori, che chiedono di riavere indietro le somme a cui hanno diritto. Innumerevoli le situazioni del genere, in Italia e non solo. Il risultato? Troppo spesso le società di recupero
Per uno Stato, costruire un sistema di educazione superiore forte ed efficiente significa fare un investimento impegnativo e a lungo termine. Ma è una scelta che paga. Ospitare le migliori università, infatti, significa far crescere l’economia. Oltre ai mostri sacri dell’accademia e della ricerca, in pole position in questa corsa all’eccellenza ci sono alcuni paesi