Felix Tshisekedi è stato rieletto tra le richieste di ripetere il voto a causa di enormi problemi logistici che hanno messo in dubbio la validità del voto.
Domenica 31 dicembre sono stati annunciati dalla commissione elettorale i risultati delle elezioni presidenziali della Repubblica Democratica del Congo avvenute lo corso 20 dicembre. Il presidente uscente Felix Tshisekedi è stato rieletto per un secondo mandato con il 73 per cento dei voti. Secondo i primi risultati, il voto degli elettori all’estero è stato determinante.
Tshisekedi è seguito dall’uomo d’affari Moïse Katumbi, che ha ottenuto il 18 per cento dei voti, e da Martin Fayulu, il candidato arrivato secondo nelle elezioni del 2018, che ha ottenuto il 5 per cento. Il premio Nobel per la pace Denis Mukwege ha ottenuto meno dell’1 per cento.
I risultati saranno inviati alla Corte costituzionale per la conferma, che dovrebbe arrivare il prossimo 10 gennaio.
L’affluenza alle elezioni è stata superiore al 40 per cento, con circa 18 milioni di persone che hanno votato, nonostante gli enormi problemi logistici che hanno impedito un regolare esercizio delle elezioni. Ed è proprio sulla logistica che le opposizioni e parte della società civile chiedono da giorni di ripetere il voto.
Le opposizioni vogliono ripetere il voto
La Repubblica Democratica del Congo ha una storia di elezioni contestate e molti cittadini hanno poca fiducia nelle istituzioni del Paese. Durante le operazioni di spoglio, i governi occidentali, attraverso una dichiarazione congiunta di diverse ambasciate europee, hanno espresso preoccupazione per la possibilità di azioni violente nelle strade.
Già prima dei risultati annunciati domenica cinque candidati dell’opposizione, tra cui Katumbi e Mukwege, hanno dichiarato di rifiutare i risultati e hanno invitato la popolazione a mobilitarsi. I cinque hanno organizzato una manifestazione per le strade di Kinshasa, che si è svolta lo scorso mercoledì, nonostante il divieto da parte del governo. La polizia ha circondato il quartier generale di Fayulu e si è scontrata con i manifestanti davanti all’edificio, anche attraverso il lancio di gas lacrimogeni e pietre.
Le accuse di irregolarità sono legate soprattutto alla logistica. Molti seggi elettorali hanno aperto in ritardo o non hanno aperto affatto. Alcuni mancavano di materiale e molte schede elettorali avevano l’inchiostro sbavato che le rendeva illeggibili. Le votazioni si sono protratte per un secondo giorno, e alcune zone del Paese stavano ancora votando cinque giorni dopo il giorno delle elezioni.
Le dichiarazioni delle opposizioni, in seguito alla pubblicazione dei risultati sono state molto forti, con i candidati che hanno chiesto a più persone possibile di scendere in piazza. A Goma, capitale della provincia orientale del Nord Kivu, devastata dalla guerra in corso, i cittadini hanno protestato contro la rielezione di Tshisekedi.
Le tensioni sono molto alte e la possibilità che possa scoppiare una guerriglia urbana rischia di trascinare il paese in uno stato di conflitto in tutto il Paese.
Siamo anche su WhatsApp.
Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.