Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing
Ramon Panikkar, un monaco oltre le religioni
Ha un’unica fede, ma è un deciso sostenitore del dialogo interreligioso. Crede nel mistero della vita e sostiene che la lucidità della mente si deve unire all’apertura del cuore.
Autore di trenta opere dedicate alla necessità di
integrazione tra Oriente e Occidente, tra Cristianesimo, Buddismo e
Induismo, Ramon Panikkar affermato che tutti gli esseri umani sono
sacerdoti quando diventano portatori consapevoli del loro compito
di mediazione tra cielo e terra o quando sanno coltivare la propria
sacralità, che significa rispetto della vita e delle risorse
della terra.
Nato a Barcellona da padre indiano e madre spagnola, dalla madre ha
ereditato la fede cattolica, che lo porta a diventare monaco nel
1946.
Laureatosi in filosofia e teologia, decide di approfondire le
conoscenze induiste ricevute dal padre andando a Benares dove dopo
dieci anni di studio porta a termine la traduzione dal sanscrito
dei Veda, edita anche in Italia.
Da questa esperienza proviene lo stile di vita ascetica che lo
accompagnerà per tutta la vita. Invitato dalle
università di Santa Barbara ed Harward ha insegnato fino al
1987 storia delle religioni in questi prestigiosi atenei
americani.
Alla base della sua concezione troviamo la dissoluzione della
barriera tra vita quotidiana e vita spirituale, una teoria radicale
di libera ricerca interiore, che ha sostenuto nel suo libro “La
sfida di scoprirsi monaco”.
La sua giovinezza sentitamente cristiana non gli ha impedito di
abbracciare le pratiche della tradizione orientale senza abiurare
il credo di origine, permettendogli di non avere lacci al proprio
spirito. Come lui stesso afferma le religioni sono formulazioni di
una fede: Ciò che importa è la fede come ricerca del
mistero e della bellezza della vita.
Nel 1992, a Sarnat, si fa promotore di un convegno interreligioso
“Vuoto e pienezza nelle tradizioni cattoliche, induiste e
buddiste”. Nel suo intervento afferma: “La diffusione del buddismo
in occidente è un fenomeno molto sano perché i suoi
principi possono almeno rallentare la corsa dell’Occidente verso un
benessere senza futuro, perché anche se si raggiungesse
l’eguaglianza per tutti del modello proposto, sarebbe il pianeta
Terra, in questo caso a raggiungere la saturazione e morire”.
Con il Dalai Lama, suo grande amico, dissente solo sul fatto che
per il capo spirituale del Tibet le religioni sono percorsi
paralleli, mentre per Panikkar si fecondano vicendevolmente. Ma
questo diverbio non ha mutato la stima reciproca, profonda oltre
qualsiasi concetto di tolleranza.
Attualmente vive in Catalogna, a Monserrat e nella vicina
Barcellona ha fondato un centro di studi interreligiosi, chiamato
Vivarium.
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