Alla Cop16 si sperava in un protocollo per fronteggiare siccità e desertificazione, ma la decisione è stata rimandata.
Alla ricerca di regali di Natale sostenibili? Le proposte delle startup
Regali di Natale sostenibili: un ossimoro? Non più: tante startup ci aiutano a fare bella figura con parenti e amici sostenendo un’economia più equa.
Natale è dietro l’angolo e viverlo in maniera green e sostenibile si può, senza rinunciare alla magia delle feste né a scambiarsi i regali. Donare accessori o abbigliamento per esempio è un classico, basta avere l’accortezza di scegliere un brand che si impegna per mitigare l’impronta ambientale della moda. Lo stesso vale per un altro classico: i regali a tema enogastronomico. Entrare nel primo supermercato e farsi confezionare un cesto è sicuramente una soluzione facile e immediata. Oggi però non ci sono scuse: esistono piattaforme on line su cui acquistare prodotti bio, tracciabili e di alta qualità direttamente da chi li produce, facendoseli recapitare a casa in pochi giorni. Allo stesso modo, perché non optare per un regalo “astratto” ma di grande valore, come una donazione o l’adesione a una causa ambientalista, animalista o umanitaria? Le startup di cui vi parliamo oggi portano avanti le loro scelte ecologiche, sostenibili e circolari, sperando non solo di diminuire l’impronta ambientale del proprio settore, ma anche di dare il buon esempio ai clienti. Siamo sicuri che tra queste troverete l’idea perfetta per i vostri regali di Natale sostenibili.
I regali di Natale sostenibili delle startup
- Una felpa sportiva di Tentree
- Un capo di lingerie di Chitè Milano
- Una birra artigianale di Biova Project
- Un maglione di lana bio di Fortunale
- Un accessorio artigianale di Ta-Daan
- Una giacca impermeabile di Fili Pari
- Un amplificatore passivo di Vaia
- Una cesta natalizia di Cibecco
- Un albero da frutto di Biorfarm
- Un’area di Amazzonia tutelata con Foreste in Piedi
Una felpa sportiva di Tentree
“Insieme abbiamo piantato 81.312.322 alberi” si legge sul sito dell’azienda di abbigliamento e accessori per l’outdoor Teentree. Per ogni capo acquistato infatti si piantano dieci alberi, con l’ambizioso obiettivo di arrivare a un miliardo entro il 2030. Essere sostenibile per Tentree significa scegliere solo tessuti ecologici e materiali riciclati e certificati: i bottoni, per esempio, sono realizzati con le noci di cocco, le finiture con il sughero, mentre il poliestere proviene dai rifiuti Pet. Tra le fibre più utilizzate figurano il Tencel, proveniente dagli alberi di eucalipto, e il Modal, traspirante e quindi adatto ai capi sportivi, creato con la cellulosa ricostituita del legno di faggio.
Per chi? È un regalo perfetto per chi vuole conciliare la passione per lo sport e la vita all’aria aperta con la cura dell’ambiente e non accetta compromessi in fatto di sostenibilità.
Un capo di lingerie di Chitè Milano
Cosa c’è di più vicino alla nostra pelle, al nostro cuore e alla nostra essenza, dell’abbigliamento intimo? Per questo è importante scegliere lingerie di qualità, delicata sulla pelle ma anche con l’ambiente, come quella prodotta da Chitè Milano. Tutti i capi di questo innovativo brand sono realizzati esclusivamente con tessuti certificati Oeko-Tex, utilizzando materie prime italiane e in collaborazione con artigiani piemontesi.
