Il 25 giugno si è tenuto un incontro tra il presidente russo Putin e il suo omologo bielorusso Lukashenko.
Lukashenko si è detto preoccupato da “un’aggressione dei paesi confinanti” e dai voli dei jet militari occidentali.
Putin ha promesso che trasferirà in Bielossua i missili Iskander-M, che possono trasportare anche testate nucleari.
La Russia provvederà a dotare la Bielorussia di sistemi missilistici tattici Iskander-M, che possono trasportare anche testate nucleari. È quanto promesso dal presidente russo Vladimir Putin al suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko, durante un incontro tenutosi il 25 giugno. Il capo di Minsk si è detto preoccupato dai voli vicino ai propri confini dei jet militari della Nato e americani e ha chiesto supporto militare a Mosca, che non si è tirata indietro.
La paranoia della Bielorussia
I rapporti tra Russia e Bielorussia non sono mai stati così buoni. Già prima che Mosca lanciasse la sua aggressione militare all’Ucraina i due paesi erano impegnati in esercitazioni militari congiunte ed è proprio dalla Bielorussia che sono partiti i primi attacchi verso Kiev del 24 febbraio.
In questi quattro mesi di guerra Lukashenko ha continuato a concedere all’esercito russo le sue basi e il suo supporto per proseguire l’aggressione in Ucraina, mentre anche i primi negoziati di pace tra i paesi belligeranti si sono tenuti in Bielorussia. Quest’ultima è insomma un alleato prezioso di Mosca, l’unica rimastole realmente fedele. Che vuole però qualcosa in cambio. Nelle ultime settimane alcuni paesi come quelli baltici o la Polonia, confinanti proprio con la Bielorussia, hanno lasciato intendere di essere pronti a entrare in guerra contro la Russia nel caso quest’ultima assumesse un atteggiamento nei loro confronti simile a quello tenuto contro l’Ucraina. Per Minsk significherebbe ritrovarsi la guerra al di là della frontiera non solo sul fronte meridionale, quello ucraino, ma anche nel resto del territorio non confinante con la Russia. C’è il timore “di subire un’aggressione”, ha detto Lukashenko, che si aggiunge al “via vai di jet militari americani e Nato con testate nucleari” nei pressi dei suoi confini.
A record number of missiles was fired by Russia on Ukraine this night and morning: more than 60, according to the latest figures. Many were launched from the territory of Belarus. They targeted Kyiv, Lviv, Zhytomyr, Chernihiv, Khmelnytskyi, Dnipro, Mykolayiv, Kharkiv regions
Ecco perché nell’incontro che si è tenuto sabato 25 giugno a Mosca tra il presidente bielorusso e Vladimir Putin, il primo ha sollevato al secondo le proprie preoccupazioni e avanzato una serie di richieste. In particolare, di stare pronti a “una risposta simmetrica” contro i voli occidentali, ma anche il trasferimento di testate nucleari sul suo territorio per potersi difendere.
Le rassicurazioni nucleari di Putin
Per Putin non c’è al momento la necessità di attacco contro i velivoli della Nato. Una bocciatura della richiesta bielorussa, a cui è seguita però una concessione.
President #Putin has said that #Russia will supply its nuclear-capable short-range missile system to its ally #Belarus in the coming months.
He said the Alexander-M system was "capable of firing ballistic and cruise missiles, whether conventional or nuclear." pic.twitter.com/3X0ZSg8A6h
— International Defence Analysis (@Defence_IDA) June 26, 2022
Il presidente russo ha annunciato che i caccia Su-25 russi in dotazione all’esercito della Bielorussia potrebbero essere aggiornati e modernizzati e questo potrebbe avvenire in chiave nucleare. Putin ha poi promesso che la Russia nei prossimi mesi trasferirà a Minsk i sistemi missilistici tattici Iskander-M, mezzi con una capacità di gittata di 500 chilometri e in grado di trasportare anche testate nucleari. La Russia se n’è già servita durante la guerra in Georgia nel 2008, senza però poggiarsi sulla loro capacità nucleare. Ora potrebbero tornare operativi, questa volta in forma nucleare e proprio nel bel mezzo dell’Europa. Un modo per la Russia di continuare ad assicurarsi il sostegno bielorusso, fondamentale in chiave logistica per il prosieguo della guerra in Ucraina.
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