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Cosa fareste con mille euro al mese? Reddito di cittadinanza alla prova in Francia
Mille euro al mese, grazie ad un crowdfunding. In Francia si sperimenta il reddito di cittadinanza. Obiettivo: dimostrarne fattibilità ed efficacia.
È stata lanciata ufficialmente nella giornata del 2 novembre, in Francia, una campagna di finanziamento partecipativo (crowdfunding) con l’obiettivo di versare un reddito di cittadinanza ad un cittadino transalpino estratto a sorte. Mille euro al mese per dodici mesi, per dimostrare che l’introduzione di tale strumento gioverebbe al potere d’acquisto delle famiglie, migliorerebbe la vita dei cittadini e rafforzerebbe l’economia nel suo complesso.
464 donatori hanno già versato 13mila euro
In termini finanziari, si tratta di un obiettivo relativamente facile da raggiungere: si punta a raccogliere 24mila euro: già nella prima giornata 463 donatori hanno permesso di mettere insieme più di 13mila euro. È probabile dunque che il reddito di cittadinanza sperimentale possa essere versato già a partire dai prossimi mesi: “Speriamo di riuscirci – ha spiegato al quotidiano Novethic Julien Bayou, consigliere regionale dei Verdi nell’Ile-de-France (il partito promuove l’iniziativa) – già per Natale. Vogliamo comprendere quale sia l’opinione dei francesi su questo tema e dimostrare al contempo che si tratta di qualcosa di possibile”.
Une campagne de financement participatif pour expérimenter le revenu de base https://t.co/pWpg9usLuV pic.twitter.com/ixFCD8asw4
— ActuEnFrance.fr -1 (@ActuEnFrance1) 3 novembre 2017
A giudicare dall’autentico boom di accessi registrato sul sito internet attraverso il quale si effettua la raccolta fondi, il successo dell’iniziativa sembra evidente. D’altra parte, la questione del reddito di cittadinanza non è sconosciuta in Francia: se ne è ampiamente dibattuto nel corso dell’ultima campagna elettorale. In particolare, era stato il candidato del Partito socialista Benoît Hamon ad aver inserito la proposta nel proprio programma, proponendo circa 600 euro al mese che sarebbero andati, in un primo momento, ai francesi di età compresa tra 18 e 25 anni, al fine di sostenerne gli studi e l’ingresso nel mondo del lavoro. La proposta è stata sostenuta con forza anche da numerosi celebri economisti, tra i quali spiccava il nome di Thomas Piketty.
Lancement officiel du financement citoyen du #revenudebase sur https://t.co/dTcyLU8nab Et vous que feriez vous avec 1.000e/mois pd un an ? pic.twitter.com/vcRCDD5V5R
— Calmet Marine (@MarineCalmet) 2 novembre 2017
“Ho vissuto meglio, sono stato un padre migliore e sono diventato più coraggioso”
L’iniziativa francese prende spunto da quella, analoga, effettuata in Germania tre anni fa. All’epoca, il trentenne berlinese Michel Bohmeyer aveva ricevuto la stessa somma, mille euro al mese, per un anno, in seguito alla vendita di una startup: “Quei soldi mi hanno completamente cambiato l’esistenza. Ho cominciato ad avere uno stile di vita più sano, a dormire meglio e sono diventato un papà migliore. Mi sono riscoperto anche più creativo e coraggioso: ho potuto sviluppare qualità che non credevo di avere. La paura di non avere abbastanza denaro a disposizione è sparita e mi sono sentito più libero e sereno”.
Ici aussi on parle de #MonRevenudeBase https://t.co/LRWWmmCrkJ via @Novethic
— Mon Revenu de Base (@monrevenudebase) 3 novembre 2017
L’idea di lavorare per l’introduzione di un reddito di cittadinanza è arrivata come logica conseguenza: in breve sono stati raccolti i primi 50mila euro, grazie all’impegno dell’associazione Mein Grundeinkommen. Nel giro di neanche tre anni sono diventati 1,5 milioni, grazie ai contributi di circa 75mila persone. Così, i mille euro al mese sono stati concessi a 119 persone. Secondo quanto riportato da Novetich, nessuno di loro è diventato uno scansafatiche. Al contrario, chi ha ricevuto il reddito si è sentito sollevato dalle preoccupazioni e ha potuto lanciarsi in nuove sfide lavorative.
Certo, gli esperimenti in Germania e Francia sono limitati sia nel tempo che nelle dimensioni, dunque non possono essere considerati probanti su larga scala. Ma hanno il pregio di promuovere una riflessione approfondita su un tema di grande attualità, a livello sia accademico che politico. In Italia è stato introdotto un “reddito di inclusione”, a beneficio dei meno abbienti: esso si presenta dunque come una forma di sostegno sociale ai poveri e non come un vero “reddito di cittadinanza”, che è per definizione universale. In questo caso però il numero di cittadini coinvolti è pari a quasi mezzo milione.
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