Al via il primo impianto pugliese che produce biometano dai rifiuti solidi urbani

Quasi 2 milioni di metri cubi di biogas e 4mila tonnellate di CO2 evitate. I numeri del primo impianto in Puglia che produce biometano dai rifiuti urbani.

Un taglio del nastro simbolico. Con il primo metro cubo di biometano immesso nella rete Snam, Tersan Puglia inaugura il sito di Modugno, il primo a livello regionale in grado di produrre biocarburante rinnovabile da rifiuti organici.

inaugurazione impianto biometano
Taglio del nastro simbolico con l’immissione nella rete nazionale del primo metro cubo di biometano © Regione Puglia

Come si produce biometano dai rifiuti organici

L’impianto parte dalla Forsu, ossia la frazione organica del rifiuto solido urbano (in questo caso residui del verde pubblico e della lavorazione agricola e industriale) per produrre biogas che, tramite un processo chiamato di upgrading, diventa biometano.

Il sito di digestione anaerobica, che sorge nel preesistente impianto di compostaggio di Tersan dove si producono fertilizzanti organici, sfrutta un attento processo di selezione, controllo, peso, tritatura e stoccaggio della materia prima seconda. A fronte di un investimento privato complessivo di 18 milioni di euro, si stima che in un anno produrrà 1,9 milioni di metri cubi di biogas. Rispetto a uno stabilimento tradizionale, emetterà in atmosfera circa 3.700 tonnellate di anidride carbonica in meno.

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I rifiuti solidi urbani raccolti e in attesa di essere lavorati © Regione Puglia

I rifiuti diventano risorse

Nel pieno rispetto dei principi dell’economia circolare, l’impianto consentirà di valorizzare i rifiuti prodotti in città. Come evidenziato dal presidente della Regione Michele Emiliano durante l’inaugurazione del sito lo scorso 16 marzo: “Questa è una bella giornata nella quale si sta trasformando una minaccia, cioè il rifiuto organico, in una materia utile non solo a restituire sostanza organica ai nostri campi ma anche alla produzione di energia”.

Per “dare una mano all’Italia a limitare la dipendenza dalle fonti energetiche fossili”, rimarca Emiliano, la Regione ha messo sul tavolo due opzioni. Da un lato il processo di decarbonizzazione volto a evitare di emettere gas serra in atmosfera. Dall’altro lato l’impegno a premiare i cittadini che sono anche produttori di energia, garantendo loro “quel differenziale di prezzo sull’energia stessa che ci concede di trasformare questo sacrificio in un elemento di attrazione degli investimenti nella nostra regione”.

Opportunità di crescita locale con l’economia circolare

L’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, durante l’inaugurazione si è detto favorevole a progetti di questo tipo, capaci di valorizzare le risorse presenti sul territorio, creare posti di lavoro e stimolare la crescita locale. E resi possibili dal partenariato pubblico/privato e dalla presenza di imprese che decidono di investire nell’innovazione.

Presenti all’evento anche il vicepresidente esecutivo della business unit ambiente ed efficienza di Snam, Cristian Acquistapace, il rettore dell’università di Bari Stefano Bronzini e l’assessora regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio. A testimonianza di quanto il legame tra industria (lungimirante) e politica debba essere forte per sfruttare in chiave sostenibile le migliori tecnologie in campo. Realizzando opere che portino un valore aggiunto tangibile al territorio e all’economia locale e, pertanto, siano comprese e accettate dai cittadini.

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