Editoriale

Quanti alberi si possono tagliare?

Conoscere quanti alberi è possibile abbattere è importante per il futuro del Pianeta. Grazie ad immagini satellitari, modelli di studio e trend futuri, la presenza degli alberi è fondamentale.

In Italia la copertura forestale è triplicata in poco più di cento anni. Dopo secoli di deforestazione e utilizzo intenso delle risorse forestali, che hanno impoverito i suoli e ridotto biodiversità animale e vegetale, le aree rurali hanno registrato un progressivo abbandono, favorito dallo sviluppo industriale e urbano e da un forte disinteresse verso il bosco.

Oggi le foreste italiane godono di una maggiore attenzione alla conservazione della natura (oltre il 27 per cento delle foreste italiane è soggetto a tutela naturalistica), alla protezione dei versanti e alla regimazione delle acque (l’86 per cento delle foreste è sottoposto a vincolo idrogeologico) e alla tutela del paesaggio (il cento per cento delle foreste italiane è soggetto a vincolo paesaggistico).

Al tempo stesso, l’Italia è uno tra più importanti paesi al mondo nella lavorazione del legno per usi materiali e energetici ma, come conseguenza delle dinamiche sociali e ambientali degli ultimi decenni, oltre l’ottanta per cento della materia prima è importato dall’estero, delocalizzando gli impatti negativi sull’ambiente delle filiere produttive. Eppure, l’Italia ha le condizioni, le potenzialità e la responsabilità di gestire meglio il proprio capitale naturale, in modo consapevole delle conseguenze locali e globali, e attento a mantenere il ruolo multifunzionale delle foreste.

foreste italiane
Oggi le foreste italiane godono di una maggiore attenzione alla conservazione della natura

Come gestire i boschi italiani in modo sostenibile e partecipato?

Una risposta viene dal progetto di ricerca triennale Approcci innovativi per la valutazione della fornitura di servizi ecosistemici in foreste lombarde – Usefol, finanziato dalla Regione Lombardia nell’ambito del bando per Progetti di ricerca in campo agricolo e forestale. Il progetto, concluso nel dicembre 2023, è stato coordinato da Renzo Motta dell’Università di Torino e ha avuto la partnership di università di Milano, Fiper (Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili) e Associazione consorzi forestali della Lombardia.

Il progetto ha dimostrato scientificamente come calcolare la quantità di legno prelevabile in modo sostenibile dal bosco, analizzare costi e benefici ambientali del prelievo forestale e calcolare il carbonio immagazzinato dalle foreste e dai suoli forestali e le emissioni di gas serra risparmiate utilizzando il legno in sostituzione di materiali e combustibili fossili. I territori pilota sono stati l’Alta Val Camonica e l’Alta Valtellina: qui il progetto ha effettuato una previsione per i prossimi trent’anni, analizzando le conseguenze di diverse scelte di gestione forestale e scenari climatici, dai più moderati ai più pericolosi.

La previsione fatta in Alta Val Canonica e Alta Valtellina

La quantità di legno esistente nei boschi analizzati è stata stimata combinando le misure degli alberi effettuate da terra con le misure di altezza delle foreste ottenute con il LiDAR satellitare a bordo della stazione spaziale internazionale (missione Nasa Gedi) e con le immagini nello spettro visibile e infrarosso scattate dalle missioni satellitari Sentinel-2.

Sono stati raccolti anche i dati relativi a ciascuna particella forestale censita nei Piani di assestamento forestale (Paf), per un totale di 2.512 particelle forestali su oltre 47mila ettari di superficie. Per tutti questi boschi è stato realizzato il modello di calcolo “Woody biomass and carbon assessment” (Wocas) che quantifica la massa di legno e la quantità di carbonio stoccata in ciascuna particella forestale. Il modello ha calcolato come varia di anno in anno la quantità di legno contenuta nel bosco in base al suo incremento fisiologico, ai disturbi naturali che colpiscono la foresta e ai prelievi di legno effettuati. In ciascuna particella, le masse di legno e il carbonio sono stati conteggiati considerando diversi “serbatoi” naturali, secondo le raccomandazioni della Linee Guida dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc):

  • fusto, rami e corteccia;
  • biomassa radicale;
  • sostanza organica morta (legno morto e lettiera).

