L’Italia produce metà del riso europeo, soprattutto in pianura Padana. La salinizzazione dovuta alla siccità sta facendo danni, ma oggi c’è una soluzione.
Reato di tortura, l’Italia ha la sua legge ma restano i dubbi
A sedici anni di distanza, i drammatici fatti del G8 di Genova del 2001 sono tornati prepotentemente d’attualità nei giorni scorsi per molteplici motivi. Proprio in coincidenza con l’anniversario della morte di Carlo Giuliani durante gli scontri del 20 luglio, infatti, alcuni tra i condannati per i pestaggi ai manifestanti alla caserma Diaz venivano reintegrati
A sedici anni di distanza, i drammatici fatti del G8 di Genova del 2001 sono tornati prepotentemente d’attualità nei giorni scorsi per molteplici motivi. Proprio in coincidenza con l’anniversario della morte di Carlo Giuliani durante gli scontri del 20 luglio, infatti, alcuni tra i condannati per i pestaggi ai manifestanti alla caserma Diaz venivano reintegrati in Polizia, allo scadere dei cinque anni di interdizione dai pubblici uffici ai quali erano stati condannati come pene accessorie: tra loro anche alti dirigenti e capireparto della celere. Il tutto mentre, in una intervista a Repubblica, l’attuale capo della Polizia Franco Gabrielli ammetteva: “Quel G8 fu una catastrofe. Alla Diaz e a Bolzaneto, ci fu tortura”. Peccato che il reato di tortura sia stato inserito ufficialmente nel codice penale italiano solamente pochi giorni fa, dopo numerosi richiami della Corte europea dei diritti dell’uomo proprio in relazione ai fatti del G8. Anche la nuova legge, però, ha destato qualche perplessità tra la associazioni che si occupano di diritti civili.
Gabrielli rompe con un passato buio usando termine #tortura per fatti di Genova nel 2001. Ora codici identificativi https://t.co/GzQ4hWGbym pic.twitter.com/vEVSj9sCdk
— Patrizio Gonnella (@PatGonnella) 20 luglio 2017
La nuova legge approvata dall’Italia
ll nuovo testo infatti prevede la reclusione da un minimo di 4 a un massimo di 12 anni per chiunque, con violenze o minacce gravi e con crudeltà, “provochi acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, oppure che si trovi in condizioni di minore difesa”. Nel penultimo passaggio parlamentare alla Camera però è stato inserito un emendamento che configura la violenza come tortura “se il fatto è commesso mediante più condotte ovvero se comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona”. Un’altra modifica importante invece, effettuata a tutela delle forze di polizia, esclude dalla legge le sofferenze risultanti unicamente dall’esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti da parte della Polizia.
Tutte le perplessità sulle modifiche
Quella introdotta dalla prima modifica è una formula giudicata inaccettabile dall’Associazione Antigone e da Amnesty International per “l’accanimento con cui si insiste nel limitare la tortura ai soli comportamenti ripetuti nel tempo”. Un passaggio che, per esempio, avrebbe reso non immediata la qualificazione di “tortura” proprio per i fatti della Diaz e di Bolzaneto, insieme alla necessità prevista dalla legge dimostrare che le violenze subite abbiamo comportato un “verificabile trauma psichico”. La domanda a questo punto è: se questa legge fosse esistita già nel 2001, sarebbe stata applicabile per i pestaggi del G8? Ma a pesare nei giudizi è anche il fatto che il reato di tortura, inizialmente previsto come reato proprio, ovvero imputabile ai pubblici ufficiali e a chi esercita pubblico servizi, sia invece diventato un reato comune: lo stesso senatore Luigi Manconi, che aveva presentato il testo di legge originario, si è detto deluso perché questo significa “non voler sottolineare i trattamenti inumani o degradanti all’interno di un rapporto di potere profondamente diseguale, di un uso illegittimo della forza, di un abuso di autorità”. In poche parole, una sorta di declassamento della legge.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il rapporto Ecosistema urbano 2024 mostra alcuni progressi nelle città italiane, ma troppo lenti. E c’è troppo divario tra nord e sud.
Una campagna del Cnr svela una forte attività delle faglie tra le isole proprio dove sorgerà il Ponte, per la Società Stretto di Messina nessuna problema.
Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Dopo la non convalida dei trattenimenti dei 12 migranti di Egitto e Bangladesh, l’elenco dei Paesi sicuri viene definito per legge.
La 18esima sezione del tribunale civile di Roma non ha convalidato il trattenimento delle 12 persone migranti nei nuovi centri in Albania.
Per l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile il quadro è fosco: molti obiettivi sembrano irrealizzabili per il 2030, preoccupano povertà e clima.
Sì definitivo del Parlamento per far diventare la gestazione per altri reato universale, anche nell’ipotesi che sia in forma solidale.
16 persone dell’Egitto e del Bangladesh sono arrivate in Albania su una nave militare italiana. Sono ufficialmente partiti i trasferimenti forzati voluti dal governo Meloni.