Putin ha firmato l’annessione di quattro regioni ucraine

Il leader della Russia ha aperto la cerimonia di annessione parlando a Kiev e all’Occidente: “Lo vuole il popolo. Pronti a difendere i territori con ogni mezzo”.

  • Si sono tenuti quattro referendum indetti dalla Russia per l’annessione di altrettante province dell’Ucraina.
  • Secondo le agenzie filorusse, il 99,23% dei votanti ha scelto l’adesione alla Federazione Russa.
  • Per l’Ucraina e l’Occidente si tratta di una farsa: i cittadini sarebbero stati costretti a votare minacciati con le armi.

“Il popolo ha fatto la sua scelta, una scelta netta”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, aprendo la cerimonia di firma dei trattati di annessione a Mosca delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia. Il leader del Cremlino ha tenuto un discorso in cui si è rivolto direttamente al presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky e all’Occidente: “Voglio che mi sentano a Kiev, che mi sentano in Occidente: le persone che vivono nel Lugansk, nel Donetsk, a Kherson e Zaporizhzhia diventano nostri cittadini per sempre. Kiev ora cessi il fuoco, siamo pronti ai negoziati”, ha poi aggiunto Putin.

Tre giorni fa, alla chiusura del referendum per l’annessione dei territori, un maxischermo nella Piazza Rossa di Mosca aveva proiettato il messaggio “Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia, Kherson – Russia!”. Secondo le agenzie filorusse, a Donetsk e Luhansk il 99,23 per cento delle persone ha votato a favore dell’adesione alla Russia, una percentuale insolita per un voto di questo tipo. Infatti, l’Ucraina e l’Occidente hanno affermato che si è trattato di un’enorme farsa.

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Una manifestazione in Ucraina contro Vladimir Putin © Carsten Koall/Getty Images

Costretti a votare per l’annessione alla Russia

Fino a quattro milioni di persone sono state invitate a votare nelle regioni dilaniate dalla guerra, che costituiscono circa il 15 per cento del territorio dell’Ucraina. I residenti che negli ultimi giorni sono riusciti a fuggire hanno raccontato di persone costrette a votare per strada da funzionari itineranti e sotto la minaccia delle armi. Un filmato mostra funzionari russi che portano le urne di casa in casa con i soldati al seguito.

Ma mentre l’Europa e gli Usa sono uniti nel denunciare l’esito dei referendum come un imbroglio, la Cina, tradizionale alleato russo, attraverso il suo portavoce del ministero degli esteri Wang Wenbin ha affermato che “la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i paesi devono essere rispettate“.

In previsione dell’annessione, scrive l’agenzia di stampa Reuters, gli Stati Uniti hanno preparato un nuovo pacchetto di armi da 1,1 miliardi per l’Ucraina. Dal canto russo, l’annessione permetterà la coscrizione, ovvero il reclutamento forzato, di civili ucraini per combattere contro Kiev. Allo stesso tempo, negli ultimi giorni, sono scoppiate diverse proteste di cittadini russi in almeno 45 aree del paese.

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Proteste contro Putin a Lviv, Ucraina © Leon Neal/Getty Images

Finora la guerra in Ucraina è costata la vita a 6mila civili

Dall’inizio della guerra in Ucraina, ovvero dal 24 febbraio, sono stati uccisi quasi 6mila civili, inclusi 382 bambini e quasi 9mila sono i feriti. Ma le cifre comunicate dalle Nazioni unite potrebbero essere molto più elevate, poiché non è possibile ottenere informazioni complete dalle zone di conflitto, come spiegato dall’agenzia stessa.

Inoltre, secondo la missione di monitoraggio delle Nazioni Unite in Ucraina, vi sono sparizioni forzate e detenzioni arbitrarie diffuse nel territorio controllato dalle forze armate russe, così come casi di tortura e maltrattamenti di detenuti civili. Senza contare i casi di stupro.

Le ostilità hanno gravemente colpito i diritti delle persone con disabilità e degli anziani, in gran parte donne, lasciandoli senza assistenza sanitaria, alloggi adeguati, riscaldamento, acqua ed elettricità. Infine, alcuni giornalisti, operatori dei media e blogger sono stati uccisi in aree controllate dall’esercito russo o da gruppi armati affiliati.

Il rapporto delle Nazioni unite ha sottolineato che la libertà di espressione, compreso l’accesso ai media, è stata limitata nelle aree occupate: “Siamo preoccupati che la riduzione dello spazio civico e l’ambiente altamente restrittivo nelle aree occupate dalla Federazione Russa dissuadano le persone dal denunciare le violazioni dei diritti umani che hanno subito o hanno assistito”, ha dichiarato Matilda Bogner, capo della missione.

Più di 7,4 milioni di ucraini sono attualmente registrati come rifugiati: di questi, quasi 2,7 milioni si trovano in Russia.

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