Crisi climatica? Riscaldamento globale? Fenomeni estremi? Secondo TotalEnergies si può comunque aumentare ancora l’uso di petrolio e gas.
Il Qatar annuncia l’espansione del più grande giacimento di gas nonostante il picco della domanda
Il Qatar annuncia un aumento di produzione di gas dell’85%, mentre nel 2023 il consumo in Europa è sceso al livello più basso degli ultimi 10 anni.
- Il ministro dell’Energia del Qatar ha annunciato, durante una conferenza stampa, il piano per espandere il più grande giacimento mondiale di gas, il North Field.
- L’annuncio arriva mentre l’Europa tocca il livello più basso di produzione del gas degli ultimi 10 anni.
Il Qatar ha appena annunciato i suoi nuovi piani per espandere la produzione del più grande giacimento di gas naturale del mondo, il North Field, che già oggi garantisce all’emirato il record mondiale di esportazione di gas naturale liquefatto, il gnl.
Il nuovo piano di espansione del North Field, denominato North Field West, aggiungerà ulteriori 16 milioni di tonnellate di gnl all’anno ai piani esistenti, ha dichiarato il ministro dell’Energia del Qatar, Saad Sherida al-Kaabi, che è anche a capo dell’azienda di stato QatarEnergy. L’espansione complessiva del North Field dalle attuali 77 milioni di tonnellate di gas a 142 milioni di tonnellate, rappresenta un aumento dell’85 per della produzione. Il capo di QatarEnergy ha anche detto che l’azienda “incomincerà immediatamente” con i lavori di ingegneria per garantire che l’espansione sia completata entro il 2030.
La supremazia del gnl del Qatar
Il North Field fa parte del più grande campo di esplorazione di gas del mondo, che il Qatar condivide con l’Iran (la parte iraniana si chiama South Pars). Il Qatar è uno dei principali produttori mondiali di gnl insieme agli Stati Uniti, all’Australia e alla Russia. I paesi asiatici guidati da Cina, Giappone e Corea del Sud sono stati per lungo tempo il principale mercato per il gas qatariota, ma la domanda è cresciuta anche dai paesi europei dopo che la guerra in Ucraina ha messo in dubbio le forniture.
I recenti piani di espansione seguono una serie di accordi di fornitura a lungo termine di gnl qatariota: all’inizio di questo mese, il Qatar ha detto che fornirà 7,5 milioni di tonnellate l’anno di Gnl per 20 anni alla società indiana Petronet, a partire dal 2028. Così come alla fine di gennaio, QatarEnergy ha annunciato un accordo con la società statunitense Excelerate energy per fornire 1,5 milioni di tonnellate annue per 15 anni al Bangladesh. L’anno scorso, il Qatar ha firmato accordi con la Sinopec in Cina, la Total in Francia, la Shell in Gran Bretagna e l’Eni in Italia.
Ma il consumo di gas in Europa è sceso ai livelli più bassi
La concorrenza per il gnl si è intensificata dall’inizio della guerra in Ucraina, con l’Europa, in particolare, che dal 2021 a oggi ha cercato di sostituire l’approvvigionamento di gas russo. Eppure, secondo l’ultima edizione del Lng Tracker dell’Institute for energy economics financial analysis (Ieefa), nel 2023 il consumo di gas in Europa è sceso al livello più basso degli ultimi 10 anni, attestandosi sui 452 miliardi di metri cubi (bcm), in calo rispetto ai 472 del 2014. Solo negli ultimi due anni il consumo è sceso del 20 per cento. Un calo dovuto, secondo il rapporto, soprattutto alle misure di risparmio energetico e all’aumento di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
Questo dimostra che non c’è bisogno di sostituire il gas russo con altro gas, qatariota in questo caso. Nonostante l’Italia abbia ridotto il consumo di gas di 14,4 miliardi di metri cubi negli ultimi due anni (solo la Germania ha fatto di più), il nostro paese sta procedendo con la realizzazione dei due nuovi terminali di importazione di gnl, a Piombino e Ravenna. In particolare, il nuovo terminale di Piombino ha registrato un tasso di utilizzo di appena il 42 per cento nel 2023.
Per l’Ieefa, le tendenze attuali e future della domanda di gas dovrebbero portare a un picco della domanda di gas naturale liquefatto già nel 2025, almeno in Europa. Lo scorso anno, la domanda di gnl nel continente è rimasta stabile ma il tasso di utilizzo medio dei terminali di gas liquefatto è stato del 58,52 per cento nel 2023, in calo rispetto al 62,94 per cento del 2022.
Misurarsi con la realtà, però, non è nei piani del gigante energetico del Golfo Persico, poiché al-Kaabi ha detto che la valutazione delle riserve di gas qatariote continuerà e la produzione sarà ulteriormente espansa. Insomma, finché c’è gas, il Qatar sembra voler andare avanti sulla strada delle fonti fossili. Con buona pace dei rischi per il pianeta e per tutti noi.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nuovi dati confermano che i due terzi di emissioni di metano in atmosfera sono prodotte dall’uomo. L’obiettivo è ridurle del 30% entro il 2030.
Entro tre anni, entrerà in funzione uno dei giacimenti di gas più imponenti d’Italia. Per Eni, il gas è ancora indispensabile per la transizione energetica. Per la scienza, la transizione deve essere rapida.
Il Mozambico è ricco di gas liquefatto ma l’insurrezione dei jihadisti ne sta bloccando l’estrazione. L’unico progetto operativo è quello di Eni.
Il tribunale del Lazio boccia il ricorso contro il rigassificatore presentato dal comune di Piombino. Che ora dovrà pagare 90mila euro di risarcimento.
Dopo l’invasione in Ucraina, i prezzi dell’energia sono schizzati. I governi di 82 paesi hanno risposto raddoppiando il sostegno ai combustibili fossili.
Le enormi riserve di combustibili naturali formatisi nel corso dell’evoluzione del nostro pianeta, sedimentate nelle profondità della crosta terrestre e lì conservate per milioni di anni, le stiamo bruciando tutte in un secolo. Petrolio, carbone e gas metano coprono oggi l’80% del fabbisogno energetico mondiale; un altro 6% circa è coperto da materiale fissile (essenzialmente
Con una mossa diametralmente opposta rispetto a quanto chiesto dalla scienza, il governo conservatore del Regno Unito punta ancora sulle fossili.
Nonostante gli impegni climatici, l’Italia continua a finanziare progetti fossili all’estero triplicando le emissioni di CO2.