Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’introduzione della legge marziale nelle quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.
Putin ha dato più potere ai governatori regionali implementando misure che limitano la libertà di movimento.
Il presidente russo Vladimir Putinha dichiarato la legge marziale nei quattro territori ucraini annessi dalla Russia, attraverso quattro referendum giudicati illegittimi dalla comunità internazionale. Inoltre, durante l’ultimo consiglio di sicurezza russo, Putin ha conferito poteri di emergenza aggiuntivi ai leader regionali russi di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhya.
Le quattro regioni occupate dell’Ucraina orientale e meridionale sono il punto focale del conflitto. Cosa cambierà nei quattro territori militarizzati già sotto occupazione militare, e contestati dalla controffensiva ucraina, rimane poco chiaro. Ma quel che è certo è che attraverso questa mossa, Putin dichiara di non voler fermare il conflitto.
Cos’è la legge marziale
La legge marziale espande i poteri dell’esercito e delle forze dell’ordine. Consente ai militari di imporre il coprifuoco, limitare la libertà di movimento, sequestrare le proprietà dei civili, monitorare le comunicazioni e, nel caso, ordinare ai cittadini di ricostruire le città distrutte.
“La legge marziale impone essenzialmente la sospensione del normale governo dell’economia e dello stato di diritto”, ha spiegato Max Bergmann, direttore del programma Europa presso il Center for strategic and international studies, al Washington Post. “Consente ai militari di sequestrare beni, edifici e dispiegare le risorse economiche secondo le proprie necessità. Sostanzialmente consente ai militari di comandare sul territorio”.
Come cambierà la vita nei territori annessi illegalmente
Di fatto, i referendum non hanno permesso a Mosca di controllare interamente le quattro regioni, per questo il Cremlino ha introdotto la legge marziale. Non è chiaro se Putin sarà in grado di attuare efficacemente le disposizioni o come si discosteranno dalle condizioni esistenti durante l’occupazione militare già in atto da mesi.
Sempre secondo il Washington Post, il decreto funge da “formalizzazione di molto di ciò che stava già accadendo sul campo”. Con questo decreto, la Russia scopre la sua vera facciata, dicendo “queste regioni sono nostre e le stiamo occupando militarmente”. La mossa potrebbe anche servire come un’opportunità per acquisire e mobilitare più risorse per le truppe russe.
Quando è stata l’ultima volta che Mosca ha imposto la legge marziale
L’ultima volta che Mosca ha dichiarato la legge marziale fu durante la seconda guerra mondiale, quando ancora era Unione Sovietica e non la moderna Russia. Durante il periodo sovietico, la Russia ha combattuto una serie di guerre, ma lo ha fatto attraverso le sue forze regolari.
Non ha mai ricorso all’arruolamento forzato dei cittadini: negli ultimi decenni, la Russia ha invaso la Georgia nel 2008 e l’Ucraina nel 2014 ed è intervenuta in Siria, ma quei conflitti non hanno richiesto una “mobilitazione di massa”. Insomma, “al popolo russo”, scrive il Washington Post, “è stato detto che si trattava di un’operazione militare speciale e ora viene mobilitato come se fosse la seconda guerra mondiale”.
Che impatto potrebbe avere il decreto
Nelle regioni russe vicine o confinanti con l’Ucraina – ad esempio Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk e Rostov, così come la Crimea – vi sono già restrizioni “da tempo di guerra”, ma tale condizione sta a un gradino inferiore alla “risposta massima” introdotta dal Cremlino nei territori ucraini occupati.
La misura potrebbe permettere ai russi di controllare le industrie del territorio occupato e convertirle per supportare l’invasione. “Se la dichiarazione della legge marziale si rivelasse efficace e la Russia avesse ancora bisogno di più truppe e maggiori risorse, potrebbe benissimo espandersi”, ha detto Bergmann sul Washington Post.
putin's martial law in the annexed regions of 🇺🇦 is preparation for the mass deportation of the Ukrainian population to depressed areas of 🇷🇺 in order to change the ethnic composition of the occupied territory.
Oleksiy Danilov, segretario della sicurezza nazionale ucraina e consiglio di difesa, ha addirittura denunciato sui social che la Russia deporterà le popolazioni ucraine nelle regioni più depresse del territorio russo, al fine di cambiare la composizione etnica dell’area.
Ma quella della deportazione sarebbe una pratica esistente dall’inizio del conflitto: come ha raccontato il sito realizzato da giornalisti indipendenti russi Verstka, centinaia di minori sono spariti dagli orfanotrofi, dagli ospedali e dagli istituti di cura ucraini, in particolare di Mariupol e del Donbass, e sono stati trasferiti in Russia dove si sono perse le loro tracce. Molti sarebbero stati affidati a famiglie russe, confermando la tesi secondo la quale Putin stia usando minori ucraini (approfittando della loro vulnerabilità) per riequilibrare il saldo demografico del suo paese.
Con la deviazione dei flussi commerciali russi dall’Europa verso la Cina, Mosca ha la necessità di potenziare le linee ferroviarie vicino al lago Bajkal. Così, dà il via libera alla deforestazione. Sul grande lago incombe anche la minaccia del turismo di massa.
Nel suo discorso all’Assemblea federale, il presidente russo ha detto di voler vedere il personale militare che combatte in Ucraina in posizioni di comando. E non sono mancate le minacce all’Occidente.
Il leader della Russia ha aperto la cerimonia di annessione parlando a Kiev e all’Occidente: “Lo vuole il popolo. Pronti a difendere i territori con ogni mezzo”.
Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto un discorso durante la parata del 9 maggio che celebra la vittoria dell’Armata rossa sull’esercito nazista.