Come viene allevato il salmone norvegese

Gli allevamenti di salmone norvegese sono in cima alla classifica di sostenibilità dei produttori di proteine animali. Il Norwegian Seafood Council ci spiega perché.

  • Lungo le coste della Norvegia, le più estese dopo quelle del Canada, si trovano centinaia di allevamenti di salmone.
  • Gli allevamenti norvegesi si distinguono per una bassa densità di salmoni nelle vasche che devono contenere almeno il 97,5 per cento di acqua e al massimo il 2,5 per cento di pesci.
  • Costanti gli investimenti in ricerca e sviluppo verso traguardi sempre più sostenibili come le fughe zero di pesci dagli allevamenti.

Le proteine sono elementi nutrizionali fondamentali, il nostro organismo non ne può fare a meno perché questi macronutrienti entrano nella composizione di tutti i tessuti e del sangue e perché rappresentano una fonte di energia. La sfida che, però, devono affrontare i sistemi agroalimentari da qui al prossimo futuro, specie per quanto riguarda le proteine animali, è quella di produrle in modo sostenibile per il Pianeta. E questo vale per la carne e i derivati, ma anche per il pesce.

salmone norvegese
Il salmone atlantico © GettyImages

Oggi, infatti, la produzione di proteine animali, specialmente quella intensiva, è generalmente associata a problematiche di tipo ambientale e non solo. Gli allevamenti possono essere responsabili dello sfruttamento del suolo e della deforestazione per la produzione di mangimi, delle emissioni di gas serra che contribuiscono ai cambiamenti climatici, dell’inquinamento dell’acqua, di pratiche irrispettose del benessere animale, della distruzione degli ecosistemi con minacce alla biodiversità.

Produttori di proteine: la classifica di sostenibilità con il salmone norvegese al primo posto

Per colmare il divario di conoscenze sui rischi ambientali, sociali e di governance (esg) associati al settore alimentare, ogni anno il Coller FAIRR Index stila una classifica delle 60 più grandi società quotate a livello mondiale nel settore della carne, dei prodotti lattiero-caseari e dell’acquacoltura secondo dieci parametri come emissioni di gas serra, benessere animale, uso di antibiotici, deforestazione, condizioni di lavoro. Ai primi posti di questo indice, si confermano, anno dopo anno, alcuni dei produttori norvegesi di salmone. Con il Norwegian Seafood Council, che con il marchio di origine Seafood From Norway promuove la cultura dei prodotti ittici norvegesi, abbiamo approfondito alcuni aspetti dell’allevamento di salmone in Norvegia.

Negli allevamenti norvegesi le vasche devono contenere almeno il 97,5 per cento di acqua e al massimo il 2,5 per cento di pesce per garantire il benessere animale © Norwegian Seafood Council

Come gli allevamenti di salmone in Norvegia cercano di migliorare il loro impatto 

La costa norvegese si estende per più di 100mila chilometri, un’area seconda solo a quella delle coste canadesi. Gli allevamenti del salmone si trovano lungo tutto il perimetro con diverse autorità che ne regolano le licenze (che sono in numero limitato), l’ubicazione e la densità (possono essercene meno di 750 per 28.953 chilometri di coste).

Tradizionalmente l’allevamento del salmone inizia a terra, in vasche di acqua dolce dove avviene la fecondazione e la schiusa delle uova. Dopo circa 16 mesi, quando i salmoni raggiungono una determinata grandezza, i pesci vengono trasferiti in vasche galleggianti in mare, imitando così il viaggio che il salmone selvatico farebbe naturalmente dai laghi d’acqua dolce attraverso i fiumi fino al mare.

In Norvegia esistono condizioni naturali favorevoli alla produzione dei salmoni: “Il fattore biologico più importante è una temperatura dell’acqua ottimale, compresa tra 8 e 14 gradi Celsius (°C), grazie a cui il pesce si nutre bene e cresce lentamente. Se l’acqua è più calda di 16°C, il salmone si stressa, mangia meno e sperimenta una crescita ridotta”, spiega il Norwegian Seafood Council. La misura media di un salmone norvegese è di 4-5 chilogrammi, raggiunta nell’arco di circa due anni.

Per garantire il benessere dei pesci, le vasche per i salmoni devono essere sufficientemente grandi da consentire agli animali di nuotare e comportarsi nel modo più naturale possibile. I regolamenti stabiliscono che una vasca (profonda dai 30 ai 50 metri e con una circonferenza di 200 metri) deve contenere almeno il 97,5 per cento di acqua e al massimo il 2,5 per cento di pesce per garantire al salmone buone condizioni di crescita e di vita. 

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Gli allevamenti di salmone norvegese hanno ridotto del 99 per cento l’uso di antibiotici © Getty Images

I salmoni norvegesi vengono nutriti con mangimi costituiti da un mix di ingredienti vegetali e marini, pesci e sottoprodotti della produzione ittica provenienti da attività di pesca regolamentate, e colza, girasole, mais, grano e soia da produzione sostenibile. Per il tipo di mangime che viene utilizzato negli allevamenti della Norvegia, il salmone norvegese si può consumare crudo, senza che venga prima congelato, poiché non c’è il rischio della presenza del batterio Anisakis.

Negli allevamenti norvegesi si è diffuso l’uso di vaccini che hanno consentito di ridurre al minimo l’utilizzo di antibiotici. Meno dell’1 per cento di tutti i salmoni allevati in Norvegia viene trattato con antibiotici, somministrati esclusivamente all’occorrenza e su prescrizione veterinaria. In ogni caso, il salmone destinato al consumo è completamente privo di antibiotici

salmone norvegese
Il salmone norvegese allevato si può consumare crudo, senza che venga prima congelato, perché non c’è il rischio che contenga il parassita Anisakis © GettyImages

Gli allevamenti di salmone norvegese sono sottoposti a un regolamento severo e a rigidi controlli che garantiscono la qualità e il benessere del salmone allevato e la salute dell’ambiente circostante. Le vasche devono essere ispezionate quotidianamente, per quanto riguarda la possibilità di infezioni e l’integrità delle reti. “Uno dei traguardi principali e più ambiziosi è raggiungere quota zero nelle fughe di salmone per evitare conseguenze sui salmoni selvatici come la diffusione di parassiti e la minaccia alla loro capacità di riprodursi. L’obiettivo è raggiungere un livello in cui il salmone fuggito non abbia un effetto negativo sui pesci selvatici”.

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Gli allevamenti di salmone sono monitorati costantemente © Norwegian Seafood Council

Su questo aspetto ogni anno vengono organizzati corsi di formazione ed è emersa la necessità di standardizzare e ottimizzare un metodo per monitorare i pesci in fuga. “Dal 2006, anno di picco delle fughe di salmone, le statistiche mostrano una tendenza al ribasso nonostante l’aumento della produzione di salmone d’allevamento”, precisa il Norwegian Seafood Council. Annualmente gli allevatori di salmone norvegese investono 14,5 milioni di sterline (in aggiunta agli investimenti statali) per finanziare la ricerca e lo sviluppo del settore in termini di efficienza e sostenibilità.

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