Il report Five years lost denuncia come 12 mega-progetti fossili in fase di sviluppo rischino di esaurire metà del budget di CO2 a disposizione.
Nel 2022, il sostegno economico ai combustibili fossili è quasi raddoppiato
Dopo l’invasione in Ucraina, i prezzi dell’energia sono schizzati. I governi di 82 paesi hanno risposto raddoppiando il sostegno ai combustibili fossili.
- Nel 2022, le misure economiche verso i combustibili fossili da parte di 82 Paesi appartenenti all’Ocse sono quasi raddoppiate rispetto all’anno precedente.
- Tra questi non ci sono solo petrolio e gas, ma anche il carbone.
- Inoltre, gli incentivi indiscriminati hanno favorito chi consuma più energia e, più in generale, la produzione di energia da fonti fossili.
Mentre a Dubai si discute della necessità di abbandonare la produzione dei combustibili fossili, un rapporto preparato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) mette in evidenza un dato inquetante: le misure economiche di sostegno alla produzione e al consumo di combustibili fossili, nel 2022, sono aumentate in modo significativo. Un aumento guidato dagli sforzi dei Paesi nel tentativo di mitigare l’impatto dell’impennata dei prezzi dell’energia su famiglie e imprese, in particolare in risposta agli sviluppi legati alla guerra in Ucraina.
I dati presentati nell’analisi indicano che il costo fiscale globale del sostegno ai combustibili fossili in 82 economie è quasi raddoppiato, passando da 769,5 miliardi di dollari nel 2021 a 1.481,3 miliardi di dollari nel 2022. Questo incremento è stato evidenziato da trasferimenti diretti e incentivi fiscali: in particolare, secondo l’Iea, i combustibili fossili “venduti” a prezzi inferiori a quelli di mercato – quindi i combustibili oggetto di incentivi – hanno contribuito con 1.126,6 miliardi di dollari a questo aumento, ovvero all’80 per cento del totale.
Cresce il sostegno fiscale ai combustibili fossili, pure al carbone
Gli aumenti più significativi sono stati registrati nei settori del petrolio e del gas naturale. Inoltre, l’analisi evidenzia che l’81 per cento del costo fiscale totale delle misure di sostegno è stato diretto ai consumatori (imprese e famiglie), seguito dal sostegno ai produttori di combustibili fossili con il 16 per cento. La parte restante, circa il 3 per cento, è andata a sostegno dei servizi generali, che non sono rivolti specificamente a produttori e consumatori.
L’analisi sottolinea anche una ripresa del sostegno alla produzione e al consumo di carbone, che ha raggiunto i 36,1 miliardi di dollari nel 2022, con un aumento del 60 per cento rispetto al 2013. Questo include sussidi al riscaldamento per famiglie che consumano carbone e massimali di prezzo per il carbone utilizzato nella produzione di energia elettrica.
Il sostegno indifferenziato favorisce le famiglie più abbienti
L’Ocse e l’Iea sottolineano la necessità di riformare le misure di sostegno esistenti per indirizzarle meglio alle fasce della popolazione che ne hanno più bisogno. La mancanza di una politica mirata può contribuire a un aumento dei costi fiscali e favorire in modo sproporzionato le famiglie più abbienti, che tendono a consumare più energia. Inoltre, le misure non mirate possono distorcere il mercato dei prezzi, contribuendo al persistente consumo di combustibili fossili.
Le due organizzazioni richiamano la necessità di una graduale eliminazione del sostegno inefficiente ai combustibili fossili e per il riorientamento dei finanziamenti pubblici verso lo sviluppo di alternative a basse emissioni di CO2, promuovendo contemporaneamente la sicurezza energetica e l’efficienza energetica.
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