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“Sembrava di stare su Marte”. Il punto sugli incendi delle ultime settimane in tutto il mondo
Dai paesi del Mediterraneo, alla Finlandia, gli incendi stanno spazzando via migliaia di ettari di territorio alimentati anche dalla crisi climatica.
“Era tutto rosso, sembrava di stare su Marte”. È questo il commento di uno degli abitanti dell’Oregon, negli Stati Uniti, una delle regioni più colpite dagli incendi, mentre lascia la propria abitazione per salvarsi dalle fiamme.
Da settimane ormai giungono notizie di violenti incendi da ogni angolo del mondo. Alcuni dei paesi coinvolti sono l’Italia, la Grecia, Cipro, la Siberia, gli Stati Uniti e il Canada, solo per nominarne alcuni. Qui la popolazione sta affrontando situazioni di emergenza, aggravate ulteriormente dalle alte temperature, dalla siccità e dai venti. Migliaia gli ettari di territorio sono già andati in fumo, i numeri degli sfollati crescono ogni giorno, così come quelli degli animali che non sono riusciti a scappare dalle fiamme.
Gli incendi in Italia e in Grecia
In Italia in particolare è stato colpito il centro e il sud del paese. Oltre alla Sardegna, dove negli ultimi dieci giorni sono bruciati oltre 25mila ettari di territorio, si sono aggiunti anche l’Abruzzo, il Molise, la Puglia e la Sicilia dove i Vigili del fuoco e la Protezione civile si sono da subito attivati per tenere sotto controllo le fiamme.
La Grecia sta vivendo una sorte simile, dopo essere stata colpita dalla peggior ondata di caldo degli ultimi 30 anni. Le autorità sono persino arrivate a intimare ai cittadini di risparmiare l’elettricità. Uguale anche la situazione in Spagna e in Francia dove ci sono voluti giorni prima di riuscire a tenere sotto controllo le fiamme.
La situazione in Turchia e in Libano
Sono più di cento gli incendi scoppiati negli ultimi giorni in Turchia, dove i residenti sono stati fatti evacuare. Almeno sei persone hanno perso la vita e in molti hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni. I testimoni hanno riferito all’agenzia di stampa Reuters che “pioveva cenere”. In queste aree i roghi sono comuni, ma quelli di quest’anno hanno coperto aree più estese, secondo quanto riportato dalle autorità. Tra l’altro la prossima settimana la temperatura nella provincia di Atalya potrebbe raggiungere tra i 43 e i 47 gradi.
In Libano, un incendio scoppiato nella regione Akkar si è diffuso con così tanta violenza che è arrivato a raggiungere i confini della vicina Siria. Il ministro dell’Agricoltura Abbas Mortada ha detto all’Afp che era alimentato dal forte vento.
Finlandia e Siberia colpite dagli incendi record
Ma i roghi non hanno colpito solo i paesi del Mediterraneo. Anche la Finlandia e la Siberia si sono dovute attivare contro le fiamme. La Finlandia in particolare ha affrontato il peggior incendio degli ultimi cinquant’anni che si è propagato nelle foreste, rese particolarmente secche dall’ondata di caldo straordinaria che ha travolto il paese. 250 persone e quattro elicotteri sono arrivati da ogni parte del paese per cercare di tenere sotto controllo il fuco divampato nella valle del fiume Kalojoki. Anche in questo caso, il vento ha spostato l’incendio di albero in albero, coprendo oltre 300 ettari. In Siberia, il fuoco ha già cancellato oltre un milione mezzo di ettari di vegetazione.
Negli Stati Uniti e in Canada invece sono bruciati più di 500mila ettari. Tra le regioni più colpite nel mese di luglio ci sono state la California, l’Oregon e la Columbia Britannica. “Era tutto rosso, sembrava di stare su Marte”, ha raccontato Sayyid Bey, una delle persone che in Oregon ha dovuto lasciare la propria casa per salvarsi dalle fiamme. I roghi sono divampati così velocemente da inghiottire gli alberi che circondavano la sua abitazione. La fuliggine ha poi ricoperto tutto.
Benché la stagione degli incendi sia ben lontana dall’essere finita, alcuni paesi hanno già iniziato una stima dei danni. In Sardegna, ad esempio, Coldiretti stima che ci vorranno 15 anni per sanare completamente il danno. Questo però a patto che nelle prossime estati non si verifichino incendi di questo tipo. Ma con la crisi climatica che avanza sempre più velocemente, è difficile pensare che non succederà di nuovo.
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