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La raccolta dei Raee cresce. Sempre di più gli elettrodomestici e i dispositivi elettronici recuperati
Nuovi dati sulla raccolta dei Raee in Italia. Segno più per tutte le categorie anche se rimane qualche dubbio sulla norma “uno contro zero”.
Ferro, rame, alluminio, plastica. Migliaia di tonnellate di materie prime recuperate, oltre alle emissioni di CO2 evitate. È questo il risultato di una raccolta efficiente dei Raee (Rifiuti elettrici ed elettronici). E gli ultimi dati rilasciati lo confermano: la raccolta degli elettrodomestici cresce, segnando un incremento del 3,3 per cento su tutto il territorio nazionale.
A renderlo noto il Consorzio Ecodom, operante in Italia nella gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici, che riporta una quantità pari a circa 74.800 tonnellate di rifiuti recuperati. Raccolta che ha permesso “il riciclo di oltre 47.000 tonnellate di ferro, circa 1.700 tonnellate di alluminio, più di 1.600 tonnellate di rame e 8.000 tonnellate di plastica, evitando l’immissione in atmosfera di oltre 870.000 tonnellate di CO2, pari alla quantità di anidride carbonica assorbita in un anno da un bosco esteso quanto la provincia di Rimini”, scrive il Consorzio in una nota.
Buona la raccolta, ma mancano due terzi dei rifiuti prodotti
“L’aumento della quantità di Raee gestiti dal Consorzio nel 2015 è certamente un fatto positivo, perché le modalità di trattamento utilizzate dai fornitori selezionati rispettano gli standard ambientali più elevati a livello europeo”, ha dichiarato Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom. “Non dobbiamo però mai dimenticare che nel nostro Paese mancano all’appello oltre due terzi dei Raee generati dai cittadini: questi rifiuti sono, con ogni probabilità, intercettati da soggetti interessati solo a massimizzare i propri profitti, senza curarsi delle conseguenze che un riciclo non corretto ha sull’ambiente”.
Fa segnare un segno più nella raccolta dei rifiuti elettrici anche Erp Italia, filiale italiana del sistema europeo che che si fa carico della gestione a norma dei Raee, degli Rpa (Rifiuti da pile e accumulatori) e dei rifiuti da pannelli fotovoltaici sull’intero territorio nazionale.
Nel corso del 2015, infatti, il sistema ha trattato 26.759 tonnellate di Raee, con un aumento del 7 per cento rispetto ai volumi gestiti nel 2014. A crescere sono i raggruppamenti che comprendono lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie e forni a microonde (19 per cento), mentre per il raggruppamento in cui rientrano i rifiuti di stampanti, pc, piccoli elettrodomestici, giocattoli elettrici ed elettronici ed elettronica di consumo in genere, l’incremento annuo è stato addirittura del 27 per cento. Molo buono il dato relativo alle batterie portatili: 1.308,02 tonnellate pari a un +11 per cento rispetto al dato 2014.
La norma “uno contro zero”
Resta il fatto che una delle norme che avrebbe dovuto incentivare e rendere più semplice da parte dei cittadini conferire i piccoli elettrodomestici deve essere ancora perfezionata, benché già sottoposta al Consiglio di Stato. Si tratta della norma “uno contro zero”, che obbliga tutti le grandi strutture di vendita a ritirare gratuitamente i piccoli apparecchi elettronici ceduti dai clienti senza obbligarli all’acquisto. “Questo ‘stop and go’ ci consentirà di pervenire comunque in tempi rapidi alla messa a punto di un decreto realmente efficace per favorire la raccolta e la corretta gestione dei rifiuti elettronici”, ha spiegato Davide Rossi, direttore generale di Aires (Associazione italiana retailer elettrodomestici specializzati) – che riunisce le aziende e gruppi distributivi specializzati di elettrodomestici ed elettronica di consumo -, quindi i diretti interessati alla norma. “Siamo da sempre attenti ai temi ambientali e pronti a fare la nostra parte, ma dobbiamo poter contare su un tappeto normativo logico e coerente con le esigenze di un mondo che corre sempre più velocemente”.
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