Il referendum sul fine vita non si farà. La corte costituzionale lo ha giudicato illegittimo perché non tutelerebbe il diritto alla vita.
Il referendum sul fine vita non si farà. La corte costituzionale infatti si è riunita oggi in camera di consiglio per discutere sull’ammissibilità del referendum, denominato ufficialmente “Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)” e l’ha giudicato inammissibile. In attesa del testo per esteso della sentenza, che sarà depositata nei prossimi, la Corte fa sapere di aver comunque ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione parziale della norma sull’omicidio del consenziente, “non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.
Il referendum puntava ad abrogare parzialmente la norma penale che impedisce l’introduzione dell’eutanasia legale in Italia: se fosse stato approvato, l’eutanasia attiva sarebbe divenuta legale nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla sentenza della consulta sul Caso Cappato, mentre sarebbe rimasta punita se il fatto fosse stato “commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni”.
Per lo stesso Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, “la bocciatura da parte della corte costituzionale del referendum sull’eutanasia “è una brutta notizia per la democrazia nel nostro paese, sarebbe stato una grande occasione su un tema che tocca la società italiane, e soprattutto le persone che saranno costrette ad attendere ancora molto tempo. Ma la battaglia per l’eutanasia legale non si ferma, useremo ogni strumento per noi utile, dalla disobbedienza civile al Parlamento, per arrivare a un diritto umano e civile che deve essere conquistato dal nostro paese. Il referendum sarebbe stata la strada più utile ma lo faremo lo stesso”.
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