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Perché abbiamo bisogno di un Corpo forestale
Con l’entrata in vigore della riforma sulla pubblica amministrazione, verrà riorganizzato anche il Corpo forestale dello Stato. Cosa accadrà ora?
Ecomafie, zoomafie, bracconaggio, traffico di animali selvatici e protetti, prevenzione incendi ed ecoreati. Sorveglianza dei Parchi nazionali, delle aree naturali e delle riserve naturali dello Stato. Questo, e non solo, era il ruolo del Corpo forestale dello Stato, fino a ieri.
Una guardia forestale in Trentino, in compagnia del suo fidato compagno, addestrato per la ricerca delle tracce di orso. @Luca Bolli.
Con l’approvazione al Senato del decreto sulla pubblica amministrazione è previsto, come scrive Repubblica.it: “il riordino delle partecipate e dei servizi pubblici locali e uno spostamento di risorse dal Corpo forestale dello Stato ai vigili del Fuoco, primo passo verso l’assorbimento della Forestale dal corpo dei Carabinieri”. Con questa legge quindi il Corpo forestale dovrebbe venire accorpato all’Arma dei Carabinieri. Il condizionale è d’obbligo, perché l’effettivo spostamento delle risorse del Corpo la si saprà probabilmente entro l’autunno.
A nulla sono serviti i moniti di associazioni ambientaliste e società civile, che quotidianamente collaborano col Corpo forestale. Secondo il Wwf: “Il provvedimento voluto dal Governo ha due obiettivi dichiarati, tagliare i costi e aumentare l’efficienza. I costi non verranno però ridotti ma rischiano anzi di aumentare: il Wwf ha più volte ricordato che la forestale rappresenta il 3 per cento di tutte le forze di polizia e il 90 per cento del suo costo è per il personale. Il trasferimento dei servizi oggi della forestale ad altra amministrazione aumenterà i costi, si perderà l’economia di scala oggi garantita”.
Della stessa idea la Lipu, che risponde con le parole del presidente Fulvio Mamone Capria a poche ore dall’approvazione del disegno di legge: “La scomparsa del Corpo forestale dello Stato attraverso la frammentazione del suo organico rappresenta sicuramente un regalo agli inquinatori, ai bracconieri, ai costruttori abusivi e a chi froda sull’agroalimentare. A fronte di un’emergenza ambientale sempre più grave, e basti pensare alla sola Terra dei Fuochi, il Governo avrebbe dovuto impegnarsi per rafforzare il principale corpo di polizia ambientale presente nel nostro paese, al fine di garantire un presidio territoriale costante contro le ecomafie e verso coloro che delinquono ai danni della natura”.
Anche la Lav, che ha da poco pubblicato il “Rapporto Zoomafia 2015”, con le parole del dottor Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav e autore dello stesso rapporto conferma che: “Ogni settore che riguarda gli animali può essere nel mirino della criminalità per sfruttare nuove forme di guadagno. È significativa la continua trasformazione dei gruppi dediti ai traffici a danno di animali e la loro capacità di individuare nuovi canali affaristico-criminali”. Una situazione tutt’altro che in calo.
Di altro avviso il ministro Martina, che in una dichiarazione ufficiale spiega la scelta: “La riforma della pubblica amministrazione appena approvata apre una fase di rafforzamento delle tutele ambientali e agroalimentari nel nostro Paese. Nella sua attuazione sarà fondamentale lavorare su questo obiettivo, attraverso il riordino delle funzioni di polizia e sviluppando l’unitarietà nella tutela dell’ambiente e del territorio così come nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare. Crediamo sia strategico valorizzare le grandi professionalità del Corpo forestale, con il mantenimento delle funzioni, del personale e della distribuzione territoriale dei presidi. Il tutto preservando le funzioni di indirizzo del Ministero delle politiche agricole. In questo senso il nuovo progetto di riorganizzazione del Corpo forestale nell’Arma dei Carabinieri rappresenta una grande occasione per rilanciare l’impegno italiano su questo fronte.
Si vedrà. Per ora sappiamo che da oggi, ufficialmente, non abbiamo più un Corpo di polizia che protegge ambiente fauna e flora nel nostro Paese, anche se il loro lavoro continua. Non ci resta che attendere gli invevitabili “ulteriori sviluppi”.
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