Una volta calcolata la quantità di legno, bisogna capire da quali boschi è possibile prelevarla, sia dal punto di vista tecnico che da quello ambientale. Ad esempio, sono state escluse dal prelievo di legno le foreste a rischio di dissesto idrogeologico, troppo pendenti, troppo lontane da strade e piste forestali e quelle incluse in aree naturali protette. Sono stati quindi ipotizzati diversi scenari di prelievo del legno: la semplice applicazione del regolamento forestale regionale; una selvicoltura più mirata alla prevenzione dei danni da eventi meteorologici estremi, come gli incendi; oppure una gestione con l’obiettivo di ottenere legno utile per realizzare prodotti di lunga durata.

Un secondo modello, il “Forestry machinery chain selection” (Forema), è stato realizzato per aiutare i tecnici forestali a scegliere il miglior cantiere di meccanizzazione per raccogliere e trasportare a valle il legno, e per calcolare i costi di queste operazioni. I possibili cantieri di lavoro sono stati individuati tenendo conto di diversi parametri tecnici, come le caratteristiche della foresta, le caratteristiche del sistema produttivo e le condizioni operative di ciascun sito specifico.

I benefici climatici del legno

Per quanto riguarda i benefici climatici generati dall’uso del legno, si sono valutate le emissioni di CO2 evitate realizzando edifici residenziali con strutture portanti in legno, anziché in cemento armato e acciaio. L’effetto complessivo, che dipende da quanto legno si utilizza per ogni casa e da quanta CO2 viene risparmiata per ogni tonnellata di legno impiegata, raggiunge le decine di migliaia di tonnellate di CO2. E poiché la produzione di cemento e acciaio si avvia a essere sempre più decarbonizzata, la sostituzione di questi materiali con il legno è tanto più benefica quanto più presto riesce ad avvenire.

modello studio legno
Calcolo delle emissioni sulla sostituzione di materiali con legno

Per estendere queste stime a tutti i territori montani è stato pubblicato sul sito web del progetto un foglio di calcolo utile a valutare gli effetti dei prelievi sul carbonio immagazzinato nei prodotti legnosi e sulla sostituzione di materiali edili e combustibili fossili. I gestori di aree forestali possono inserire i prelievi forestali programmati nella loro area, gli impieghi previsti per il legno prelevato, e stimare il possibile beneficio climatico per il periodo 2020-2050.

Infine, la crescita futura delle foreste e i flussi di carbonio attesi da e verso la foresta sono stati previsti grazie al Carbon budget model del Servizio forestale canadese, utilizzando gli scenari climatici elaborati dal dal Max Planck Institute. In montagna, il cambiamento della temperatura e delle piogge che ci aspetta nei prossimi anni influirà sulla crescita degli alberi sia in modo positivo (aumentando la produttività delle foreste fino al tre per cento annuo per le conifere e fino al 16 per cento annuo per il castagno e le altre latifoglie), sia negativamente, aumentando l’area percorsa dagli incendi e la mortalità degli alberi a causa della siccità.

Come gestire le foreste?

Quale tipo di gestione forestale allora è opportuno scegliere? Nei territori analizzati, una selvicoltura basata sull’applicazione “a tappeto” dei regolamenti oggi in rischia di generare prelievi troppo intensi e non sostenibili. Secondo le simulazioni del progetto, il miglior compromesso tra assorbimento di carbonio nella foresta, prevenzione dei danni climatici al bosco e sostituzione delle emissioni di CO2 grazie ai prodotti legnosi si ottiene applicando interventi di selvicoltura preventiva, e restringendo il prelievo di legno al 25 per cento della superficie forestale disponibile.

Le linee guida

I risultati del progetto sono stati messi a disposizione dei gestori forestali nei territori di studio. Per tutti gli operatori del settore, il progetto Usefol ha prodotto due linee guida innovative per la gestione forestale sostenibile in Italia. La prima fornisce una guida completa sulla gestione forestale per la mitigazione climatica e sulla generazione e il conteggio di crediti di carbonio, alla luce della recente introduzione del Registro pubblico dei crediti generati su base volontaria dal settore agroforestale nazionale. Il secondo manuale, invece, fornisce un supporto alla redazione dei piani di approvvigionamento di biomassa legnosa per fini energetici, offrendo una panoramica della gestione e pianificazione forestale sostenibile, delle tecniche di stima della disponibilità di biomasse legnose, della meccanizzazione applicabile e delle condizioni in cui l’utilizzo energetico del legno è climaticamente sostenibile.

A scopo didattico, il team di progetto ha anche realizzato un opuscolo sulla filiera bosco-legno rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e un video per la primaria e secondaria di primo grado, dal titolo “La scrivania di larice“: un breve viaggio, immaginario ma al tempo stesso reale, lungo una filiera corta e locale bosco-legno-energia, che racconta in modo semplice e immediato la storia che può nascondere un oggetto di legno proveniente da Gestione forestale sostenibile.

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