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Le politiche energetiche devono cambiare o si rischia la catastrofe climatica
L’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia evidenzia come le emissioni di CO2 cresceranno esponenzialmente se non si agisce immediatamente. Serve una grande coalizione di governi e investitori per evitare la catastrofe climatica.
Le attuali politiche climatiche mondiali non sono sufficienti per arrestare la continua ascesa delle emissioni di CO2 generate dal settore energetico. La catastrofe climatica è dietro l’angolo e per evitarla serve una “grande coalizione” di governi e investitori per invertire la marcia. A dirlo è l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) nel suo ultimo rapporto sull’energia, il World Energy Outlook 2019.
Energia, un mondo pieno di contraddizioni
Profonde disparità definiscono il mondo energetico di oggi. La dissonanza tra mercati petroliferi ben riforniti e le crescenti tensioni e incertezze geopolitiche. Il divario tra le quantità sempre maggiori di emissioni di gas serra prodotte e l’insufficienza delle politiche dichiarate per contenere tali emissioni in linea con gli obiettivi climatici internazionali. Il divario tra la promessa di energia per tutti e la mancanza di accesso all’elettricità per 850 milioni di persone nel mondo. Sono questi i temi che caratterizzano il mondo energetico attuale.
Nuovo record delle emissioni di CO2
L’Aie scrive nel suo documento che le emissioni di carbonio a livello globale prodotte dal comparto energetico hanno raggiunto un nuovo record nel 2018, nonostante i progressi nelle rinnovabili raggiunti negli ultimi anni. Nello scenario attuale la domanda di energia è destinata ad aumentare dell’1,3 per cento all’anno fino al 2040, con conseguenti tensioni in tutti gli aspetti dei mercati energetici e un continuo e forte aumento delle emissioni legate all’energia.
C’è una “profonda disparità” tra l’obiettivo di affrontare la crisi climatica riducendo le emissioni di carbonio e le politiche esistenti che hanno permesso una “marcia inesorabile verso l’alto” delle emissioni, ha commentato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie.
Se le cose non cambiano, l’Agenzia stima che le emissioni di carbonio sono sulla buona strada per continuare ad aumentare di 100 milioni di tonnellate all’anno per almeno altri 20 anni nell’ambito dei piani politici esistenti. Un tasso di emissioni inferiore rispetto a quello degli ultimi decenni, ma assolutamente non sufficiente per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Uno scenario energetico contro la catastrofe climatica
L’Agenzia traccia un nuovo Scenario dello sviluppo sostenibile (Sustainable development scenario – Sds) che indica ciò che deve essere fatto in modo per raggiungere gli obiettivi climatici. Sono necessari cambiamenti rapidi e diffusi in tutte le parti del sistema energetico. I tagli drastici delle emissioni dovranno essere ottenuti grazie a molteplici soluzioni energetiche che forniscono servizi energetici efficienti ed economici per tutti.
“Ciò che emerge con chiarezza cristallina dal World Energy Outlook di quest’anno è che non esiste una soluzione unica o semplice per trasformare i sistemi energetici globali“, ha detto Fatih Birol. “Molte tecnologie e combustibili hanno un ruolo da svolgere in tutti i settori dell’economia. Affinché questo accada, abbiamo bisogno di una forte leadership da parte dei responsabili politici, poiché i governi hanno la più chiara responsabilità di agire e la più ampia possibilità di plasmare il futuro”.
La soluzione passa da rinnovabili ed efficienza energetica
L’elettricità è una delle poche fonti di energia che vedrà crescere il consumo nei prossimi due decenni nello scenario di sviluppo sostenibile. Entro il 2040 la quota di consumo finale di energia elettrica supererà quella del petrolio, oggi leader. L’eolico e il solare fotovoltaico forniranno quasi tutto l’aumento della produzione di energia elettrica.
Parallelamente una forte ripresa del miglioramento dell’efficienza energetica sarà fondamentale per traguardare lo scenario dello sviluppo sostenibile. Ad oggi i miglioramenti dell’efficienza stanno rallentando: il tasso dell’1,2 per cento nel 2018 è circa la metà della media registrata dal 2010 e rimane ben al di sotto del tasso del 3 per cento che sarebbe necessario.
“Avremo bisogno di vedere una grande volontà politica in tutto il mondo”, ha detto Birol. “Questo è il motivo per cui credo che il mondo abbia bisogno di costruire una grande coalizione che comprenda governi, investitori, aziende e tutti coloro che sono veramente impegnati ad affrontare i cambiamenti climatici”.
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