Per l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile il quadro è fosco: molti obiettivi sembrano irrealizzabili per il 2030, preoccupano povertà e clima.
L’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) ha pubblicato il Rapporto 2024 sullo stato di avanzamento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Il nostro Paese si trova “su un sentiero di sviluppo insostenibile”: pochi i progressi, molti i ritardi accumulati.
Poco migliore la situazione in Europa, dove migliora la parità di genere ma serve uno scatto sulla transizione verde.
L’Italia si trova su un sentiero di sviluppo insostenibile e il tempo per invertire la rotta, e riprendere la marcia verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sta rapidamente esaurendosi. È il messaggio che lancia il Rapporto Asvis 2024, che si affida ai numerosi richiami in tal sento del presidente della Repubblica Mattarella sul fatto che fronteggiare la crisi climatica e realizzare la transizione ecologica “non è solo un esercizio burocratico per sognatori”. Secondo l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, solo attraverso azioni concertate e integrate però sarà possibile garantire un futuro sostenibile per le generazioni presenti e future.
Il rapporto Asvis, un tagliando sugli obiettivi di sviluppo sostenibile
Il rapporto Asvis 2024, che costituisce una sorta di tagliando annuale sul progresso dell’Italia e dell’Unione Europea nelle pincipali sfide socio-economiche e ambientali, che costituiscono gli obiettivi del 2030, evidenzia come lo stato attuale del mondo, caratterizzato da crescente rischi catastrofici ed esistenziali, derivi in gran parte dalle scelte che abbiamo fatto. Come governo nazionale, e anche a livello comunitario. Per Asvis è essenziale comprendere che la sostenibilità “non è solo una questione che investe tematiche energetiche o climatiche” e che ogni rinvio delle azioni necessarie aumenta i rischi di insostenibilità dell’intero sistema e i costi della transizione verso un nuovo assetto.
Italia, progressi insufficienti
Nonostante l’Italia abbia fatto alcuni passi avanti, gli indicatori statistici più aggiornati descrivono con chiarezza il drammatico ritardo del Paese su tutti i 17 SDGs, gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati al 2030. Tra il 2010 e il 2023, si registrano peggioramenti in cinque Obiettivi fondamentali: povertà (SDG 1), disuguaglianze (SDG 10), ecosistemi terrestri (SDG 15), governance (SDG 16) e partnership (SDG 17). Questi settori chiave, che comprendono questioni cruciali come la lotta contro la povertà economica e alimentare e la protezione della biodiversità, richiedono interventi urgenti per invertire le tendenze negative.
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Miglioramenti molto contenuti, inferiori a un punto all’anno, sono stati registrati in settori come il lavoro dignitoso e la crescita economica (SDG 8), l’energia pulita (SDG 7), e la lotta contro il cambiamento climatico (SDG 13), ma tali progressi sono insufficienti a garantire che l’Italia possa raggiungere i target fissati entro il 2030. Un quadro di miglioramenti più significativi emerge in settori come salute e benessere (SDG 3) e educazione (SDG 4), anche se rimangono ampi margini di miglioramento.
Particolarmente degno di nota è l’economia circolare (SDG 12), che ha registrato un incremento superiore a un punto per anno, grazie a politiche che promuovono il riutilizzo dei materiali e la riduzione dei rifiuti. Tuttavia, la lentezza con cui l’Italia sta attuando altre riforme cruciali rischia di compromettere il raggiungimento complessivo degli obiettivi.
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Il Rapporto ASviS 2024 sottolinea che, nonostante la legislatura 2019-2024 abbia integrato gli SDGs in tutte le politiche europee, e l’approvazione del regolamento europeo per il ripristino della natura che può rappresentare un deciso cambio di passo, i progressi restano insoddisfacenti. Gli indicatori mostrano miglioramenti limitati e non uniformi tra i vari Paesi e settori. Sebbene ci siano stati avanzamenti in obiettivi come l’energia pulita e accessibile (SDG 7), il lavoro dignitoso e la crescita economica (SDG 8) e l’innovazione (SDG 9), questi progressi non sono sufficienti per sperare di raggiungere i target dell’Agenda 2030 entro la fine del decennio. Solo il goal relativo alla parità di genere (SDG 5) ha visto un miglioramento di quasi 10 punti rispetto ai livelli del 2010, mentre per altri obiettivi l’incremento è inferiore a cinque punti.
