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Jaspreet Stamm. Il seme è il punto di partenza, dobbiamo proteggerlo e metterlo a disposizione
La tutela della diversità delle colture è la chiave per creare sistemi alimentari sostenibili. Intervista a Jaspreet Stamm di Crop Trust.
- Cos’è la diversità delle colture, perché è importante e come possiamo proteggerla?
- In occasione di Edible Planet summit lo abbiamo chiesto a Jaspreet Stamm che in Crop Trust si occupa di trovare finanziamenti a sostegno delle banche dei semi.
- “Per creare sistemi agroalimentari sostenibili dobbiamo partire dai semi, ancora prima che dall’agricoltura”.
Sul biglietto da visita di Jaspreet Stamm, responsabile della finanza innovativa in Crop Trust, Fondo mondiale per la diversità delle colture, c’è raffigurata una pianta di ceci, “una coltura nutriente, versatile e fondamentale per la sua dieta vegetariana”. Ed è proprio questo collegamento tra il cibo che mangiamo e le piante, ma anche quello tra le piante e i semi, il primo passo – secondo Jaspreet – per capire il valore della biodiversità e l’importanza di proteggerla.
Ne abbiamo parlato con lei in occasione di Edible planet summit che lo scorso settembre, in Umbria, ha riunito 150 esperti da tutto il mondo con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete in grado di contribuire alla costruzione di un sistema agroalimentare più sostenibile e resiliente capace di rispondere alla sfide del futuro, a partire dai cambiamenti climatici.
Jaspreet, il tuo lavoro in Crop Trust consiste nel trovare nuove modalità per mobilitare finanziamenti pubblici e privati a sostegno della diversità delle colture… Qual è stato il tuo contributo al summit?
Al summit c’erano tante persone, tutte provenienti da diversi ambiti e con punti di vista diversi sulla questione: ognuno ha portato il suo contributo e il confronto è stato utile a diffondere più consapevolezza sulle diverse soluzioni che possono contribuire alla sostenibilità del sistema agroalimentare.
Per me è stata l’occasione per portare all’attenzione di tutti il tema della diversità delle colture e sull’esistenza delle banche dei semi, che non è la prima cosa a cui solitamente le persone pensano in tema di cambiamenti climatici e resilienza.
Perché è così importante la biodiversità delle colture per un sistema agroalimentare sostenibile?
Stiamo assistendo a una decrescita della biodiversità: secondo il report State of the World’s Plants and Fungi 2020 pubblicato nel 2020 da Royal Botanic Gardens Kew, il 40 per cento delle piante del mondo sono in pericolo di estinzione. Inoltre, la Fao stima che delle 30mila piante commestibili che esistono al mondo, solo 6mila sono state coltivate nel corso della storia; solo 200 sono significative per la produzione di cibo e tra queste, nove contribuiscono a due terzi della produzione.
Eppure è dalle piante che dipende la nostra sicurezza alimentare. Dobbiamo essere consapevoli che il numero delle colture su cui ci basiamo è limitato e che abbiamo ridotto la varietà di quello che possiamo mettere nel piatto. La diversità genetica è importante anche per la resilienza perché, per esempio, ci sono varietà che sono più resistenti in termini di malattie, altre che sopportano meglio la siccità, etc.
Si parla di “farm to fork”, ma dovremmo parlare anche di “seed to fork” perché è la diversità dei semi il punto di partenza: dobbiamo pensare alla sostenibilità ancora prima dell’agricoltura. Ecco, noi in Crop Trust siamo focalizzati sul seme, proteggerlo e metterlo a disposizione.
Qual è il ruolo delle banche dei semi?
Ci sono diverse banche in tutto il mondo: conservano il materiale genetico delle varietà di semi esistenti. Per esempio, c’è una banca dei semi nelle Filippine che conserva 110 mila tipi di riso diverse tra cui in futuro potremo scegliere quella in grado di assicurarci la produzione di riso in determinate condizioni climatiche.
Qualche mesa fa ho visitato la Nordgen in Svezia e sono rimasta colpita dalla potenza che trasmettono i semi: è da essi che nascono le piante che ci nutrono, sono un dono che ci è stato dato dalle generazioni di agricoltori che ci hanno preceduto e che dobbiamo proteggere e utilizzare al meglio.
In che modo Crop Trust sostiene le banche dei semi?
Crop Trust si occupa di trovare fonti di finanziamento stabili per garantire il sostentamento a lungo termine delle banche dei semi più importanti del mondo. Forniamo alle banche risorse per sostenere la loro gestione, per migliorare le tecnologie di conservazione, ma anche quelle di catalogazione dei semi con tutte le informazioni messe a disposizione di scienziati e agricoltori. Insieme al Trattato sulle Risorse Fitogenetiche per l’Alimentazione e l’Agricoltura, abbiamo anche un fondo destinato alle emergenze, per le banche che si trovano in zone di rischio.
Ci racconti un progetto a cui hai lavorato di cui sei particolarmente orgogliosa?
L’anno scorso abbiamo inaugurato un progetto di 10 anni finanziato dal governo della Norvegia per supportare 15 banche genetiche nel mondo: è focalizzato non solo sulla conservazione della biodiversità agricola, ma anche sull’utilizzo dei diversi semi delle banche da parte degli agricoltori. Non è importante solo disporre di una collezione di semi, ma occorre anche metterli a disposizione per trovare soluzioni in agricoltura, specialmente nei paesi in via di sviluppo.
A proposito di questo, qualche tempo fa abbiamo parlato del divieto imposto agli agricoltori in alcuni paesi africani di scambiare i semi in modo informale… non c’è il rischio che i semi restino nelle banche o che la loro diffusione finisca nelle mani di poche persone?
Su questo tema è importante sottolineare che esistono dei regolamenti internazionali come il Trattato sulle Risorse Fitogenetiche per l’Alimentazione e l’Agricoltura che tutelano la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali e ne promuovono l’accesso facile e gratuito agli agricoltori.
Crop Trust è un elemento essenziale della strategia di finanziamento del Trattato ed è il Trattato che fornisce il quadro politico di tutto il nostro lavoro. Dal punto di vista di Crop Trust gli agricoltori sono una parte importante del sistema alimentare e avere un sistema sostenibile significa anche dare il più possibile accesso alla diversità dei semi alla popolazione.
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