Comprendere l’epigenetica fornisce gli strumenti per restare in salute. Dall’alimentazione allo stile di vita, scopriamo come influire positivamente sul nostro patrimonio genetico.
Propoli e semi di pompelmo
La propoli è da sempre la grande protagonista dei nostri inverni, ma cosa sappiamo di lei? E’ una sostanza cero-resinosa che le api elaborano dalle resine raccolte sulle gemme di vari alberi e per questo concentra in sé tutti di elementi funzionali prodotti dalla pianta. Il suo nome deriva dal greco pro “in difesa” e
La propoli è da sempre la grande protagonista dei nostri inverni, ma cosa sappiamo di lei? E’ una sostanza cero-resinosa che le api elaborano dalle resine raccolte sulle gemme di vari alberi e per questo concentra in sé tutti di elementi funzionali prodotti dalla pianta.
Il suo nome deriva dal greco pro “in difesa” e polis “città” è usata infatti dalle api per rivestire le pareti dell’alveare, lucidare le cellette dove vengono deposte le uova, sigillare fessure. La sua funzione igienica e protettiva è dovuta al suo particolare contenuto di resine, cere, oli essenziali, derivati dell’acido benzoico e cinnamico, flavonoidi come crisina, pinocimbrina e galangina.
La composizione della propoli cambia continuamente, così come cambia il suo colore dal bruno giallognolo o rossiccio, a seconda delle stagioni e dell’habitat in cui vivono le api ed è sempre diversa proprio perché è il prodotto di un laboratorio vivente. L’elemento distintivo comunque è una particolare composizione di polifenoli, tra i quali spicca la galangina, che si ritrova in alta quantità in estratti di propoli di alta qualità.
Per le sue proprietà ben si associa all’attività antiossidante delle sostanze contenute invece nei semi di pompelmo: bioflavonoidi caratteristici degli agrumi come l’esperidina, il canferolo e la naringina, quest’ultima è responsabile del sapore amaro dei semi. La naringina ingerita viene poi trasformata nell’intestino dalla microflora intestinale in naringenina e quindi assorbita.
Foto: © Bios Line
Le proprietà dei semi di pompelmo si scoprirono casualmente nei primi anni ottanta quando semplicemente osservando che trovandosi mescolati a materiale di compostaggio ne impedivano la fermentazione e decomposizione. Successivamente l’estratto dei semi di pompelmo è stato oggetto di studi che ne hanno dimostrato scientificamente l’attività (nel 2004, nella ricerca “Antimicrobial activity of grapefruit seed and pulp ethanolic extract”).
Oggi possiamo usufruire di prodotti che contengono la preziosa associazione propoli e semi di pompelmo e dei loro benefici effetti contro i disturbi da raffreddamento.
A cura di Bios Line
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