La raccolta differenzata tocca quota 66,6 per cento a livello nazionali, con disparità territoriali ancora forti ma in diminuzione. Aumenta l’export.
Cos’è il radon, il gas pericoloso come l’amianto, e cosa si sta facendo per tenerlo sotto controllo
I geologi promuovono un convegno nazionale per far luce sul radon, un gas naturale che provoca oltre tremila tumori ai polmoni all’anno in Italia: è pericoloso come l’amianto ma in pochi lo conoscono.
È pericoloso almeno quanto l’amianto, perché causa dalle 1.200 alle 1.500 vittime all’anno in Italia, eppure in pochi lo conoscono. Il radon, un gas nobile prodotto naturalmente dal processo di decadimento radioattivo dell’uranio e del radio, è il contaminante radioattivo più pericoloso al mondo negli ambienti chiusi ed è la seconda causa di tumori polmonari dopo il tabacco, che causa 3.200 vittime ogni anno solo nel nostro paese secondo l’Istituto superiore di sanità.
Per fare luce una volta per tutte sulla questione il Consiglio nazionale dei geologi ha organizzato per il 26 ottobre un convegno nazionale nel quale verranno segnalate le principali criticità da sottoporre poi al legislatore, affinché possano essere risolte nella legge di recepimento della nuova direttiva europea.
Leggi anche: Il radon, un gas naturale ma pericoloso
Quello del radon è, al contrario dell’amianto, un problema da ascrivere al campo dei rischi geologici: il gas proviene dal decadimento naturale del radio e dell’uranio contenuti nelle rocce e nel terreno e, se è sostanzialmente innocuo quando può disperdersi nell’atmosfera, diventa invece pericoloso se si accumula in un ambiente chiuso (il cosiddetto pericolo radon-indoor). In Italia si stima che ben 500mila abitazioni superino la soglia di allarme di presenza di radon, fissata dall’Unione europea in 300 baker (l’unità di misura creata ad hoc) per metro quadro.
Gas radon i geologi: è la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo Lazio e Lombardia le più esposte – #radon #geologi: #seconda #causa https://t.co/QBYBXiFgX1
— Zazoom Info (@zazoomnews) 26 luglio 2018
La spinta per un legge per la prevenzione
La condizione geologica locale, l’interazione tra edificio e sito e l’uso di particolari materiali da costruzione naturali sono perciò gli elementi più rilevanti ai fini della valutazione dell’influenza del radon sulla qualità dell’aria interna alle abitazioni ed agli edifici in genere. Lo ribadisce Vincenzo Giovine, vicepresidente dell’Ordine dei geologi, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento di ottobre, che si è tenuta a fine luglio al Senato.
“Il radon è la seconda causa di tumori legati alla respirazione ed è un problema di ordine geologico, perché è un gas insito nel terreno e nelle rocce. Fino ad oggi però è stato gestito prevalentemente sotto l’aspetto medico, sanitario ed epidemiologico”, ha proseguito Giovine. La creazione di un team di lavoro che comprenda anche i geologi permette dunque di fare un passo avanti, dalla semplice cura alla prevenzione.
“Arieggiare gli ambienti riduce la concentrazione di radon”: dice Alessandro Miani Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale. Abbiamo bisogno di una legge per regolamentare il settore che ad oggi manca. Il radon è la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo pic.twitter.com/rwUV3F0rOT — Cons. Naz. Geologi (@cngeologi) 26 luglio 2018
Sulla tossicità del radon ci sono pochi dubbi, la consapevolezza del problema nella società è ancora bassa, come ammette Giancarlo Torri, dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale: “Il radon come amianto, benzene e formaldeide è riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità nel gruppo dei gas cancerogeni. Manca una spinta informativa, forse non abbiamo ben fatto capire l’entità di questo problema”.
L’obiettivo di lungo termine è quello di arrivare a una legge quadro di gestione e prevenzione del problema. Per il momento, in mancanza di una regolamentazione gli esperti hanno una sola raccomandazione: in qualunque edificio vi troviate, tenete sempre aperte le finestre prima o durante il soggiorno.
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