Proteste ai quattro angoli del globo. Dal Bangladesh con la fuga della prima ministra, alla Nigeria contro la crisi e il governo, all’estrema destra del Regno Unito contro i migranti.
Quello passato è stato weekend di proteste, che si sono verificate in praticamente tutti i continenti. In Bangladesh, le proteste iniziate il mese scorso come manifestazioni studentesche hanno avuto un’accelerazione dopo che il bilancio delle vittime ha raggiunto la quota di 300 persone. Si continua a manifestare anche in Venezuela contro i risultati delle elezioni che hanno visto Maduro eletto per la terza volta, ma con le accuse di brogli elettorali.
Si protesta in Africa, in particolare in Nigeria, per la crisi economica e le scelte del governo. Scendono in piazza anche nel Regno Unito, questa volta, però, è l’estrema destra che, sfruttando un terribile caso di cronaca, ha dato il via a violenti scontri con la polizia e l’attacco a negozi, moschee e centri di accoglienza per migranti, diffondendo il panico nella popolazione con background migratorio del paese.
Le proteste in Bangladesh e la fuga della prima ministra Sheikh Hasina
Domenica 4 agosto è stata la giornata più letale delle proteste scoppiate il mese scorso in Bangladesh. La morte di almeno 94 persone nella sola giornata di sabato ha fatto salire il bilancio totale delle vittime ad almeno 300 persone. Inizialmente le proteste sono nate dalla richiesta pacifica degli studenti universitari che chiedevano la fine del sistema delle quote nel lavoro pubblico, dove il 30 percento dei posti era destinato ai discendenti dei veterani della guerra di indipendenza dal Pakistan.
Dopo le fasi iniziali e dopo la repressione da parte delle forze dell’ordine, le manifestazioni si sono tramutate in vere e proprie proteste antigovernative. La prima ministra Sheikh Hassan ha sempre rifiutato il dialogo, liquidando i promotori delle proteste come terroristi destabilizzatori, e il governo ha decretato un drastico coprifuoco e bloccato la connessione internet.
Le proteste sono riprese dalla mattinata di oggi e Sheikh Hasina ha rassegnato le dimissioni e lasciato il Paese con la sorella, a bordo di un elicottero. Secondo i media locali indiani, un aereo con a bordo l’ex prima ministra del Bangladesh è atterrato nella base aerea di Hindon, vicino a Nuova Delhi.
Poco dopo la diffusione della notizia della fuga di Sheikh Hasina, il capo dell’esercito ha annunciato la formazione di un governo ad interim e ha esortato i manifestanti a fermare i disordini. Si è inoltre impegnato a soddisfare le richieste dei manifestanti e a rendere giustizia a coloro che sono stati uccisi.
Le manifestazioni in Nigeria
Nella capitale Abuja e a Lagos, la città più popolosa della Nigeria, la popolazione sta scendendo in piazza da giorni contro le riforme economiche del governo. Le manifestazioni in corso sono principalmente contro la peggiore crisi del costo della vita da trent’anni e le accuse di malgoverno e corruzione nel Paese più popoloso dell’Africa. I funzionari pubblici nigeriani sono tra i meglio pagati dell’Africa, in netto contrasto con il tasso di ricchezza del Paese. In Nigeria, infatti, 84 milioni di persone (il 37 per cento della popolazione) vivono al di sotto della soglia di povertà. Inoltre il prezzo del carburante, necessario soprattutto per i generatori elettrici, è raddoppiato, nonostante sia uno dei maggiori produttori di petrolio del continente.
Il presidente nigeriano Bola Ahmed Tinubu ha indetto una conferenza stampa domenica, in cui ha mostrato apertura verso i manifestanti. Ha dichiarato: “Come presidente di questo Paese, devo garantire l’ordine pubblico. Il nostro governo non rimarrà inattivo e non permetterà che alcuni, con un chiaro programma politico, facciano a pezzi la nazione. In queste circostanze, con la presente ingiungo ai manifestanti e agli organizzatori di sospendere ogni ulteriore protesta e di creare spazio per il dialogo”.
I disordini dell’estrema destra nel Regno Unito
Nel Regno Unito manifestanti ed esponenti di estrema destra stanno attaccando la comunità immigrata dopo un grave episodio di cronaca avvenuto la scorsa settimana che ha visto la morte di tre bambine per mano di un diciassettenne gallese di origini ruandesi. Immediatamente dopo l’accaduto è circolata la notizia falsa della matrice islamista dell’attacco, che ha spinto i manifestanti ad attaccare una moschea.
Domenica 4 agosto a Rotherham i manifestanti hanno attaccato un hotel che dovrebbe ospitare richiedenti asilo e scontrandosi con la polizia. Le rivolte sono state particolarmente violente a Hull, Liverpool, Bristol, Manchester, Stoke-on Trent, Blackpool e Belfast, con lanci di oggetti, saccheggi di negozi e attacchi alla polizia.
Il neopremier Stramer ha condannato le violenze, intende accelerare la giustizia nei confronti degli arrestati e ha promesso un “esercito permanente” di agenti specializzati per affrontare i disordini violenti.
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