L’amore per la natura delle co-founder, Chiara Marconi e Federica Tiranti, passa anche per l’amore per sé stesse e per il corpo femminile, che è sempre bello e sempre diverso, quindi non adattabile a taglie predefinite. Per questo il sito comprende una piattaforma 3D in cui personalizzare tagli, colori e misure dei capi. Chitè Milano inoltre supporta la ricerca contro il tumore al seno e vari progetti di giustizia economica per le donne. Un connubio vincente tra artigianalità, digitalizzazione e impegno sociale, tutto in chiave sostenibile, che le ha permesso di entrare nell’ecosistema LifeGate Way. Chitè Milano è una società benefit ed è il primo brand italiano di lingerie a essere certificato B-Corp.
Per chi? Un capo della capsule collection Naturaleza in cotone organico è uno dei regali di Natale sostenibili più azzeccati per l’amica appassionata di lingerie sartoriale che vuole sentirsi femminile, comoda e al tempo stesso rispettare l’ecosistema.
Una birra artigianale di Biova Project
Invece delle solite bollicine, perché non brindare con una birra artigianale, buona sia al palato sia con il pianeta? Biova Project ogni giorno recupera 13mila quintali di pane invenduto da supermercati e piccoli panificatori, riuscendo così a sostituire fino al 30 per cento del malto d’orzo che solitamente viene utilizzato per produrre la birra. Biova, lavorata in piccoli laboratori sul territorio, finisce per essere venduta dalle stesse realtà che hanno fornito la materia prima, con tanto di etichetta che indica la provenienza del pane. Decisamente si può parlare di economia circolare.
Una nota interessante è che con questo metodo si ottiene un prodotto sempre diverso, a seconda delle peculiarità organolettiche e geografiche del pane. Le confezioni regalo natalizie di birra Biova, 12 bottiglie da 33 centilitri o 6 lattine sempre da 33 centilitri, possono essere acquistate direttamente nel sito dell’azienda e arrivano a casa, o ovunque si desideri, con un pack completamente ecologico e un bigliettino personalizzabile.
Per chi? Per un brindisi solidale con parenti e amici, oppure per un regalo aziendale a collaboratori e clienti.
Un maglione di lana bio di Fortunale
Portare un forte vento di rinnovamento nell’industria della moda, attraverso un approccio naturale e circolare: è ciò che si propone di fare Ivan Aloisio che, non a caso, ha chiamato la sua startup Fortunale, come la perturbazione metereologica. Aloisio discende da una famiglia di filatori di lana ed è ben consapevole dell’inquinamento prodotto dall’industria tessile. Nel 2018 crea quindi un brand di maglieria proiettato in un futuro di sostenibilità e rispetto per l’ambiente, senza però dimenticare le proprie radici e la propria identità.
I capi Fortunale sono disegnati e prodotti in Italia da artigiani specializzati, con pura lana bio proveniente da allevamenti cruelty-free e tinture naturali prive di prodotti chimici. Ne risulta una maglieria incredibilmente soffice, declinata in una palette di colori tenui, polverosi e gradevolmente imperfetti. Fortunale inoltre assicura che ogni maglia verrà riciclata fino all’80 per cento e, per garantire la circolarità del processo, offre uno sconto del 30 per cento sull’acquisto di un nuovo capo ai clienti che restituiscono il loro usato. Ma non è tutto: per ogni capo acquistato pianta un albero di melograno in un terreno confiscato alla mafia in provincia di Bari e personalizza il maglione con il suo codice di riferimento.
Per chi? Per chi veste in maniera basica ma ama la sensazione di comfort sulla pelle che solo la maglieria di qualità sa regalare.
Un accessorio artigianale di Ta-Daan
Ta-Daan è un marketplace di prodotti fatti a mano da giovani artigiani selezionati in ogni parte del mondo. Del resto, l’artigianato non è mai stato così cool: i concetti di fatto a mano, di produzione slow e il più delle volte custom made, realizzata in pochi pezzi, con tempi e ritmi umani e una retribuzione onesta, sono una possibile risposta ai problemi sociali e ambientali generati dalla produzione in serie. Il mestiere dell’artigiano è estremamente contemporaneo, perché valorizza il recupero dei materiali e punta sulla qualità rispetto alla quantità, dando vita a pezzi unici e duraturi.
