Dal 17 al 23 giugno, Survival International mobilita l’opinione pubblica con una settimana dedicata ai diritti dei popoli incontattati.
La storia di Quaden Bayles, il bambino aborigeno affetto da nanismo vittima di bullismo
Il video, girato dalla madre, in cui il bambino piange e afferma di volersi uccidere dopo un episodio di bullismo, ha fatto il giro del mondo.
Il bullismo è un fenomeno diffuso, secondo uno studio condotto nel 2016 dall’Unicef due terzi dei ragazzi intervistati ne è stata vittima, e che può avere gravi conseguenze a lungo termine, portando a disagi e patologie psicofisiche. Il bullismo si riversa soprattutto sugli studenti provenienti da famiglie povere, o da gruppi emarginati o con particolari caratteristiche personali, inclusi i bambini disabili. Paradigmatico è il caso di Quaden Bayles, che ha mostrato al mondo l’insopportabile dolore che può provare un bambino vittima di bullismo.
Chi è Quaden Bayles
Quaden Bayles ha nove anni, è un aborigeno australiano ed è affetto da acondroplasia, patologia caratterizzata da uno sviluppo anomalo dello scheletro che provoca una delle più comuni forme di nanismo. Pochi giorni fa la madre del ragazzo, Yarraka Bayles, ha pubblicato un video su Facebook che mostrava Quaden in lacrime, inconsolabile, dopo un episodio di bullismo, che chiede addirittura un coltello per togliersi la vita. Il video di sei minuti, in cui la donna descrive gli effetti del bullismo su suo figlio e le conseguenze sulla sua famiglia, si è diffuso rapidamente sui social media e ha ottenuto oltre venti milioni di visualizzazioni.
Questo è ciò che fa il bullismo
“Questo è ciò che fa il bullismo e voglio che la gente sappia quanto questo ci sta facendo del male come famiglia – afferma Yarraka Bayles nel video -. Questo è l’impatto che il bullismo ha su un bambino di nove anni che vuole solo andare a scuola, studiare e divertirsi”. La donna non vuole nascondere il proprio dolore, ma esternarlo perché tutti sappiano. L’obiettivo del video è proprio sensibilizzare l’opinione pubblica, in particolare genitori, insegnanti ed educatori, sugli effetti del bullismo.
Il calvario degli aborigeni
Quaden, ha spiegato la madre, viene doppiamente discriminato: sia a causa del nanismo che per la sua origine etnica. “È un’arma a doppio taglio, è vittima di razzismo e di discriminazione a causa della disabilità”. Ancora oggi infatti gli aborigeni australiani, i popoli nativi del continente, sono vittime di discriminazione e i soprusi, iniziati alla fine del Diciottesimo secolo con la colonizzazione delle loro terre, non sono definitivamente cessati. Il tasso di suicidi nelle comunità aborigene è particolarmente elevato e affligge in particolare giovani e giovanissimi.
Solidarietà per Quaden
Il commovente video di Quaden ha scatenato un’ondata di empatia e il ragazzo ha ricevuto messaggi di solidarietà da parte di celebrità, come gli attori Hugh Jackman (che ha dedicato al ragazzo un video-messagio su Twitter) e Mark Hamill e la rapper Cardi B. Il comico statunitense Brad Williams, anch’egli affetto da acondroplasia, ha invece lanciato una campagna di raccolta fondi per invitare Quaden in California e farlo andare a Disneyland. La campagna, che mirava a raccogliere 10mila dollari, ha raccolto quasi 500mila dollari in appena due giorni.
Quaden – you’ve got a friend in me. #BeKind @LokelaniHiga https://t.co/8dr3j2z8Sy pic.twitter.com/jyqtZYC953
— Hugh Jackman (@RealHughJackman) February 20, 2020
“Ho creato questa campagna di crowdfunding per far sapere a Quaden che il bullismo non sarà tollerato e che è un essere umano meraviglioso che merita gioia”, ha scritto Williams sulla pagina di GoFundMe. Il comico ha inoltre spiegato che il denaro raccolto non necessario per il viaggio verrà donato a una campagna anti-bullismo. “Non è solo per Quaden, è per chiunque sia stato vittima di bullismo nella propria vita. Mostriamo a Quaden e agli altri che c’è del buono nel mondo”.
Visualizza questo post su InstagramQuaden Bayles è un bambino australiano di 9 anni, che è stato vittima di bullismo. Il suo video, girato dalla madre in un momento di forte dolore (Quaden aveva persino menzionato di volersi uccidere), ha scosso tutto il mondo generando una grande solidarietà. Così, Quaden è riuscito a realizzare un suo primo sogno. Essendo una grande fan di rugby e avendo origini aborigene ha infatti accompagnato in campo la squadra di campioni indigeni degli Indigenous All Stars. Quaden è diventato il simbolo della lotta al bullismo perché, come ricordato dalla madre, bisogna essere coscienti delle conseguenze che questo può avere sulle vittime, e combatterlo con tutte le forze. . . . #quadenbayles #bullying #australia #queensland #aboriginal
Quaden in campo con i suoi idoli
Lo scorso 22 febbraio Quaden è stato inoltre invitato ad accompagnare in campo l’Indigenous all stars, squadra di rugby che rappresenta gli aborigeni australiani dello Stretto di Torres. “È stato il giorno più bello della sua vita”, ha riferito la madre alla Bbc, raccontando il sogno del bambino di diventare un giocatore di rugby. Ci auguriamo che entrando in campo mano tenendo la mano del capitano della squadra, Joel Thompson, accompagnato dal boato del pubblico, Quaden abbia riconquistato un po’ di fiducia in sé stesso e nell’umanità.
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