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Dopo la California anche la provincia canadese del Québec investe sul taglio delle emissioni e anticipa il traguardo iniziale del 2050: cosa sta facendo l’Europa.
Anche il Québec si unisce alla lista delle amministrazioni che decidono di anticipare la deadline del 2050 per lo stop alle auto a benzina e diesel.
Il governo della provincia canadese ha infatti annunciato che la vendita di vetture a combustione sarà vietata a partire dal 2035, pareggiando quanto già annunciato dalla California: “È realistico puntare a quella data”, ha chiarito François Legault, premier del Québec, che non ha fatto mistero di un ambizioso piano finalizzato a ridurre del 37,5 per cento (rispetto alla quantità del 1990) le emissioni di gas serra del territorio che amministra.
Il Québec ha infatti intenzione di investire 6,7 miliardi di dollari canadesi (4,3 miliardi di euro) nei prossimi 5 anni per intraprendere un percorso di graduale taglio dei gas serra. Nel piano spicca la voce “elettrificazione dei trasporti”, cui sarà riservata circa la metà della cifra come parte dei suoi obiettivi di riduzione dei gas serra, anche alla lue del fatto che rappresentano il 43 per cento delle emissioni totali della provincia.
Nel continente americano sono quindi Québec e, per gli Stati Uniti, California a prendere una netta posizione sulla riduzione delle emissioni nella lotta al riscaldamento climatico: il governatore californiano Gavin Newsom aveva firmato già a settembre un ordine esecutivo che sanciva il divieto di vendita di nuove vetture a benzina a partire dal 2035.
La decisione del Québec ha avuto particolare risonanza soprattutto in Canada, dove il governo di Justin Trudeau ha fissato al 2050 l’obiettivo “carbon zero” e dove il limite per la vendita dei veicoli a benzina è al 2040. Il governo canadese però (stando a quanto anticipato dall’agenzia di stampa La Presse) proprio sulla scia di quanto fatto in Québec sta vagliando l’ipotesi di anticipare a sua volta il termine al 2035, anche se gli obiettivi stabiliti nella conferenza sul clima di Parigi sono ben lontani dall’essere raggiunti: il Canada nel 2015 aveva promesso di ridurre del trenta per cento le emissioni entro il 2030 (rispetto ai valori del 2005), ma sarà difficile “a meno di colpi di scena”, dice ancora La Presse, che possa riuscirci.
Di certo c’è che il piano green del governo Legault è “croce e delizia” per il Canada, soprattutto sul fronte divieto di vendita dei veicoli a benzina nuovi. Il governo Trudeau voleva infatti inizialmente adottare regolamenti per far sì che la vendita dei veicoli a zero emissioni rappresentasse almeno il dieci per cento della vendita dei veicoli nuovi entro il 2025, del trenta per cento entro il 2030 e del 100 per cento entro il 2040.
Per farlo, il Canada ha messo sul piatto un massiccio piano di sconti per l’acquisto di un veicolo elettrico, stanziando 300 milioni di dollari, bonus ormai esaurito tanto è piaciuto ai canadesi. Peccato però che il 75 per cento dei veicoli elettrici in Canada siano venduti nelle province del Québec e della British Columbia (rispettivamente 46 per cento e 29 per cento), con la prima che mette a disposizione ben 8mila dollari di incentivo. Il che si traduce in un venti per cento di veicoli elettrici venduti in Ontario, la provincia più popolosa del Canada, e solo il cinque per cento nelle altre province. Il Québec, dunque, sta di fatto dettando un passo più rapido anche al Canada, incentivandolo a mettere in atto tutti i provvedimenti possibili per accelerare il passaggio alla mobilità elettrica.
In Europa la situazione è variegata. Tra i Paesi che hanno in programma di vietare la vendita di auto a benzina dal 2035 ci sono anche l’Italia, la Gran Bretagna, l’Irlanda e il Regno Unito, che ha anticipato di cinque anni (il primo termine era al 2040).
Nel 2040 diranno addio ai motori termici Francia, Spagna e Austria, e c’è anche chi promette di stoppare la vendita dei motori alimentati a benzina e diesel persino prima: nel 2030 saranno Danimarca, Svezia e Germania, nel 2025 Olanda e Norvegia.
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