In particolare, permangono criticità rilevanti nei settori della tutela degli ecosistemi terrestri (SDG 15) e della riduzione delle disuguaglianze (SDG 10), dove i progressi sono scarsi o, in alcuni casi, si è addirittura registrato un peggioramento. Inoltre, le disuguaglianze tra i vari Paesi dell’Unione Europea restano stabili o addirittura aumentano per alcuni obiettivi, il che mette in evidenza la necessità di politiche più efficaci e coordinate. Per quanto riguarda i 17 obiettivi quantitativi fissati dall’Ue, solo 10 sembrano raggiungibili entro il 2030, mentre per cinque l’obiettivo appare fuori portata e per due il giudizio è sospeso.
L’Ue, pur rimanendo leader nelle politiche per lo sviluppo sostenibile, deve affrontare con maggiore determinazione le sfide legate alla transizione verde, all’uguaglianza sociale e alla coesione territoriale, se vuole concretizzare gli impegni presi con l’Agenda 2030
Cambiamenti climatici e “policrisi”
Un tema centrale del rapporto è l’aggravarsi della crisi climatica. Per la prima volta, nel 2023, il pianeta ha superato per lunghi tratti la soglia di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. La frequenza e l’intensità degli eventi climatici estremi sono cresciute, con conseguenti danni alla produzione agricola, peggioramento della salute, migrazioni e crisi economiche. Il numero di persone in estrema povertà è aumentato a livello globale, una tendenza aggravata dalla pandemia e dalla riduzione degli investimenti nei servizi essenziali.
The Greek island of Delos, visible in this #Sentinel2 image, has been affected by structural damage from the rising sea.
Una serie di questioni che fanno dire ad Asvis che viviamo in una fase storica caratterizzata dalla “policrisi”, cioè l’intersezione di vecchie e nuove crisi che mettono a rischio il progresso e la stessa sopravvivenza dell’umanità. Il Patto sul Futuro, firmato il 22 settembre 2023 dalle Nazioni Unite, riconosce che “i rischi attuali richiedono un cambio di rotta”, confermando l’Agenda 2030 come fondamento per un futuro sostenibile. Tuttavia, nonostante l’importanza del Patto, il Rapporto Asvis 2024 lamenta unassoluto silenzio da parte della politica e dei media italiani durante le fasi di negoziazione.
Le proposte dell’Alleanza per lo Sviluppo sostenibile
Per affrontare le sfide emerse e accelerare il progresso verso gli SDGs, l’Asvis mel suo rapporto, come ogni anno, avanza diverse proposte:
un piano di accelerazione per gli SDGs: Il governo dovrebbe adottare un piano di accelerazione per colmare il ritardo accumulato. Questo piano deve tenere conto delle opportunità e dei vincoli finanziari e integrarsi con le politiche europee, in modo da assicurare un impegno concreto verso il raggiungimento degli obiettivi.
una legge nazionale sul clima: L’Asvis insiste sulla necessità di una legge nazionale sul clima che sancisca l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050. La legge dovrebbe fissare target intermedi coerenti, oltre a istituire un Consiglio scientifico per il clima per monitorare i progressi e guidare le politiche.
Coesione territoriale e prevenzione del rischio idrogeologico: Il rapporto sottolinea l’importanza di prevenire il rischio idrogeologico attraverso investimenti nelle infrastrutture e un coordinamento delle politiche nazionali e locali. È cruciale che le politiche di coesione siano orientate al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, afferma Asvis, riducendo le disuguaglianze territoriali.
Partecipazione giovanile: Il rapporto pone grande enfasi sull’importanza di rafforzare la partecipazione dei giovani alle decisioni politiche. Tra le proposte vi sono il voto a distanza per gli studenti fuori sede, adottato in via sperimentale e solo parzialmente alle ultime elezioni europee, e l’inclusione di rappresentanti giovanili nelle istituzioni chiave.
Per ora, però, l’Italia sembra lontana dal riuscire a ottemperare a queste proposte: una bozza di legge nazionale sul clima è stata presentata in Parlamento ma in quota opposizioni, dunque con scarse possibilità di essere approvata a breve, il piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico va a rilento e anche la coesione territoriale è messa a rischio dall’incombere della legge sull’autonomia differenziata.
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La Fao ha dedicato il 2024 ai camelidi per celebrare il ruolo di questi animali che garantiscono carne, latte e fibre a milioni di famiglie che abitano le zone desertiche e montane.
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