Gli oggetti, attentamente selezionati da questa startup tutta al femminile, sono freschi, creativi, cutting hedge, niente a che vedere con l’obsoleto cliché del “fatto a mano” da fiera di paese. Il tutto, ovviamente, in ottica green. Per i vostri regali di Natale sostenibili potete scegliere per esempio tra linee di abbigliamento realizzate con tinture non tossiche o con gli scarti, accessori per la casa upcycled, gioielli fatti con materiali biologici o totalmente plastic free. Questa attenzione verso le persone e l’ambiente ha portato Ta-Daan a entrare nell’ecosistema di startup sostenibili di LifeGate Way.
Per chi? Per l’amica o l’amico sempre alla ricerca di ispirazioni per rendere unico ogni dettaglio della propria casa.
Una giacca impermeabile di Fili Pari
Avreste mai pensato che l’estrazione del marmo e la moda potessero avere qualcosa in comune? Eppure è così: Alice Zantedeschi e Francesca Pievani, fondatrici di Fili Pari, realizzano capispalla impermeabili, antivento e resistenti utilizzando come materia prima la polvere di marmo. Questo scarto della lavorazione delle cave viene impiegato per creare Marm\more, una spalmatura su tessuto brevettata che rende i capi resistenti e impermeabili, donando inoltre colori completamente naturali, che cambiano a seconda del marmo utilizzato.
Fili Pari fornisce la polvere di marmo direttamente alle aziende tessili partner in una filiera corta sul territorio. Per realizzare le collezioni, il Marm\more viene utilizzato in combinazione con lane, esuberi di magazzino di qualità di grandi aziende di moda, cotone di recupero o materiali riciclati certificati. Grazie al suo approccio innovativo, che ricicla un materiale di scarto di un’industria particolarmente impattante ma dal grande valore storico e culturale, Fili Pari è entrata a far parte dell’ecosistema di startup naturalmente sostenibili di LifeGate Way.
Per chi? Per chi desidera un capospalla passepartout dalle alte performance tecniche e un occhio ai trend della moda, ma totalmente naturale.
Un amplificatore passivo di Vaia
Nell’ottobre 2018 la tempesta Vaia ha messo in ginocchio le Dolomiti: in poche ore 42 milioni di alberi sono caduti sotto le sferzate di vento e pioggia. Una tragedia per l’uomo e per l’ambiente, da cui Giuseppe Addamo, Federico Stefani e Paolo Milan hanno voluto trarre qualcosa di buono, utilizzando il legno dei larici e degli abeti rossi abbattuti per creare oggetti di design unici, che uniscono la tecnologia analogica con quella digitale.
Nasce così Vaia, un cubo che amplifica musica e suoni dello smartphone; in pratica una cassa naturale che consente di risparmiare energia. Ogni cubo ha una spaccatura, realizzata con un’ascia da un falegname locale, che segue la venatura naturale del legno. Anche se in realtà è il legno stesso a scegliere come e dove spaccarsi, rievocando così la ferita della foresta. Nell’ottica dei suoi fondatori quindi Vaia, che oggi comprende tre diversi tipi di cubo e un amplificatore visivo per smartphone, non è più sinonimo di distruzione, bensì di rinascita sostenibile. Per ogni oggetto venduto, viene piantato un albero nell’area dolomitica colpita dalla tempesta: per il momento siamo a quota 60mila, ma l’obiettivo è quello di arrivare a 100.000.
Per chi? Per geek analogici dall’anima ecologica.
Una cesta natalizia di Cibecco
Donare cesti alimentari traboccanti di leccornie è una tradizione, pratica e sempre gradita. Perché allora non acquistare specialità enogastronomiche italiane direttamente dai produttori? Oggi è possibile, e soprattutto è comodo e veloce, grazie a Cibecco, un marketplace che mette in contatto piccole realtà locali e clienti, in un circolo virtuoso che tiene economicamente vive le aziende agroalimentari del nostro paese.
