L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
Ramez Naam. Le rinnovabili ormai costano pochissimo e sono pronte per salvarci dai cambiamenti climatici
Scienziato informatico prestato alla comunicazione, Ramez Naam è stato a Milano per il Singularity university summit 2017. Le sue parole dedicate al potenziale delle energie rinnovabili e dell’innovazione tecnologica sono state molto confortanti.
Dopo aver lavorato tredici anni alla Microsoft, l’azienda leader nel settore dell’informatica, e aver contributo allo sviluppo di programmi “cult” come Outlook e Internet Explorer, Ramez Naam, nato al Cairo, in Egitto, ma cresciuto negli Stati Uniti, ha dedicato la sua professionalità di informatico (computer scientist) alla divulgazione delle potenzialità legate all’innovazione tecnologica.
Per la Singularity University (Su) Naam è speaker di punta specializzato nei sistemi energetici e ambientali. Ed è in questa veste che l’abbiamo intervistato. Naam, infatti, ha partecipato all’ultimo summit che la Su ha tenuto a Milano, il 27 e 28 settembre. Le sue parole sono state chiare e decise: “L’energia pulita, più di qualsiasi altra cosa, è la soluzione che ha il maggiore impatto contro i cambiamenti climatici”.
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Nel suo libro The infinite resource ha posto la domanda “Can innovation save the Planet?”, l’innovazione può salvare il Pianeta? Quali sono le innovazioni in campo tecnologico e scientifico che oggi possono già contribuire a vincere la sfida dei cambiamenti climatici?
L’energia pulita, più di qualsiasi altra cosa, è la soluzione che ha il maggiore impatto contro i cambiamenti climatici ed è un’innovazione incredibilmente rapida. Il prezzo dei pannelli solari è diminuito di 250 volte negli ultimi quarant’anni, il prezzo dell’energia eolica di 15 volte dagli anni Ottanta, quello delle batterie di 5 volte dal 2010 e anche il costo dei veicoli elettrici è diminuito in modo significativo. Questo ci consentirebbe di continuare a usare l’energia e vivere vite piene (come vogliamo), ma nel frattempo essere sostenibili e proteggere il Pianeta.
Nel suo intervento ha detto che l’Italia è un luogo molto adatto alle rinnovabili…
L’Italia è uno dei paesi con più sole d’Europa. Più sole c’è, più economica sarà l’energia prodotta. Per questo l’Italia è un luogo perfetto per sviluppare questo tipo di energia. Abbiamo assistito a una diminuzione dei prezzi del solare in Italia, e a un’impennata delle costruzioni e poi un rallentamento. Ma sembra che prenderà di nuovo il decollo nei prossimi due anni perché i prezzi continuano a scendere.
Perché ci sono grandi aziende, come Eni, che sostengono che il gas e il carbone sono ancora un’opzione?
I combustibili fossili sono ancora oggi dominanti. Sostanzialmente la gente compra l’energia più economica che soddisfa i propri bisogni. E fino a poco tempo fa era chiaro che il gas e il petrolio rappresentavano il modo più economico per scaldare le case, fornire elettricità e far funzionare i trasporti. Ma negli ultimi anni le cose sono cambiate. Due anni fa c’è stato il primo caso in cui l’energia solare è arrivata ad essere più economica del carbone e del gas. E ora questo accade in molti paesi. Due anni fa se si voleva comprare una buona macchina elettrica c’era la Tesla model S a 80mila dollari. Ora con 30mila dollari si può comprare una Tesla model 3. Quindi le cose stanno cambiando velocemente, adesso. In molti luoghi del mondo l’opzione più conveniente è già il solare o l’eolico o addirittura i veicoli elettrici.
Se il costo del solare è già competitivo, più dei combustibili fossili, perché non si è ancora scelto di investire solo in questa tecnologia invece di sprecare miliardi con i combustibili fossili?
Chi investe nei combustibili fossili perderà tantissimi soldi – centinaia di miliardi di dollari. E a volte è lo Stato, e quindi i contribuenti, a perdere quei soldi. Se oggi si costruisce una nuova centrale a carbone o un oleodotto, serviranno 30 o 40 anni per ripagarlo. Si può pensare che oggi usare il gas naturale è più conveniente del 10 per cento rispetto al solare. Ma non sarà la stessa cosa tra un paio d’anni. Questo meccanismo è chiamato costo irrecuperabile (sunk cost) o stranded asset. Ovvero qualcosa che costruisci oggi ma che in 5 o 10 anni non varrà quasi più niente. E chi pagherà per questo? Gli stakeholder! Quindi gli investitori dovrebbero essere arrabbiati per il comportamento criminale di chi è a capo delle aziende che li hanno portati a perdite ingenti. Oppure, chiederanno che il pubblico ripaghi e, in questo caso, sarà questo a dover essere arrabbiato.
Cosa pensa dell’Accordo di Parigi per quanto riguarda il settore dell’energia?
L’Accordo di Parigi è solo un passo. Facciamo un esempio: c’è una macchina che si avvicina a un precipizio. Bisogna girare il volante più e più volte in modo che le ruote cambino direzione e la macchina non finisca giù. La prima volta che sterziamo è sufficiente? No, ma bisognava farlo. Analogamente, l’Accordo di Parigi è solo un passo ma se le cose vanno bene e l’energia pulita continua a essere più conveniente – cosa che succederà – allora tra 5 o 10 anni ci ritroveremo al tavolo e faremo un nuovo Accordo di Parigi che sia più severo in numeri e obiettivi. E potremo farlo perché i paesi vedranno che l’energia pulita è un’opzione, che è anche economica.
In questo senso crede che le aziende statunitensi riusciranno a far cambiare idea all’amministrazione guidata da Donald Trump?
Credo che l’amministrazione Trump avrà un impatto minimo sui cambiamenti climatici perché siamo arrivati a un punto in cui l’economia determina la diffusione dell’energia pulita e in cui le politiche hanno ancora importanza. Negli Stati Uniti la maggior parte delle politiche vengono fatte a livello statale. Infatti, i due terzi degli stati americani hanno mandati sull’energia pulita. E nel resto del mondo, in Europa e anche in Asia, il prezzo delle energie pulite sta diminuendo e le persone fanno pressione sul fronte delle politiche.
Ha detto che l’Italia è uno dei paesi più costosi (28 centesimi per chilowattora), sarà possibile diminuire i prezzi grazie alle rinnovabili?
L’Italia ha dato una grande spinta alle energie rinnovabili nei primi tempi, quando erano ancora costose e ha, quindi, poi fatto ricadere quel costo sui consumatori. Ma ora, grazie a quest’inversione, le rinnovabili di nuova generazione sono anche le più economiche. E quindi dovrebbe essere possibile abbassare i costi. Quindi sì, grazie al solare, all’eolico e alle batterie l’Italia dovrebbe riuscire ad abbassare il costo dell’energia diventando sostenibile.
Esiste una tecnologia pronta ad esplodere e che può portare la transizione energetica a compimento?
Non esiste una pozione magica. L’idea di una singola svolta tecnologica è un mito. La realtà è che prima si costruisce la tecnologia, poi la si usa. E più verrà utilizzata, più sarà economica. Quindi ci sono tecnologie che possono farcela, ma anche con la caduta dei prezzi del solare, dell’eolico e delle batterie siamo ancora a rischio. Sembra che supereremo comunque i 2 gradi di aumento della temperatura media globale. Per questo dobbiamo puntare sulle politiche. E se ce la facciamo, freneremo i cambiamenti climatici e creeremo energia pulita a basso costo per tutti.
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