Le tribù della valle dell’Omo in Etiopia vivono a stretto contatto con la natura e il fiume da cui dipendono. Questo reportage esclusivo racconta come la costruzione di una diga, i cambiamenti climatici e un boom turistico stiano mettendo a dura prova la loro capacità di preservare stili di vita ancestrali.
Rata Neće Biti (La guerra non ci sarà), il documentario
In occasione dei vent’anni dal massacro si Srebrenica cominciato l’11 luglio 1995, Internazionale ha reso disponibile online sul suo canale Youtube il film Rata Neće Biti (La guerra non ci sarà) di Daniele Gaglianone. Un documentario del 2008 “dedicato alle conseguenze e all’eredità della guerra e della pulizia etnica in Bosnia Erzegovina”. Rata néce biti (La guerra
In occasione dei vent’anni dal massacro si Srebrenica cominciato l’11 luglio 1995, Internazionale ha reso disponibile online sul suo canale Youtube il film Rata Neće Biti (La guerra non ci sarà) di Daniele Gaglianone. Un documentario del 2008 “dedicato alle conseguenze e all’eredità della guerra e della pulizia etnica in Bosnia Erzegovina”. Rata néce biti (La guerra non ci sarà) è stato presentato per la prima volta nel 2008 e nel 2009 ha vinto il premio speciale della giuria al Torino film festival, per poi aggiudicarsi, nello stesso anno, il David di Donatello per il miglior documentario.
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La maggioranza della popolazione australiana ha votato in favore dei matrimoni fra persone dello stesso sesso, attraverso un referendum postale durato quasi due mesi. Il Primo ministro Malcolm Turnbull ha assicurato che la volontà dei cittadini verrà rispettata.
Bana ha otto anni e più di 360mila follower su Twitter. Attraverso il suo account ha documentato la guerra in Siria e dal quartier generale delle Nazioni Unite, che ha appena visitato, invita il mondo a porre fine al conflitto.
L’ong Azione contro la fame rende ascoltabile il suono della fame in Sahel attraverso un video che fa sentire cosa provano 5 milioni di bambini con l’arrivo della stagione più difficile dell’anno.
Lo scenario non è post-apocalittico come ci si potrebbe aspettare. Fukushima, ora, sembra un posto normale – sottopopolato ma normale. Nel 2016 abbiamo visitato la prefettura sulla costa nordorientale del Giappone, oltre 200 chilometri a nord della capitale Tokyo, per parlare con chi è impegnato a ripartire dopo il terremoto, lo tsunami e il disastro nucleare che l’11 marzo
La sostenibilità è una pratica personale, è un modo di fare impresa, ma prima di tutto significa aprirsi al mondo e alle future generazioni. La terza e ultima puntata del reportage sullo sviluppo sostenibile.
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