Nata nel 2016 da un’idea del pubblicitario Leonardo Gatti e da Umberto Pelizzari, primatista mondiale di apnea profonda e amante del cibo buono e di qualità, Cibecco vende on line prodotti agroalimentari provenienti da piccole realtà, selezionate anche sulla base del loro impegno verso la sostenibilità, che non rientrano nelle logiche della grande distribuzione. C’è l’imbarazzo della scelta tra frutta, verdura, sughi, confetture, cioccolato, prodotti caseari, salse, tartufi, miele, ma anche gastronomia pronta, vini e birre artigianali.
Oltre alla qualità, Cibecco ha puntato sulla logistica, sviluppando un software che permette anche a piccole realtà rurali di gestire in autonomia gli ordini e consegnare in tutta Italia in 24-48 ore. Cibecco, oltre a far parte dell’ecosistema di LifeGate Way, è una società benefit che aderisce al Global Compact delle Nazioni Unite. Ogni acquisto contribuisce alla riforestazione, alla compensazione delle emissioni di CO2 e alla raccolta di cibo da donare alle persone meno fortunate.
Per chi? Per chi, oltre ad apprezzare il buon cibo, gli attribuisce un significato profondo.
Un albero da frutto di Biorfarm
Chi non vorrebbe ricevere in regalo un albero da frutto e vedersi recapitare direttamente a casa la “propria” frutta fresca, biologica e di stagione? Si può fare grazie a Biorfarm, marketplace nato nel 2015 da un’idea di Osvaldo De Falco e Giuseppe Cannavale, che mette in contatto diretto piccoli agricoltori biologici e consumatori attenti alla sostenibilità. Chi ha adottato l’albero può guardare le sue foto attraverso un app oppure andare a trovarlo, partecipando alle attività di raccolta. Un connubio ideale tra il mondo virtuale e quello reale che crea una relazione inedita tra il produttore e il consumatore.
Biorfarm è stata selezionata da Google come ambassador per la digitalizzazione delle Pmi e negli ultimi anni ha chiuso accordi commerciali con grandi multinazionali, oltre a essere stata inserita all’interno di acceleratori come H-Farm, Agro-innovation Lab e Unicredit StartLab. Inoltre ha lanciato insieme a LifeGate il progetto Save The Farm, dedicato alle aziende che vogliono favorire i piccoli coltivatori rafforzando il legame con dipendenti e stakeholder.
Per chi? Per chi vuole provare l’emozione, ormai ai più sconosciuta, di raccogliere la frutta direttamente dell’albero, con la certezza che sia biologica, fresca e di stagione.
Un’area di Amazzonia tutelata con Foreste in Piedi
Foreste in Piedi non è una startup, bensì un progetto di LifeGate in collaborazione con la onlus italiana Icei e l’associazione Moradores de São Pedro de Capivara. L’obiettivo è quello di salvaguardare un’area di 560 ettari di foresta amazzonica brasiliana che lo stato ha dato in concessione d’uso alle 27 famiglie della comunità di San Pedro, lungo il fiume Igarapé Capivara. Il progetto mira a prevenire e contrastare la deforestazione, gli incendi dolosi, le attività di caccia illegali e altri reati ambientali.
Nonostante la legge garantisca formalmente che l’80 per cento della foresta resti inviolata, infatti, la mancanza di risorse non ne garantisce una reale tutela. È quindi necessario intervenire attraverso attività di monitoraggio e vigilanza, mappatura delle risorse forestali e sensibilizzazione della comunità di San Pedro e di quelle vicine. È possibile sostenere l’iniziativa attraverso una donazione sullo store di Lifegate.
Per chi? Per chi non è fossilizzato sui regali fisici ma preferisce avere la soddisfazione di aver contribuito al futuro del pianeta.
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