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Il 75% degli studenti che aderiscono al progetto Erasmus sceglie l’aereo per viaggiare. Per questo è ora di rendere il programma più sostenibile.
Il programma di mobilità internazionale Erasmus dedicato a tutti gli studenti dei paesi dell’Unione europea è un’opportunità unica e un’esperienza in grado di cambiare la vita dei suoi partecipanti. Ogni anno, infatti, migliaia di studenti universitari trascorrono alcuni mesi in uno stato straniero, stringendo nuovi legami e imparando una nuova lingua.
Tutti riconoscono all’Erasmus il merito di aver reso l’Europa un continente più integrato e inclusivo. Ma ora è venuto il momento di discutere di una sfida ulteriore e cioè di come ridurre l’impatto ambientale dei viaggi degli studenti, viaggi che rappresentano la spina dorsale di questo affascinante programma di scambio europeo.
È stato stimato, infatti, che tra il 2014 e il 2020, il programma Erasmus abbia generato tra le 414mila e le 672mila tonnellate di CO2 e, con l’intenzione di aumentare il grado di partecipazione, è probabile che l’impronta aumenterà ulteriormente a meno che non vengano presi provvedimenti significativi.
Per questo motivo, Erasmus student network, associazione non profit composta da ex-studenti degli scambi Erasmus, ha lanciato una petizione per accrescere il sostegno ai viaggi ecologici. Lo scopo dell’iniziativa è promuovere incentivi per gli studenti universitari affinché scelgano opzioni alternative al viaggio aereo per gli spostamenti, quando viaggiano da e per la destinazione Erasmus.
Questo perché viaggiare in maniera più ecologica richiede uno sforzo economico maggiore. Attraverso la raccolta firme – l’obiettivo è di raggiungerne 5.000 – si chiede alle istituzioni di aumentare la dotazione economica con la quale si supportano i viaggi individuali degli studenti: la proposta è di passare dall’attuale importo di 50 euro a una cifra maggiore, fino a 250 euro in proporzione alla distanza percorsa.
Secondo la ricerca di Green Erasmus, consorzio guidato da Erasmus student network insieme ad altri gruppi di ex-studenti e composto proprio con l’obiettivo di analizzare l’impatto ambientale delle mobilità internazionale, il 75 per cento degli studenti sceglie di raggiungere la propria destinazione in aereo, approfittando di viaggi aerei molto economici e più convenienti rispetto ad alternative più ecologiche, spesso più costose e dispendiose in termini di tempo.
Ma il volo è la forma di viaggio più dannosa per il clima: gli aerei emettono enormi quantità di CO2 e altre sostanze inquinanti. Ad esempio, un volo da Barcellona (Spagna) a Colonia (Germania) emette 0,16 tonnellate di CO2, mentre l’equivalente viaggio in treno emette solo 0,01 tonnellate.
“Sebbene la maggior parte degli studenti sembri preoccupata per il cambiamento climatico”, scrive nella sua analisi Green Erasmus, “il costo/prezzo emerge come un grosso limite quando si tratta di scelte di consumo e di viaggio e incide notevolmente sugli studenti decisioni ed eventualmente ostacolare lo sviluppo di abitudini più sostenibili”.
Gli autori dello studio riconoscono che per rendere più sostenibile l’internazionalizzazione dell’Erasmus sia necessario un cambiamento sistemico dell’infrastruttura dei trasporti europea, tra cui treni, autobus e viaggi marittimi più economici invece di sussidi per i viaggi aerei, migliori collegamenti ferroviari ad alta velocità in tutta Europa, reti di treni e autobus più integrate in tutta Europa, inclusa una piattaforma di prenotazione integrata.
Tuttavia, dal momento che soluzioni di questo tipo richiedono tempo e ingenti investimenti infrastrutturali, l’azione più immediata proposta dai rappresentanti degli studenti è quella di sostenere economicamente gli stessi nella scelta di mezzi più ecologici. La speranza è che scelte di questo tipo smuovano i governatori ad accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile. E non solo per chi studia.
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