Il Parlamento europeo chiede che il reato di ecocidio sia inserito nella revisione sul diritto penale ambientale. Sarebbe una decisione di portata storica.
Con il termine ecocidio si intendono “gli atti illeciti o sconsiderati commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità di causare danni gravi, diffusi o di lunga durata all’ambiente”.
Il Parlamento europeo chiede di introdurre il reato di ecocidio nella revisione della direttiva sulla tutela penale dell’ambiente.
La proposta sarà ora oggetto di negoziati tra Parlamento, Commissione e Consiglio.
L’Unione europea deve riconoscere il reato di ecocidio nella revisione della direttiva sulla tutela penale dell’ambiente. A chiederlo è il Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria. Se gli stati membri accoglieranno questa proposta, si aprirà un nuovo capitolo per la tutela del nostro pianeta.
Cos’è il reato di ecocidio
Fino ad oggi, i singoli stati hanno adottato leggi e regolamenti ambientali validi su scala locale e nazionale. La storia ci insegna però che questo non è sufficiente. Se esistesse una misura di protezione della Terra vincolante a livello internazionale, i vertici aziendali e gli stati potrebbero vedersi riconoscere la responsabilità personale per i danni al pianeta che hanno causato.
Questo è l’obiettivo per cui è stato proposto il reato di ecocidio, cioè “gli atti illeciti o sconsiderati commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità di causare danni gravi, diffusi o di lunga durata all’ambiente, causati da tali atti”. Questa definizione ufficiale di ecocidio è stata elaborata da un team di giuristi, riuniti nella coalizione Stop ecocide. Il loro obiettivo è quello di rendere l’ecocidio un crimine internazionale, aggiungendolo ai quattro già previsti nello Statuto di Roma e quindi perseguibili dalla Corte penale internazionale: genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e crimine di aggressione.
Questo risultato non è ancora stato raggiunto, ma il Parlamento europeo ha dato un segnale significativo. In questi mesi infatti è in corso l’iter della revisione della direttiva 2008/99 sulla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale. Già lo scorso 21 marzo la Commissione giuridica del Parlamento europeo aveva votato all’unanimità per includere – e quindi perseguire – anche l’ecocidio. Una posizione che è stata poi supportata dal Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria il 29 marzo.
Ciò non significa che la decisione finale sia stata presa. Nei prossimi mesi, i rappresentanti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione si incontreranno per discuterne, seguendo il processo negoziale noto come trilogo. Si tratta comunque di una presa di posizione storica. Se la proposta del Parlamento venisse accolta, tutti i 27 stati membri dell’Unione europea dovrebbero introdurre il reato di ecocidio all’interno delle loro legislazioni nazionali.
📢 BREAKING! The #EU Parliament has JUST NOW announced its support for the inclusion of “#ecocide” in the EU's revised crime directive!
Objective: to end impunity for environmental criminals ⚖️
— Stop Ecocide International (@EcocideLaw) March 29, 2023
Perché è una presa di posizione storica
Esprime soddisfazione Jojo Metha, direttrice esecutiva della campagna Stop ecocide international che da un decennio lavora per il riconoscimento del reato di ecocidio. “È tempestivo e del tutto appropriato che il Parlamento europeo sostenga l’inclusione dei reati a livello di ecocidio nella revisione della direttiva sulla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale”, commenta.
“Crediamo che questo passo possa segnare una svolta storica nel nostro rapporto con il pianeta”, continua. “Il Parlamento europeo ha oggi dimostrato leadership, lungimiranza e una reale solidarietà con le numerose nazioni e comunità vulnerabili che subiscono gli effetti dell’ecocidio. Confidiamo nel fatto che tutte le istituzioni dell’Unione europea riconoscano questo testo per il dono che rappresenta, accogliendolo nel diritto europeo”.
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